TRAMA IN BREVE

Fabrizio Castellani, un archeologo di 35 anni, va a Volterra per studiare e pubblicare un lavoro su una statua etrusca chiamata L'ombra della sera. Gli eventi lo porteranno, però, ad indagare su avvenimenti molto più recenti e molto più vasti che faranno vacillare tutte le certezze del protagonista.

RECENSIONE

Valerio Massimo Manfredi è un ottimo autore ma, personalmente, lo ritengo più portato e capace quando racconta di eventi passati realmente accaduti romanzandoli il necessario per renderli scorrevoli e intriganti. 

Questo libro non è un romanzo storico; si tratta di una trama interamente inventata dall'autore e, per questo motivo, non l'ho apprezzato come altri suoi romanzi. Se Chimaira fosse stato uno dei suoi primi romanzi avrei potuto pensare che i difetti rilevati fossero dovuti all'inesperienza di Manfredi come scrittore ma ho notato che in libri con ambientazioni storiche scritti in precedenza non cade negli stessi elementi che non ho apprezzato in questo romanzo.

Il personaggio principale, Fabrizio Castellani, è una vera e propria contraddizione vivente, per dare ambivalenza e spessore ad un personaggio è assolutamente legittimo renderlo anche incoerente con se stesso ma non fino a questo punto. Viene presentato sin da subito come un personaggio molto razionale che non si spaventa facilmente e dà spiegazioni razionali su tutto ciò che accade mentre nelle sue azioni ciò non viene per niente riscontrato dal lettore. Non solo è il primo a credere a pensare a soluzioni fantasiose ma ne è anche il portavoce; ne è talmente convinto che cerca di convincere anche gli altri. Un comportamento del genere ce lo si può aspettare da un personaggio razionale solamente dopo un po' di tempo che esperisce qualcosa non da un momento all'altro e sin dall'inizio del libro.

La trama è piuttosto banale, prevedibile e scricchiolante. Impossibile non capire sin dal primo indizio dove va a parare e lascia sinceramente molto perplessi che i personaggi ci arrivino con tale lentezza, forse un tentativo di far prevalere la razionalità del protagonista che, però, non essendo spiegata non viene affatto percepita. I rapporti che si instaurano tra i personaggi in un così breve tempo non sono credibili né realistici, passi per l'innamoramento facile di alcuni, ma un tenente che dà totale fiducia ad un completo sconosciuto in mille e più occasioni non l'ho potuto proprio digerire.

Chimaira non è un libro di un unico genere, ho inserito la dicitura "horror" perché presenta scene volutamente ideate per far crescere la tensione e possono indurre paura, ma niente di sconvolgente che induca i lettori più sensibili ad evitarne la lettura. Non si tratta nemmeno di un giallo vero e proprio ma parlando di un'indagine in corso può comunque essere considerato in parte un poliziesco e può piacere agli amanti del genere.

Il linguaggio mi ha lasciata ulteriormente perplessa. Lo stile di Manfredi non è certamente scorrevole, ma in questo libro si modifica continuamente. Sicuramente c'è stata una buona attenzione da parte dell'autore di modificare lo stile a seconda del personaggio che parlava però spesso e volentieri ho incontrato note stridenti tra un pezzo e l'altro, non posso nemmeno dare la colpa alla traduzione trattandosi di un romanzi italiano. Un esempio è lo stesso linguaggio del protagonista, dotto e complicato in un momento e scurrile e spiccio in altri. Anche in questo caso capisco che l'intento potesse essere quello di far capire l'agitazione di Fabrizio in alcune scene ma mi è parso talmente marcato da rendere il personaggio piuttosto lunatico. In più, come ho già detto, dovrebbe essere piuttosto razionale e poco emotivo e, in questi passaggi, non lo dimostra affatto. 

