TRAMA IN BREVE

Eric è giovane, ricco, agiato, servito e riverito. Eppure non riesce a dormire; si sveglia una mattina e decide che, nonostante sia pericoloso e evitabile, ciò che gli serve è dall'altra parte della città.

INCIPIT

Ora il sonno lo abbandonava più spesso, non una o due bensì quattro, cinque volte la settimana. Che cosa faceva in quei momenti? Non passeggiava a lungo dentro gli arabeschi dell'alba. Non aveva un amico tanto intimo da sopportare il tormento di una telefonata. Cosa dirgli? Era una questione di silenzi, non di parole.

RECENSIONE

Sono sempre stato consapevole di quello che dicevano, con parole o sguardi. Quello che gli altri credono di vedere in una persona finisce con diventare la sua realtà.

Sono passati quasi due anni dal mio ultimo DeLillo; infatti questa è la prima recensione che scrivo sul blog su questo autore che stimo molto.

Il suo primo libro letto è stato Rumore bianco e l'ho apprezzato tantissimo (tanto che, sicuramente, prima o poi lo leggerò e ve ne farò una recensione) e, in seguito, ho letto la raccolta di racconti L'angelo Esmeralda, che mi è piaciuto, ma non quanto il romanzo.

Ora ho diversi DeLillo che mi aspettano in libreria e, quando ho preso Cosmopolis in mano, ero sicura di finirlo in giornata e di apprezzarlo tantissimo. Le aspettative, in parte, sono stata deluse perché il libro l'ho veramente terminato in mezza giornata di lettura al mare, ma non l'ho apprezzato quanto avrei pensato.

È assolutamente impossibile per me non apprezzare lo stile di DeLillo. Questo autore è maestro in esercizi di stile e, in questo romanzo, lo dimostra anche di più rispetto alle altre letture già fatte. Ci vuole un attimo ad abituarcisi perché le parole sono piuttosto ricercate e molto attente alla forma. Con questo non intendo affatto dire che vi sia poca sostanza, anzi, DeLillo riesce a concentrare molti concetti in poche parole. Lo stile utilizzato in questo libro è facilmente riconducibile all'autore ma è più volto a fare effetto, ad essere considerato filosofico e metaforico, in Rumore Bianco, pur rimanendo uguale, spinge di meno sull'esercizio di stile. Non è un tipo di scrittura che piace a tutti, non è adatta ad una lettura superficiale (io l'ho letto al mare e mi sono trovata bene, ma credo che si confaccia di più a momenti più introspettivi) e deve essere letto in un momento in cui si abbia voglia di qualcosa di più introspettivo e profondo.

Come sempre il messaggio che possiamo desumere da questa lettura è quello di critica della società; in particolare quella americana. Ambientato in un 2000 in parte futuristico o, comunque, corrispondente ad una realtà diversa da quella che per noi è ascrivibile alla normalità, capiamo che ormai tutto è vecchio, desueto, il mondo è sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, chi ha tutto fatica a sentirsi vivo, ad entusiasmarsi davvero per qualcosa.

Il protagonista, Eric, è il classico esempio di self made man che ha inseguito il sogno americano per poi trovarcisi imprigionato all'interno, senza possibilità di uscirne. Eric ha tutto e anche di più, ciò che possiede conta solamente per il suo valore economico e non gli interessa al di là di quello. Un protagonista che difficilmente ci starà simpatico, è intelligente, è ricco, ha un'intuito che si affina fino a diventare premonizione, si sente superiore a tutto e tutti. Eppure lo seguiamo per tutto il libro e, alla fine, ci stupiamo di essere riusciti, non si sa come, a capirlo e ad immedesimarci in lui.

Gli altri personaggi sono importanti per la trama ma inutili per il protagonista, è il suo punto di vista che ce li fa conoscere e, perciò, li vediamo come se fossero semplici comparse, personaggi che sarebbero potuti essere così o totalmente al contrario e, comunque, non sarebbe cambiato nulla. Eric ci mostra come sia possibile disumanizzare tutti.

La trama è povera, prevalentemente concentrata alla fine del libro. Si parla di un viaggio in limousine fatto dal protagonista da una parte all'altra della città, non è sicuramente ciò che importa di più nel romanzo e il tutto deve essere letto come una metafora.

