A caccia nei sogni (Trilogia di Grouse County, Vol.2)

Di Tom Drury

NN

232 pagine

8,5/10

Consigliato: Sì

Contemporaneo

Western

Serie/Saga

Statunitense

TRAMA IN BREVE

Tom Drury ci riporta a Grouse County, questa volta focalizzando l'attenzione su una famiglia in particolare. Li seguiamo per tre giorni interi, dall'alba al tramonto, e impariamo a capirli e a conoscerli nel profondo.

DEDICA

PER

Christian e Claudia 

E IN MEMORIA DI

Marcelle Iere Drury, 1930-1999

INCIPIT

L'uomo dietro il bancone dell'armeria non capiva cosa volesse Charles e chiamò la sorella del retrobottega, ma neppure lei ci riuscì. Era il tardo pomeriggio di un venerdì di ottobre, e Charles sembrava parlare una lingua sconosciuta.

RECENSIONE

«Charles ha dei fucili» disse Joan «Va a caccia».
«Va a caccia nei sogni».

A caccia nei sogni è il secondo volume della Trilogia di Grouse County di Tom Drury.

Se per il primo volume, La Fine dei Vandalismi, ho voluto fare una recensione, in parte, comparata alla Trilogia di Holt di Kent Haruf, questa volta la farò, invece, tra i primi due volumi della serie.

A chi non ha letto il primo libro consiglio di leggerlo e di procedere con la lettura di questa recensione solo successivamente perché, nonostante A caccia nei sogni sia perfettamente comprensibile anche come lettura sé stante, penso che essa possa avere maggior valore se fatta seguendo l'ordine cronologico delle opere.

A caccia nei sogni è ambientato circa 8 anni dopo le vicende del primo volume. L'ambientazione è sempre Grouse County ma, al contrario di quanto succede in La Fine dei Vandalismi, i luoghi descritti sono molti meno.
Nonostante l'ambientazione continui ad avere un ruolo importante, viene descritta in misura minore e occupa meno spazio rispetto alle descrizioni del volume precedente. 

Anche la struttura cambia. I pochi capitoli (16 in totale) vengono suddivisi in persone.
Ognuno di loro, infatti, presenta come titolo il nome di uno dei protagonisti, aiutandoci a capire il punto di vista che prevarrà al suo interno.
Dico prevarrà perché, in realtà, troveremo anche punti di vista di personaggi secondari che, però, saranno sempre legati a ciò che succede al personaggio principale del capitolo.
Sono frequenti anche i flashback che, a volte, non vengono introdotti prima di essere scritti.

Un esempio di punti di vista estranei al protagonista vero e proprio ma sempre collegati ad esso è l'incipit: il capitolo è dedicato a Charles ma inizialmente ciò che leggiamo non corrisponde ai suoi pensieri ma a quelli di chi, in quel momento, ha a che fare con lui. 
Ancora una volta l'inizio del libro inizia in medias res spaesandoci: chi è Charles, e cosa sta succedendo? Ci vorrà un po' per poterlo comprendere chiaramente.

Altra grande differenza è l'esigua presenza di protagonisti: mentre in La Fine Dei Vandalismi i personaggi coinvolti erano tantissimi, in questo volume, grazie anche al titolo chiarificatore dei capitoli, sono solo quattro quelli che possiamo considerare principali.
Delle figure importanti conosciute nel primo libro, due ottengono qui un ruolo da protagonista: Joan e Charles, conosciuto dai lettori come Tiny.
Gli altri due punti di vista non li esplicito perché chi non ha letto il primo volume potrebbe incorrere in un'anticipazione sgradita.
Se nei due personaggi conosciuti ho apprezzato il maggiore approfondimento della loro interiorità, nelle due novità ho apprezzato, enormemente, l'ottima caratterizzazione, diversa da quelle precedentemente create dall'autore.

A causa di questa minore presenza di punti di vista, la trama del libro si fa da subito più intima e privata. In questo libro è chiara da subito la direzione presa dalla storia ed è più semplice non perdercisi all'interno.