Ci sono alcune descrizioni, non lunghissime ma un po' difficili da seguire. L'attenzione del lettore tende a scemare durante quei brevi momenti, le descrizioni però sono sempre riguardanti elementi che vengono notati dal protagonista in base ai suoi interessi e i suoi studi perciò rende i pensieri del soggetto assolutamente coerenti, anche se un po' noiose. L'amore che Fabrizio mette nel suo lavoro, però, è un elemento assolutamente positivo, specie nell'ottica dei tempi odierni in cui per molti è visto più come un obbligo da assolvere che un modo di ampliare i propri interessi.

Ho messo "ni" a riguardo del consiglio perché ritengo sia altamente personale; non si tratta di un libro imperdibile ma, allo stesso tempo, può essere godibile quando si cerca qualcosa di leggere e poco impegnativo. Al mare sotto l'ombrellone magari l'avrei considerato più godibile e avrei notato meno alcune dissonanze, perciò lo consiglio per situazioni di puro svago o a chi si trova ancora impegnato nelle sue prime letture e, per questo, nota meno certi particolari che rovinano l'atmosfera generale del libro.

TRAMA COMPLETA (CON SPOILER)

"Fabrizio Castellani arrivò a Volterra una sera di ottobre a bordo della sua Fiat Punto, con un paio di valigie e la speranza di vincere un posto da ricercatore all'Università di Siena." Il romanzo inizia così, introducendoci la figura del protagonista ancora ignaro di tutto quello che gli accadrà durante la storia.

Fabrizio si dirige immediatamente dal Soprintendente regionale Nicola Balestra, colui che deve rilasciargli il permesso di lavorare e analizzare la statua "l'ombra della sera". Ottenuta la conferma di poter svolgere il lavoro a cui si vuole dedicare, Fabrizio si reca immediatamente nel laboratorio a lui dedicato al Museo.

Sin dalle prime ore in cui lavora iniziano le stranezze che si susseguiranno per tutto il romanzo: all'una di notte riceve una telefonata in cui una voce di donna gli impone di lasciar star il fanciullo, cioè la statua che il protagonista vuole analizzare. Questa chiamata e un ululato di un animale sconosciuto che incute timore a Fabrizio, lo inducono a tornare a casa immediatamente.

Il giorno successivo la scena si sposta su una scena del crimine. Il tenente Marcello Reggiani si trova davanti al cadavere di Armando Ronchetti, un tombarolo piuttosto conosciuto da quelle parti. Si scopre che, mentre il defunto e altri due suoi colleghi stavano cercando di aprire e saccheggiare una tomba etrusca, la polizia arrivando li ha fatti scappare e che, successivamente, è stato trovato il cadavere di uno dei tre, apparentemente dilaniato da una bestia feroce.

Essendo il Soprintendente molto impegnato, viene dato incarico a Fabrizio di occuparsi della tomba etrusca scoperta. Il protagonista scopre ben presto che la tomba è quella di un Phersu, cioè di un uomo che è stato ucciso da una belva feroce e poi sepolto con essa. Veniva fatto questo nell'antichità quando un soggetto si macchiava di un delitto tale da rendere necessario, per le genti di quel tempo, una punizione superiore a quelle impartite per delitti minori e si considerava anche un sacrificio a Dio. Il Phersu, infatti, aveva possibilità di difendersi dalla bestia perché, sebbene avesse una mano legata e gli occhi bendati, nell'altra mano aveva una spada. In questo modo c'era la convinzione che, se il soggetto moriva, era perché era colpevole ed era stato giudicato da Dio stesso.

Nel frattempo Fabrizio conosce Francesca, una collega che si interessa del ritrovamento della tomba e lo aiuta a fare ipotesi al riguardo. Il protagonista decide di chiamare anche una sua amica esperta di ossa, Sonia, che possa aiutarlo ad identificare lo strano animale ritrovato nella tomba e, mentre si trova al telefono con lei, sente nuovamente l'ululato sentito il primo giorno.

Il tenente e Fabrizio, scambiandosi opinioni a riguardo dell'omicidio commesso notano una connessione tra l'apertura della porta della tomba e la presenza dell'animale che incombe su Volterra, notano persino che i denti dello scheletro animalesco che sono stati ritrovati coincidono con i solchi lasciati sul corpo di Ronchetti.

