Aaron e gli dei combattenti è il primo volume della serie fantasy Il prescelto.
Come sapete, l'intento primario del mio blog è quello di far conoscere ai miei lettori i libri nel modo più oggettivo e completo possibile: non voglio solamente dirvi se un libro mi è piaciuto o meno ma desidero anche spiegarvi il perché e, soprattutto, è fondamentale per me che voi, attraverso le mie parole, riusciate a capire se quel determinato romanzo è adatto a voi.
Essendo una persona, però, è inevitabile che nei miei giudizi vi siano anche tantissimi fattori soggettivi quali i gusti, l'esperienza, il sesso, l'età, le convinzioni che, volente o nolente, non mi possono permettere di raggiungere l'oggettività completa, specialmente nei voti e nel pro, indifferente e contro dove non sono le parole a spiegare bensì un numero o una particolare collocazione.
In alcuni libri questo può far sì che il voto sia più alto di quello che sarebbe stato se non avesse colpito un mio particolare punto debole, in altri accade l'esatto opposto.
Nel caso di Aaron e gli dei combattenti, mi rendo conto che, rispetto all'oggettività del romanzo, i miei giudizi saranno spesso inferiori a quelli che voi potreste ritenere giusti, a causa di preferenze personali che, in alcuni casi, fanno la differenza.
Come sempre, vi parlerò del romanzo sia in termini oggettivi che soggettivi, sottolineandovi in cosa si tratta di me e in cosa, invece, io centro ben poco. Vi invito, perciò, a non soffermarvi sui meri dati quantitativi e a leggere quanto scriverò di seguito per poter veramente carpire l'anima del romanzo e non solo l'idea che sono riuscita a farmene io. Conosco ormai i miei lettori fissi e so che è difficile che facciate una lettura superficiale, ms in questo caso lo specifico particolarmente perché ritengo che la differenza potrebbe notarsi particolarmente.
Parto con il dire che ritengo il contenuto (ciò che dipende dal lavoro dell'autore) di questo volume di ottima qualità: in particolare lo stile è quello di uno scrittore che sa scrivere e che impiega il giusto impegno per farlo. Come be sapete il modo in cui è scritto un libro è l'aspetto che più conta per me nel giudizio di una lettura e Claudio Massimo mi ha convinta da subito con la sua prosa.
D'altro canto, il romanzo è fatto anche di un editing che, personalmente, imputo ben poco all'autore e la presenza di numerosi refusini ha fatto sì di inficiare in parte la piacevolezza di quanto leggevo. Da non addetta ai lavori mi permetto semplicemente di dire che, se ci fosse stata una cura maggiore sotto questo aspetto, sono certa che il romanzo mi sarebbe piaciuto di più. Nonostante non si tratti dell'aspetto prevalente per il mio giudizio perché preferisco guardare sempre più al contenuto che alla fattura. Aggiungo, inoltre, che l'estetica del libro è accattivante e ispira immediatamente e che, perciò, non intendo con le mie parole affermare che non vi sia stato un lavoro dietro ma, semplicemente, che alcuni aspetti per me fondamentali dovrebbero essere curati maggiormente in futuro.
Il secondo aspetto che apprezzato molto è l'ambientazione. Mi è piaciuta la descrizione di ogni luogo e paesaggio; sia quella relativa all'Irlanda e il suo panorama sia quella relativa al mondo fantastico dipinto dall'autore.
Il cielo sembrava un'immensa tavolozza di colori, mischiati fra loro da una mano sapiente, che si era divertita a ricreare delle sfumature tra l'azzurro del cielo che stava imbrunendo e l'arancione infuocato dei raggi del sole, su un tappeto di nuvole rese striate dal soffio leggero di una dea.
L'incipit del libro è utile ma non carpisce l'attenzione. Si tratta di un'impostazione piuttosto classica dove conosciamo il protagonista e le informazioni principali riguardanti l'ambientazione. Soggettivamente l'ho apprezzata perché dà chiarezza ed è ben scritta come, del resto, accade in tutto il romanzo.
Anche la trama ha un gusto classico, e con questo non intendo che sia già vista, ma che contenga al suo interno aspetti ed elementi che potremmo aver già assaporato in altri libri del genere. La magia della storia si sente da subito e il lettore di prepara a vivere un viaggio speciale insieme al protagonista.
Lo svolgimento è molto più pieno di quanto potessi aspettarmi: tantissime sono le nozioni ed i personaggi introdotti, capita davvero di tutto e, io, ho faticato a stare dietro ad una narrazione così intensa e ricca di particolari.