Per quanto appena detto, abbiamo la sensazione di conoscere i personaggi più profondamente rispetto a prima: Tom Drury continua a non svelare troppo, intervenendo solo se necessario, ma il nostro affetto e la nostra comprensione nei loro confronti crescono inevitabilmente. Anche questo è un motivo per leggere i due libri in ordine cronologico: è bello scoprire i personaggi presenti in entrambi e leggerli in due modi diversi: prima come estranei e poi come l'epicentro della narrazione.

Lo svolgimento è simile a quello del primo libro: tratta di vita reale, con i suoi alti e bassi, senza voli pindarici e creando situazioni credibili. Alcuni accorgimenti aggiuntivi, però, permettono al lettore di ottenere due esperienze di lettura differenti.
In A caccia nei sogni, infatti, la narrazione dura solamente tre giorni (in La Fine dei Vandalismi vi erano, invece, salti temporali anche molto lunghi) creando un attaccamento ancora più potente con i protagonisti, che seguiamo dalla mattina fino alla notte. Inoltre, la trama contiene al suo interno risvolti più dinamici, con parti che agitano il lettore e lo inducono a voltare le pagine ancora più rapidamente.

Il ritmo di lettura è, perciò, più rapido. Anche se lo stile di Drury può indurre ad avere piccole pause di riflessione per poter interiorizzare al meglio alcuni concetti importanti da lui espressi.

«Pare che il confine dell'universo, che di suo è già lontano, continui ad allontanarsi. E non lentamente, anzi... cioè, si sposta. Mentre noi siamo qui seduti con le nostre piccole preoccupazioni. Buffo, no? A volte ho l'impressione che quello che dovrei diventare sia scritto sulla parete di fondo dell'universo e che si stia allontanando da me alla velocità della luce».

Il finale è convincente ma, anche questa volta, si avvertirà lo strappo. Il lettore nell'incipit viene catapultato nel mondo narrato e, alla fine, viene tagliato fuori. Questo aspetto denota, ovviamente, la capacità di Tom Drury di far entrare nell'atmosfera del romanzo.
Se dopo il primo volume non vedevo l'ora di continuare la serie, ora dopo il secondo, ho veramente faticato a non iniziare immediatamente quello successivo.

Lo stile di Drury rimane lo stesso, al suo interno continua ad avere un'ironia apprezzabilissima perché riesce a far ridere senza deridere i personaggi da lui creati. 

In conclusione, trovo che i due volumi siano al contempo molto diversi e profondamente simili. Chi sarà riuscito a carpire l'anima della scrittura di Drury in La fine dei vandalismi amerà, forse anche di più, A caccia nei sogni e chi, invece, non sarà riuscito a capirlo fino in fondo, forse, grazie a questo volume, imparerà a comprendere meglio anche il precedente.

Lo consiglio a tutti per la cura (NN, come dico sempre, è un Editore su cui fare affidamento), per lo stile, per quello che tramette.

Presto recensirò anche il terzo, ed ultimo volume, con la consapevolezza che Grouse County mi mancherà davvero molto.

Ancora una volta voglio chiudere la recensione con una frase estrapolata dalla Nota del traduttore (che anche questa volta è Gianni Pannofino):

Ogni libro è una strofa di mare, e sotto la superficie si vedono panorami che spariscono, dimenticati, non appena di torna a galla.

CITAZIONI

Un fucile non poteva essere soltanto un oggetto decorativo appeso alla parete da una persona che non aveva alcun legame con il suo primo proprietario.

«Non mi piace imparare» disse. 
«Imparare non è poi così brutto» disse Charles. «È cadere che fa male».

Un tempo aveva fatto l'attrice, e le era rimasta la capacità di rimuovere il passato in favore di un qualsiasi altro scenario.

In quel momento tutto le parve precario. Si domandò come mai certi eventi casuali si caricassero a volte di tanto significato.

