L'isola bianca: 33º22'04.0"N, 112º16'10.0"W è il primo libro che leggo dell'autore Gabriele Valenza. Essendo io una persona molto curiosa, come al solito, non ho aspettato il momento della lettura vera a e propria per farmi un'idea del genere del libro ma ho "sbirciato" la prima pagina e me ne sono pentita immediatamente perché è esattamente il genere di storia che più mi piace e, quindi, sarebbe stato faticoso per me aspettare fino al momento della lettura. Sono una persona piuttosto schematica, amo seguire una certa organizzazione anche nelle letture, ma in questo caso avrei fatto volentieri un'eccezione, trattandosi di un libro così breve che mi ispirava molto. Alla fine, non ho ceduto alle lusinghe del libro, ma una volta arrivato il suo momento, l'ho divorato in pochissimo tempo.
La trama, anticipandovi il meno possibile, riguarda la fine del mondo conosciuto, genere che ho letto in grande quantità e che amo particolarmente. L'idea mi è dunque piaciuta molto, e anche il suo sviluppo. I richiami con libri e videogiochi di questo genere ci sono, ma è del tutto inevitabile che ciò avvenga considerando la vastità delle opere e gli elementi necessari per renderle credibili. La fantasia dell'autore ha aggiunto, però, elementi del tutto nuovi e interessanti che rendono questo libro una bella novità anche per una appassionata del genere come me.
Il ritmo è ottimo. La scoperta di nuovi elementi è continua e permette al lettore di non annoiarsi mai e di continuare la lettura avendo la curiosità di vedere cosa succederà poi. Come ho già scritto all'inizio della recensione, l'ho finito in pochissimo tempo, questo è sicuramente dovuto alla brevità del libro ma soprattutto al fatto che non ho fatto nessuna pausa nella lettura; ero curiosa di vedere come andava avanti.
Lo stile è buono, sicuramente scritto meglio di molti altri libri che ho letto, ma è ancora un po' acerbo. Io sono piuttosto puntigliosa sotto questo aspetto; avendo letto molto, noto anche le più piccole sfumature. In questo caso non si può certamente dire che l'autore scriva male, anzi le sue frasi sono ben costruite e chiare. Quello che penso che ancora manchi è una fluidità che credo si riesca ad ottenere solo con il tempo e tanta esperienza. Un lettore meno attento di me sotto questo aspetto, non lo noterà neppure e, sicuramente, con il tempo lo stile di Valenza potrà solo migliorare. Oltretutto ci sono lettori che prediligono uno stile più semplice proprio perché riescono a seguire meglio ciò che viene raccontato e potrebbero quindi apprezzare particolarmente questo stile narrativo. Personalmente amo le frasi lunghe e complesse, ma riconosco che si tratta solamente di una mia preferenza personale.
I personaggi descritti non sono molti, come saprete ormai leggendo le mie recensioni, io apprezzo particolarmente che l'autore si perda in introspezioni psicologiche approfondite di ognuno di loro. In questo caso, invece, l'introspezione non è molta, ma il carattere di ognuno di loro è ben delineato. L'idea che l'autore aveva nel raccontare di questi personaggi penso che sia stata ben realizzata; il protagonista non è il solito stereotipo solo buono che si vede come un eroe, ma è un uomo con tutti i suoi difetti e tutte la sue paure; uno degli altri personaggi è volutamente odioso e così via.. È dunque chiaro ciò che l'autore pensava e voleva trasmettere al lettore, dal mio punto di vista personale, però, avrei preferito un approfondimento maggiore che spiegasse di più i rapporti intercorrenti tra i personaggi e i pensieri di tutti loro.
I dialoghi, a loro volta, rispecchiano ciò che ho già detto dei personaggi. Sono ben scritti e non presentano problemi di nessun genere, li avrei preferiti però più approfonditi, più lunghi e che toccassero di più le corde emozionali del lettore.
La struttura del libro è ben costruita e coerente. Le idee dell'autore sono tutte ben congegnate e fanno capire la sua capacità di sapere cosa va inserito in un libro per renderlo buono; spiegazioni del fatto, flashback sul passato del protagonista e spiegazioni della trama.
L'ambientazione è ben resa; mentre si legge il libro sembra di vedere le strade desolate in cui gira il protagonista.
Lo consiglio perché è un'opera ben scritta di un autore che ha molto idee e sa come usarle. Penso che le sue future opere saranno anche meglio di questa, perché con il tempo e l'esperienza maggiore otterrà più fluidità nello stile e approfondirà magari elementi che, per ora, sono stati più marginali nelle sue opere. Lo consiglio anche per momenti in cui si fa più fatica a concentrarsi, come al mare sotto l'ombrellone, perché la sua semplicità e la sua brevità permettono a tutti i lettori di poterne apprezzare la lettura. Un libro che offre un ottimo svago e che stimola la fantasia grazie alla sua trama.