Non conoscevo l'autore Restif de La Bretonne e nemmeno il termine coniato dal suo nome; retifismo. Quest'ultimo, conosciuto dai più come feticismo dei piedi è un argomento inusuale per un libro e non sapevo bene cosa aspettarmi quando ho iniziato questo romanzo, che si è poi rivelato, invece, un classico sotto ogni punto di vista; senza niente di sconveniente, è scorrevole e divertente ma ben scritto.
Questo classico francese, edito per la prima volta in Francia nel 1769, è stato pubblicato qui in Italia solamente nel 2015, grazie a Corrimano Edizioni, non so perché sia così poco conosciuto da noi dato che, effettivamente, si avvicina di molto ai canoni dei classici più famosi che noi tutti conosciamo e penso che l'editore abbia fatto un ottimo lavoro scegliendolo e pubblicandolo.
Nonostante sia stato pubblicato nel periodo illuminista personalmente lo associo maggiormente ai libri dei primi anni dell'800; e per quanto questa sia un'opinione personale non supportata da alcuno studio (non si trova molto sull'autore online) lo ritengo un precursore dei tempi, perché in questa storia io ho notato diversi elementi caratteristici del Romanticismo, specialmente di quello francese.
Con i libri francesi del periodo ho un rapporto di amore ed odio. Ce ne sono alcuni che apprezzo moltissimo e altri che non riesco ad amare. Solitamente è lo stile dell'autore che fa la differenza ed ho capito da subito in quale dei due schieramenti si sarebbe collocato il romanzo. Lo stile dell'autore infatti mi piace molto, lo trovo ritmato, semplice ma allo stesso tempo colto ed interessante.
Inoltre, come i migliori classici, il libro è molto moderno ed attuale. Certo, inevitabilmente essendo stato scritto ed ambientato in un'epoca diversa dalla nostra non parla della nostra vita quotidiana, però riesce comunque a farsi comprendere totalmente. Noi capiamo il mondo descritto e ci entriamo, senza alcuna fatica.
La trama, come si può evincere dal titolo stesso, è relativa a Fanchette, la protagonista, al suo bellissimo piede e alle disavventure che capiteranno alla povera fanciulla a causa di questa sua peculiarità. Il romanzo, perciò, si sviluppa nel più semplice dei modi, su una storia che noi tutti conosciamo, perché vera anche nella nostra realtà; in molti cercheranno di conquistare la bellissima ragazza e lei dovrà accorgersi che il suo dono (la bellezza) è anche una responsabilità. Una trama sempre interessante se ben narrata, come in questo caso.
Lo svolgimento è più sorprendente. Prima di tutto chi lo leggerà noterà il suo discostarsi dalle trame dei libri del Romanticismo vero e proprio (in fondo è scritto in epoca illuminista) ma è anche l'intreccio ad essere molto più complesso ed intricato di quello che si potrebbe pensare inizialmente. In tutto ciò, niente di male, anzi, apprezzo molto gli autori che riescono a mantenere la credibilità della trama nonostante essa sia molto complessa. Come in tutti i libri del periodo, però, ci sono troppe coincidenze che capitano ai personaggi, particolarità che, per un gusto esclusivamente personale, non apprezzo molto, ma che si trova in ogni romanzo dell'epoca. Perciò, anche lo svolgimento è ben fatto, sensato ed interessante.
I personaggi sono interessanti e, per quanto necessariamente conformi a stereotipi che venivano rappresentati nel periodo, anche originali. In questo genere di libri, infatti, non si deve cercare la stravaganza o la dicotomia tra pensiero ed azione, bensì bisogna notare la capacità dell'autore di usare personaggi di cui il lettore già conosce le caratteristiche principali senza annoiarlo, anzi, sorprendendolo ulteriormente. I personaggi del libro, infatti, appartengono a categorie già viste ma possiedono anche caratteristiche personali, non ovvie.
Il romanzo è divertente, la simpatia dell'autore e la sua ironia si riflettono su tutto il racconto. L'atmosfera è, perciò, la stessa in tutta la storia. Volere dell'autore è quello di raccontare in maniera leggera un avvenimento che, per forza di cose, presenta anche lati non divertenti e scherzosi. Riesce così a rendere il romanzo godibile in ogni momento, senza che però sfugga al lettore il significato di ogni scena, anche se raccontato con uno stile fresco (e dirlo di un classico è un vero complimento) e non grave.
L'ambientazione viene descritta ma non le viene data un'importanza particolare, cosa che nei classici accade di rado e che per molti voi lettori potrebbe essere un aspetto fortemente positivo perché in pochi apprezzano il contrario. Io, come dico sempre e ormai lo saprete a memoria, preferisco sempre il troppo al troppo poco, perciò se ci fosse stata qualche descrizione in più avrei gradito, ma tutto sommato non penso che considerata la storia ed il genere questo sia un aspetto che possa far apprezzare meno il libro.
Lo consiglio a tutti perché, anche se è poco conosciuto da noi, si tratta di un classico ben scritto, di lettura veloce grazie al suo ritmo e allo stile dell'autore. Per tutti coloro che leggono i classici per il loro contenuto e non solamente per dire "io l'ho letto", un'alternativa a storie già conosciute che merita.