Quando una persona sta andando via, è normale che faccia un qualche flebile sforzo per aiutare il proprio partner. E anche se alla fine non risolve niente, il tentativo ha l'effetto di placare un po' la mente prima della partenza, serve a ripulire la lavagna su cui si potranno scrivere avventure indipendenti.

Non c'è potere più grande di quello dato dal perdonare i bambini. Certi genitori, Joan lo sapeva, lasciavano pesare il senso di colpa sui figli, lo lasciavano suppurare; che stupidi erano a non sfruttare l'occasione. E i figli, ovviamente, non erano capaci di liberarsene. Era un peso che non riuscivano a gestire.

Quando dormiva, la sua innocenza pareva così assoluta che Charles faticava a credere  che non sarebbe durata per sempre.

Allo specchio osservò gli effetti contraddittori del sonno, che la faceva apparire più vecchia ma sentire più giovane, con tutte le paure e le ansie di una giovane donna insicura, ignara di quel che la vita le riserverà.

Non sapeva nemmeno lui a chi o a cosa si riferiva.
Aveva sempre capito troppo tardi quali erano le persone che voleva vicino e cosa avrebbe dovuto fare per non perderle.

I fantasmi non scelgono dove andare. Questa casa li attira. Un tempo doveva essere un posto importante.

La mancanza di sonno era come un fuoco che aveva dentro lui sapeva che, se si fosse sdraiato senza fare niente, sarebbe in breve divampato senza controllo. Gli adulti non capivano fino a quale punto di disperazione può arrivare un bambino che resta sveglio quando tutti dormono.

Forse esistevano fantasmi che ti facevano credere che le cose fossero in un posto, mentre loro le spostavano altrove.

«Credo che vogliano essere cambiati».
«Chi?»
«Tutti».
«Lei crede?».
«Lei no?»

E se le regole e i versetti che aveva sempre seguito, o cercato di seguire, avessero un significato diverso da quello che lei vi aveva sempre letto?

Sarebbe eccessivo dire che non si sarebbero spinti oltre senza quel rimando all'indifferenza della natura. Chi è in cerca di segni, ne troverà dappertutto.

Se provassero vergogna, nessuno poteva saperlo.

"Perfetto", per me è una parola senza senso. Io sono solo un uomo con un furgone.

Non fu il contenuto delle sue osservazioni, che lei non comprese fino in fondo, ma la loro durata a commuoverla.

I figli sono come spugne d'amore. Ma amare solo i figli equivale a ritirarsi dal mondo degli adulti in un modo che non va tanto bene.

A volte, la vita le pareva così piccola da farle desiderare di chiuderla in una scatolina e gettarla tra le erbacce.

Anche i belli hanno i loro problemi, tra cui quello di cadere da più in alto.

«Tutti hanno paura della grande caduta» disse Mona «Perché temono di non riuscire più a rialzarsi. Perché pensano di non meritare di rialzarsi. Pensano di essere cattivi, e che ora tutti lo capiranno. Se non cadiamo, però, non sapremo mai se meritiamo di rialzarci.

Come tutti, voleva indietro qualcosa che aveva perduto e che non si trovava da nessuna parte.

QUARTA DI COPERTINA

Tom Drury ritorna a Grouse County per raccontare pochi giorni cruciali nella vita della famiglia Darling, in cui tutti cercano di ottenere qualcosa, ma senza sapere come farlo. Charles, ovvero Tiny, vuole un vecchio fucile legato a un ricordo d'infanzia; Joan, sua moglie, è in cerca delle aspirazioni perdute; Lyris, la figlia di Joan, vuole trovare un punto fermo da cui cominciare davvero a crescere; e il piccolo Micah, figlio di Charles e Joan, vuole sfuggire al buio della sua stanza a costo di perdersi nel buio delle strade cittadine, Dalla vastità dei panorami della Fine dei vandalismi, Drury si concentra adesso su un frammento di quel mondo, racchiuso in un unico weekend, in cui gli eventi si dilatano come nei sogni e i protagonisti rivelano tutta la loro umanità, nell'intensità dei desideri e negli sforzi, ora comici ora drammatici, per diventare persone migliori.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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