Di Kazuo Ishiguro, premio Nobel per la Letteratura del 2017, non avevo letto ancora nulla.
Il gigante sepolto è un romanzo fantasy e, forse, non il migliore da cui iniziare.
Lo stile utilizzato, infatti, è molto aderente al genere raccontato e non so se possa corrispondere alla scrittura usuale dell'autore.
Le parole scelte sono perfette per rendere l'atmosfera fantasy/fiabesca ma non lasciano un particolare segno: non mi sarebbe possibile distinguere la sua narrazione da quella di altri romanzieri inglesi che si occupano dello stesso genere.
Inoltre, sono rimasta spiazzata da questo elemento perché, a causa della mia ignoranza sull'autore, pensavo che esso avesse una forte influenza orientale, in realtà Ishiguro può essere considerato un inglese dalle sole origini giapponesi e ciò si riscontra molto nella sua scrittura.
L'incipit del libro introduce l'ambientazione: ci troviamo nell'antica Britannia, subito dopo il regno di Artù.
La trama è interessante e significativa. Una fitta nebbia avvolge ogni luogo, impedendo ad ogni persona di conservare i proprio ricordi. Anche il passato prossimo viene immediatamente dimenticato.
Nello svolgimento questo aspetto viene approfondito e pian piano spiegato, ma saranno molte le verità che scopriremo solamente all'ultimo e che ribalteranno la maggioranza delle nostre certezze.
Il finale è, senza dubbio, il momento migliore del romanzo grazie all'importanza di ciò che accade.
Il ritmo di lettura è lento, ma tramite un escamotage strutturale scorre più velocemente, inducendo il lettore a proseguire.
L'escamotage di cui vi parlo è anche l'elemento che dimostra maggiormente la bravura dell'autore. Tra un capitolo e l'altro, infatti, troviamo salti temporali che vengono colmati con lunghi flashback che, spesso, contengono al loro interno altri ricordi anche meno recenti.
Questa scelta strutturale è difficilissima da portare avanti e perché diventi non solo un aspetto piacevole ma anche il suo più grande punto di forza, bisogna che l'autore abbia una grande capacità. Ishiguro non fallisce e ci mostra tutta la sua bravura, nonostante essa non basti a colmare tutti gli spazi vuoti della storia. Una narrazione più lineare probabilmente sarebbe stata noiosa per i più, ma avrebbe obbligato lo scrittore ad aggiungere molte più scene.
I personaggi da lui descritti sono bugiardi e smemorati (a volte per scelta). È facile comprenderne le conseguenze: non impariamo a conoscerli se non quando svelano la loro vera essenza e, anche il quel momento, non si ha l'impressione di averli conosciuti nel profondo ma solamente per loro alcune caratteristiche. Non ho apprezzato i loro rapporti interpersonali, soprattutto quello dei due anziani coniugi.
L'atmosfera oscilla tra il fiabesco e il mistery: comprendiamo che ci sono molte cose che non quadrano e a portarci avanti con la lettura è più la curiosità di comprendere cosa nascondano i protagonisti che la volontà di godersi il loro cammino.
Il messaggio è chiaro: cosa siamo noi senza la nostra memoria? Le emozioni che proviamo hanno un senso, se sono destinate a perdersi nell'oblio? Ishiguro lascia al lettore trarre le proprie conclusioni, sebbene la direzione prescelta sia evidente e porti alla significatività del finale.
In conclusione, Il gigante sepolto di Kazuo Ishiguro è un fantasy di livello che scorre senza troppi intoppi e lascia un bel ricordo. È piacevole ma non mi ha fatto comprendere al meglio il perché dell'assegnazione del Premio Nobel. Procederò presto a leggere altro dell'autore per poterne avere una visione più ampia.
Lo consiglio a tutti perché è piacevole ed interessante, sebbene non lo indicherei mai in una lista di letture immancabili.
Se siete esperti dell'autore vi invito a farmi sapere cosa ne pensate di questo romanzo: è tra i migliori? E lo stile utilizzato è quello usuale?