Io neanche li leggo i romanzi, figuriamoci scriverne uno.
Il gruppo di lettura su Jonathan Coe è già giunto al suo quartultimo romanzo: I terribili segreti di Maxwell Sim.
Libro di 363 pagine strutturato in modo inusuale e nuovo persino per lo scrittore britannico; le parti si possono definire itineranti, perché parlano sempre di spostamenti da un luogo verso l'altro. Sebbene vi siano anche momenti statici, in cui il protagonista è fermo in un luogo o in un altro, il viaggio ha grande importanza per lo scritto, nonostante il contenuto sia maggiorente legato al significato retrostante allo stesso, piuttosto che alla sua geografia.
Ogni giorno andiamo in giro in mezzo alla ressa, corriamo di qua e di là, arriviamo quasi a toccarci ma in realtà c'è pochissimo contatto. Tutti questi scontri mancati. Tutte quelle possibilità perse. È inquietante, a pensarci bene. Forse è meglio non pensarci affatto.
Altro aspetto strutturale particolare, ma riscontrato spesso con questo autore, è il metaracconto. All'interno del testo, infatti, vi sono anche altri quattro scritti, di quattro personaggi differenti, che ci faranno conoscere sia fatti realmente accaduti che eventi passati nella vita di Maxwell, il nostro narratore/protagonista.
I primi giorni dopo averlo letto, non riuscivo a pensare ad altro. Ero così indignato, così furioso con lei, che ogni centimetro di spazio mentale (chissà se si misura in centimetri lo spazio mentale? Non ne ho proprio idea) era stato colonizzato dai pensieri su come dovevo reagire.
Simpatico e apparentemente allegro, Max si fa scoprire a poco a poco, raccontandoci ogni suo terribile segreto. Sebbene sembri, e probabilmente sia, una persona piuttosto comune e poco ambiziosa, ci apparirà sempre più chiara la complessità interiore da lui nascosta, che non mancherà di stupirci fino al vero e proprio finale del testo.
Quest'ultimo è, come i libri "gialli" dello scrittore, ricco di colpi di scena (alcuni deducibili, altri no) e inaspettato, persino nel messaggio.
Maxwell è il protagonista e il narratore della vicenda; è un uomo comune che è appena stato lasciato dalla moglie e che cerca, in ogni modo, di superare la crisi psicologica che ne è conseguita.
Si tratta di un non-lettore che mai si sarebbe immaginato di scrivere un testo e che, spesso, si rivolge a noi ammettendo la sua incapacità di rendere, per iscritto, ciò che ha visto o provato. Via via si fa sempre più "esperto" e ci invita a notarlo interrogandoci sulla piacevolezza di alcune sue scelte stilistiche. Il suo interagire con noi e il suo non nascondersi (per quanto, talvolta, ammetta che preferirebbe farlo) nemmeno davanti al racconto di azioni di cui non è fiero, ce lo rende immediatamente simpatico. Vive in un momento di difficoltà ed è inevitabile per il lettore provare tenerezza nei suoi confronti.
Per esempio, vi è piaciuta la mia trovata di iniziare ogni frase con "dimenticato" quando descrivevo delle parti sexy? È un bell'esempio di scrittura, vi pare? Ci ho messo un po' a farmi venire l'idea, ma alla fine ce l'ho fatta.
Così come se fosse un caro amico, gli concediamo di raccontarci la sua verità, pur accorgendoci della sua totale parzialità che, invece di farci adirare, ci fa sorridere della sua ingenuità.
Oltre a questo, specialmente all'inizio, troverete anche alcuni, spassosi, monologhi su argomenti disparati, legati solamente in parte alla vicenda vera e propria.
Non c'era posto per un'altra persona, in quel rapporto. La presenza di un uomo l'avrebbe contaminato. A meno che, naturalmente, quell'uomo non fossi io.
Il fatto che quello che ci parla, sia dichiaratamente un narratore inesperto, non vi deve far supporre ad uno stile povero, semplice o banale. Max, infatti, riesce con nonchalance ad utilizzare tecniche narrative anche difficoltose da mettere in pratica (ad esempio la tecnica del contrappunto) senza farci mai notare questa sua incredibile capacità, sempre camuffata da sue ammissioni di goffaggine e di inesperienza. Il testo, dunque, è scritto molto bene e presenta lo stile tipico di Jonathan Coe.
Proprio grazie all'incredibile divertimento che accompagna la lettura del testo (per il quale ho inserito la tag "umoristico" proprio per questo motivo e non perché sia definibile all'interno del genere), il libro termina ad una velocità sorprendente. Io l'ho letto "a rate", per seguire le tappe del gruppo di lettura e mi è sempre dispiaciuto dovermi fermare (cosa che mi capita di rado, anche se il libro mi sta piacendo). Il ritmo di lettura è, perciò, molto veloce.
In conclusione, I terribili segreti di Maxwell Sim è il libro più divertente di Jonathan Coe e, per questo, credo che sia anche tra i più adatti ad essere letto da qualunque lettore e, per questo motivo, lo consiglio a tutti. Come spesso accade nei suoi romanzi, anche qui vengono citati innumerevoli libri, che verrà voglia di leggere, e fatti reali, che verrà voglia di conoscere più approfonditamente.
L'amarezza, riscontrata e da me poco amata negli ultimi testi dello scrittore, è presente solo nella conclusione e nel messaggio che se ne può trarre.
Il prossimo libro di questo autore che leggeremo insieme sarà Expo 58 (disponibile anche nella promozione Feltrinelli "2 Libri a 9.90€"), se volete partecipare al gruppo Telegram potete scrivermi sui social o alla mail!