Personalmente ho impiegato del tempo a farmi coinvolgere dalla lettura; l'ho trovata piuttosto lenta. Succedono poche cose e persino i pensieri sembrano andare al rallentatore. Sembra di stare in una bolla, dove il tempo scorre più lentamente e si percepisce tutto in maniera attenuata.

Per questo motivo ho sentito poco l'atmosfera, in più, non apprezzo particolarmente i romanzi in cui il sesso ha un ruolo preponderante se non addirittura fondamentale come in questo caso, tutto è coerente con il messaggio che si voleva mandare ma, personalmente, non ho apprezzato molto. D'altro canto si percepisce la vacuità, elemento difficile da rendere e che, per quanto non entri nelle mie preferenze, riconferma la bravura di DeLillo nella scrittura.

L'ambientazione è ben resa, per quanto strana e piuttosto caotica si comprende perfettamente ciò che l'autore voleva descriverci e, probabilmente, le immagini mentali che mi sono fatta durante la lettura rimarranno impresse per molto tempo.

Non ho ancora visionato il film, appena lo farò vi parlerò anche delle differenze tra le due opere.

Si tratta di un libro ben scritto e con uno scopo io, però, non l'ho apprezzato molto. Trovo che in questo romanzo le caratteristiche positive di DeLillo (lo stile, il linguaggio metaforico, il messaggio importante) siano troppo ostentate rendendo meno piacevole la lettura. Lo consiglio solo a chi vuole leggere tutto dell'autore ma assolutamente non a chi ancora non ha letto altro di suo.

CITAZIONI

Avevano in comune un margine o un confine, grattacielo e uomo. Era alto duecentosettanta metri, la più alta torre residenziale del mondo, un banale edificio oblungo forte soltanto della propria grandezza. Possedeva quel genere di banalità che col tempo si rivela assolutamente brutale.

— La volontà inflessibile. Perché continuo a sentir parlare della nostra leggenda. Siamo tutti giovani e in gamba e siamo stati allevati dai lupi. Ma il fenomeno della reputazione è una cosa delicata. Una persona emerge su una parola e precipita su una sillaba.  

— Tutto questo ottimismo, questo espandersi e crescere. Le cose accadono di botto. Contemporaneamente. Metto fuori la mano e cosa sento? So che ci sono migliaia di cose da analizzare ogni dieci minuti. Modelli, rapporti, indici, intere mappe di informazioni. Adoro le informazioni. Tutto questo è il nostro zucchero e miele. È un'assoluta meraviglia. E abbiamo un significato nel mondo. La gente mangia e dorme all'ombra di quello che facciamo. E tuttavia, cosa?

— Soldi per i quadri. Soldi per qualsiasi cosa. Ho dovuto imparare a capire il denaro, — disse lei. — Sono cresciuta nel benessere. Solo dopo un po' ho cominciato a riflettere sui soldi e a guardarli davvero. Ho cominciato ad osservarli. A guardare da vicino banconote e monete. Ho imparato cosa si prova a guadagnare e spendere. Una profonda soddisfazione. Mi aiutava a essere una persona. Ma non so più cosa sia il denaro.

— Non vedi te stesso in ogni quadro che ami? Ti senti inondato di splendore. È una cosa che non si può analizzare o esprimere con chiarezza. Cosa stai facendo in quell'istante? Stai guardando un quadro alla parete. Tutto qui. Ma ti fa sentire vivo, nel mondo. Ti dice sì, tu ci sei. E sì, la tua sfera d'esistenza è più ampia e piacevole di quanto immagini.

La sua mente si svuotò, all'infuori di una certa attività relativa alla nostalgia suscitata alla parola cartella. La mente è in grado di svuotarsi come tattica di evasione o rimozione, per reagire a una minaccia così incombente, un uomo elegante con una valigia-bomba, da rendere impossibile il sollievo di pensieri più fantasiosi, il sorgere di un turbine di sensazioni, la naturale eccitazione che accompagna il pericolo.

QUARTA DI COPERTINA

Un giovanissimo miliardario vive in un attico su tre piani, colleziona quadri e squali, ha una moglie di prestigio e patrimonio adeguati. Una splendida mattina, spinto da una strana inquietudine, sale in limousine e dice all'autista di portarlo dall'altra parte di Manhattan, nel West Side per "tagliarsi i capelli". Inizia così un viaggio che è una metafora, un attraversamento da est a ovest del cuore del mondo in una sola giornata, un percorso alla ricerca della proprie radici e della morte.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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