Il finale, non ho potuto apprezzarlo perché, secondo il mio punto di vista, è tronco. Proprio perché nel libro succedono tantissime cose, mai mi sarei aspettata una conclusione che non chiude nulla. Io capisco che nei romanzi di una serie debba esserci, necessariamente, un punto di congiunzione tra un volume e quello successivo, però senza che vi siano dei livelli diversi di trama io, davvero, non riesco a terminare la lettura di una serie senza esserne scontenta. Mi spiego meglio: se la missione principale per essere raggiunta avesse bisogno di più fasi per realizzarsi io riuscirei a capire e ad accettare che vi sia, ad esempio, il compimento di una vicenda a romanzo ma, quando la storia è unica e non si nota mai la fine di qualcosa, terminare il romanzo in un punto qualunque mi dà la sensazione di essere stata abbandonata. Naturalmente mi rendo conto che vi siano dei tempi editoriali che non mi competono ma, da lettrice, questo è un aspetto che non sono mai riuscita ad apprezzare e, negli ultimi tempi, sono diventata anche più insofferente al riguardo. Non si tratta, dunque, di un finale sbagliato, fatto male, incomprensibile ma di un non finale, può piacere o meno e, purtroppo, io faccio parte della seconda schiera.
Il protagonista è un animo buono, gentile, sensibile, dolce e coraggioso. Si tratta di un ragazzo e, come è giusto che sia, esprime i dubbi del giovane catapultato in una realtà diversa ed inaspettata ma, a parte lo smarrimento necessario alla credibilità della storia, accetta ciò che gli accade perché capisce che si tratta di qualcosa di più di grande di lui. Di male in tutto questo non c'è nulla, anzi, anche in questo caso l'autore rispetta i canoni del fantasy più classico e non c'è alcun momento in cui il protagonista non convinca o sembri sbagliato; convince sempre. Anche in questo caso, però, quello che ritengo possa essere anche solo un gusto passeggero porta il mio cuore a chiedermi: com'è possibile essere così? Purtroppo la mia capacità di sognare in un Destino superiore e, soprattutto, in persone buone e basta, in questo periodo è latitante e, per questo motivo totalmente soggettivo e non dipendente da altro, mi ha portata a non farmi trascinare dagli accadimenti.
Si trattava semplicemente di una scelta, l'autore l'ha intrapresa e l'ha portata a termine egregiamente, solo che al momento la strada presa dalla mia necessità è parallela a questa. Se amate, perciò, il concetto di predestinazione e volete leggere di personaggi che possono essere veramente i Buoni, amerete questo romanzo.
«Ne avrei fatto volentieri a meno, questa cosa mi sta sconvolgendo la vita.»
Trattandosi di un libro rivolto ad un pubblico giovane, inoltre, ritengo che quello della gentilezza e della bontà sia anche un ottimo messaggio e che Claudio Massimo abbia intrapreso la strada più giusta.
Come ho detto in precedenza l'atmosfera magica si percepisce in tutto il romanzo. Sin dalle prime descrizioni, seppure totalmente indipendenti dalla trama fantastica, possiamo percepire un'alone di energia positiva che circonda tutto e ci fa entrare nel genere fantasy in un battibaleno. Trovo che questo aspetto sia reso bene in ogni singolo elemento; la trama, il protagonista, le descrizioni ambientali, tutto sottende alla magia che avvolge i personaggi del libro e che, durante la lettura, avvolge anche noi.
Non è importante vincere o perdere la battaglia, l'importante è combatterla, perché finché ci sarà qualcuno disposto agire per l'equilibro universale e il regno della luce, il Supremo darà agli umani la possibilità di rimediare ai suoi orrori e di riconquistare quella spiritualità che andò perduta nella notte dei tempi.
Per l'enorme quantità di nozioni e avvenimenti che contiene penso che se il ritmo fosse stato differente avrei potuto gradire maggiormente la lettura. Come sapete perfettamente, io amo che ci si dilunghi e, anche in questo caso, avrei preferito scoprire tutto ciò che ci viene raccontato da Claudio Massimo più lentamente; a piccole dosi. Dato che, oltre tutto, la storia non è terminata, avrei addirittura preferito che questo volume fosse diviso in più libri, in modo tale da rendere più distese le scene narrate e rendere il tutto un po' più allungato e, per lettori come me, più fruibile. Ovviamente chi ha gusti contrari ai miei, (che mi rendo conto essere piuttosto inusuali e difficilmente condivisibili) potrà ritenere il ritmo come uno dei più grandi punti di forza; in Aaron e gli dei combattenti c'è davvero tanto e, sicuramente, non avrete modo di annoiarvi.
Non sempre è possibile leggere il libro giusto al momento giusto; soprattutto se cerco di rispettare i tempi per il blog. Probabilmente se avessi letto questo romanzo in un altro momento avrei potuto apprezzarlo di più dato che ne riconosco il valore, mi riservo perciò la possibilità di rileggerlo più avanti per vedere cosa potrò provare nei suoi confronti in un momento diverso, più adatto a questa lettura.
In conclusione, trovo Aaron e gli dei combattenti un buon libro che può piacere molto a diversi tipi di lettori (non solamente ai ragazzi!) e che contiene una buona positività, oltre che a ottime idee e qualità della scrittura. Lo consiglio, perciò, e spero che a voi riesca ad arrivare meglio che a me che, in questo momento, mi sento un po' come il Grinch con il Natale!