Un nuovo mistero viene a galla: il Soprintendente sta lavorando alla traduzione di sei tavole che parlano di una maledizione che ricorda in molti aspetti ciò che è successo al Phersu ritrovato da Fabrizio, questi si convince che in quelle tavole vi sia la soluzione alla situazione pericoloso che stanno vivendo a Volterra, l'animale infatti continua a mietere vittime e, visto che Balestra non vuole mostrargliele, si mette d'accordo con Francesca per poterle recuperare. Anche il racconto della signora Pina, padrona della locanda in cui Fabrizio suole cenare, sembra avere un lato misterioso; in un palazzo disabitato da anni la signora vede delle luci accendersi e, lo stesso Fabrizio vi vede entrare un bambino sconosciuto. Sonia ricostruisce un'immagine 3D del muso dell'animale ritrovato nella tomba partendo dallo scheletro da lei ricostruito, immagine utile al protagonista, una volta tornato a casa. Viene chiamato per l'ennesima volta dalla donna che gli induce di stare lontano dal fanciullo, esce per vedere se qualcuno lo sta spiando e ha un incontro ravvicinato con l'animale che minaccia i cittadini di Volterra: è quasi identico alle immagini mostrategli da Sonia.

Il collegamento tra la tomba e gli omicidi presenti si fa sempre più marcato ed ogni mistero si infittisce sempre di più. Fabrizio trova un indirizzo e lo segue, convinto sia stato mandato dalla donna misteriosa che lo chiama per dirgli di non toccare il fanciullo, trova un bar e la barista è proprio la donna, gli ripete di lasciar perdere tutto, facendolo sentire minacciato. Subito dopo viene investito da Francesca, senza riportare danni se non un po' di stordimento e, chiamato da Reggiani, scopre che le chiamate che gli sono state fatte dalla donna non sono partite dall'indirizzo da lui raggiunto bensì dalla casa di un certo Pietro Montanari. Fabrizio va a casa di Montanari e vede la donna delle telefonate uscirne, una volta allontanasi lei dalla casa, l'archeologo decide di parlare con l'uomo per capire il suo ruolo nella storia. Si scopre che è Montanari ad aver fatto sapere al Soprintendente l'ubicazione delle sei tavole e ammette che ce n'è una settima e che la donna gli ha appena confermato la sua ubicazione ma si rifiuta di dirla a Fabrizio. Nello stesso momento si sente un ululato e i due capiscono che l'animale sta andando lì per loro. Fortunatamente la polizia accorre nello stesso momento, perché seguiva l'archeologo e la bestia riesce ad uccidere solo Montanari. Francesca dà al protagonista una registrazione con le scritte delle tavole.

Fabrizio si mette subito a tradurle, lavorando notte e giorno e dimenticandosi persino di mangiare e scopre la storia dell'uomo ritrovato nella tomba. Un uomo,Lars Thyrrens, desiderato da tutte le donne, desiderava avere l'unica che non gli si concedeva, la moglie di Lars Turm Kaiknas. Servendosi di uno stratagemma riesce ad indurre la donna in una stanza lontana e cerca di violentarla. Il figlio della donna, però, si sveglia e vede tutto. Thyrrens allora decide di uccidere sia lui che la madre. Kaiknas accorre a vedere cosa succede e trova i due cadaveri. La gente vede solo lui, con in mano il pugnale che ha ucciso suo figlio, davanti ai due cadaveri. Egli viene accusato della loro morte e gli viene designata la morte del Phersu, descritta prima.

Il tenente e l'archeologo vanno insieme dalla donna del bar per scoprire qualcosa di più su di lei ma ella nega recisamente di conoscere Fabrizio Castellani e i due, non sapendo che pesci prendere, decidono di rimandare. Si accorgono però che le suole delle scarpe della donna sono sporche di argilla, come se avesse camminato sottoterra. Il figliastro della donna segue Fabrizio fino a casa sua, gli dice che vuole diventare anche lui un archeologo e che non vuole più vivere con la sua matrigna che lo maltratta. Lui decide di chiamare Francesca per occuparsi del piccolo, ma quando lei arriva, il bambino è scomparso, i due lo cercano in lungo e in largo per le strade limitrofe ma non lo trovano, decidono allora di andarlo a cercare nel palazzo disabitato vicino alla locanda della signora Pina perché Fabrizio è convinto che si tratti dello stesso bambino che aveva visto entrare in quel palazzo giorni prima. Entrando nell'edificio riescono a trovare Angelo, il bambino ha in mano la settima tavola, ma quando cercano di uscire trovano ogni via di fuga sbarrata. Riescono a trovare un passaggio segreto che, sottoterra, li porta lontani dall'edificio ma, improvvisamente, incontrano l'animale tanto temuto.

La bestia si appresta ad ucciderli ma, inaspettatamente, Angelo si interpone tra lei e i due archeologi e l'animale scappa via. La barista viene arrestata perché si scoprono moltissimi reperti archeologici in un varco nascosto sotto al bar e Fabrizio va ad assistere al suo interrogatorio dove, però, la donna non fornisce nessun elemento utile a risolvere i misteri dell'animale e delle tavole. Francesca, intanto, riesce a tradurre il contenuto dell'ultima tavola e, convinta di aver capito il modo per fermare la maledizione, si precipita con Angelo dentro il palazzo dove l'animale ha fatto la sua tana.

Quando Fabrizio torna a casa e legge a sua volta la traduzione della settima tavola la interpreta in modo diverso e capisce che bisogna distruggere le ossa dell'animale ritrovato nella tomba, dopo averle separate da quelle dell'uomo. Francesca e Angelo rischiano di essere uccisi ma, all'ultimo momento, l'archeologo riesce a distruggere le ossa dello scheletro dell'animale e, anche l'animale vero muore.

Tutto si risolve, Angelo viene ridato alla sua vera famiglia e Francesca e Fabrizio si mettono insieme ufficialmente e, nell'epilogo, l'archeologo scopre che aspettano un bambino.

CITAZIONI

"Non sapeva che cosa pensare e l'impossibilità di trovare su due piedi una soluzione razionale a un evento apparentemente inspiegabile lo infastidiva oltremodo." 

"Erano passati solo tre giorni da quando era arrivato e gli sembrava di essere precipitato in un vortice di pazzia."

"Chi uccide. Ne sono certo. Può essere ucciso."

"Ma il tono di quelle parole, apparentemente banali, risuonò come quello di un'oscura minaccia, di una sentenza, come se si riferisse all'ultimo pasto o all'ultima sigaretta concessa al condannato a morte."

"Sentiva forte il bisogno di un sentimento che gli riempisse l'animo e ne cacciasse il terrore che lo stava occupando, un terrore cieco che in ogni istante poteva scatenare in lui comportamenti assurdi e irrazionali."

"Ma dietro la sua espressione e le sue parole si intuiva un disperato bisogno di comunicare, di parlare con qualcuno, di scaricarsi, forse, di un peso insopportabile."

"Anche la morte uccide. Ma non può essere uccisa."

"Un tempo doveva essere stata una donna di una bellezza fuori dal comune, di quel tipo di bellezza aggressiva e spudorata che fa smarrire il senno a un uomo, che lo perde senza rimedio."

"Le ferite del passato tornano a sanguinare nel presente, a volte, provocando ancora dolore."

"I debiti vanno pagati... non importa quando."

"Quando i pochi che possono parlare vogliono essi stessi dimenticare, dopo un po' tutto torna normale."

QUARTA DI COPERTINA

Il giovane archeologo Fabrizio Castellani scopre una misteriosa anomalia all'interno di una statua etrusca. Al telefono una voce femminile gli intima di abbandonare la ricerca. Volterra, teatro della vicenda, è nel frattempo sconvolta da una scia di sangue. Qual è il segreto dell'antica statua etrusca? Quali le ragioni della serie di morti atroci che sembra avere origini lontanissime? Un romanzo dal ritmo incalzante, pieno di colpi di scena, ambientato nel presente eppure strettamente collegato a un passato lontano.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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