C'era qualcosa di rotto in me. Sarei diventata troppo temeraria, troppo autodistruttiva.
Blood of the Prophet è il secondo libro della serie il Quarto Elemento di Kat Ross. Come per la recensione del primo volume, The Midnight Sea ho ricevuto questo romanzo in anteprima da recensire per la data di uscita, cioè l'8 Dicembre.
Purtroppo, per diversi motivi, non sono riuscita ad adempiere al mio compito e, per questo, mi scuso nuovamente con l'editore, Dunwich Edizioni. Ora, però, sono qui e parto immediatamente con la recensione!
Blood of the Prophet continua da dove eravamo rimasti con The Midnight Sea, i due romanzi non solo sono collegati ma non possono essere considerati autoconclusivi: perciò il mio consiglio è sempre quello di leggerli entrambi in ordine cronologico, sebbene in questo secondo volume gli avvenimenti principali del primo siano ben ricordati e raccontati, rendendo così semplice a chi non ha letto il volume precedente di riuscire a comprendere ciò che succede e, a chi ha letto il primo libro molto prima, di ricordare ciò che può avere dimenticato a causa del tempo trascorso.
Lo stile dell'autrice è, ovviamente, sempre lo stesso. Si tratta di un romanzo per ragazzi e, dunque, lo stile è quello tipico di uno Young Adult. Ciò che apprezzo maggiormente di Kat Ross è la sua capacità di riuscire ad utilizzare un lessico in tutto e per tutto adeguato alla storia che racconta. Troviamo, perciò, un gergo diverso da quello che utilizzeremmo noi perché, come è ovvio, nel mondo raccontato esistono cose che noi non conosciamo e sono accaduti avvenimenti che, ovviamente, non ci appartengono e influenzano grandemente la vita della popolazione.
L'aspetto stilistico influisce grandemente sull'ambientazione del romanzo. Infatti, la consapevolezza che ciò che viene raccontato dipende moltissimo dalla geografia del luogo ci fa immaginare al meglio il mondo in cui tutto si svolge. Inoltre, l'autrice si sofferma spesso nella descrizione di luoghi e paesaggi, facendoci creare un'immagine mentale piuttosto nitida dell'ambientazione che circonda i personaggi. Ross riesce a descrivere tutto senza apparire pedante, anzi, ciò che racconta tramite le immagini, ha ancora più forza delle azioni stesse.
Gatti magri si aggiravano tra i banconi, alla ricerca degli scarti di pesce. I tavoli erano riparati da tende dai colori accesi; formavano un labirinto di luci e ombre che echeggiavano dei suono delle contrattazioni fatte ad alta voce.
L'incipit stupisce chi ha letto il libro precedente perché non inizia con il punto di vista che abbiamo imparato a conoscere nel primo volume, bensì con qualcosa di inedito che ci fa immediatamente incuriosire su ciò che succederà in questo nuovo volume.
La trama della storia è un prolungamento di quella precedente e inizia molto in sordina. Gli avvenimenti in questo libro sono decisamente meno rispetto a quelli di The Midnight Sea, dove inoltre, i momenti più statici erano facilmente comprensibili data la natura introduttiva del primo volume di una nuova saga. Non so da quanti libri sarà composta la serie ma l'impressione che ho avuto è stata quella di un libro scritto più per completare determinati aspetti e poter quindi andare avanti con la trama vera e propria, piuttosto che di qualcosa di travolgente. È principalmente nella seconda metà del romanzo in cui si susseguono gli eventi più importanti; dove troverete anche una scena che vi colpirà particolarmente. Saranno, però, gli equilibri all'interno del gruppo a cambiare molto e, sicuramente, ciò influirà molto su ciò che accadrà nel prossimo volume.
Il finale è aperto e, questa volta, dispiace di più proprio perché ci si sente più coinvolti nella conclusione che nella prima parte del romanzo. Non trattandosi di un libro autococlusivo si terminano le pagine senza essere del tutto appagati da quello che si è letto, per quanto sia possibile distinguere un diverso momento all'interno della storia che può, perciò, giustificare il passaggio da un volume all'altro.
Ho apprezzato particolarmente la struttura del libro che, oltre ai capitoli ai quali eravamo abituati in The Midnight Sea in prima persona, in cui la narratrice è Nazafareen, inserisce dei nuovi punti di vista in terza persona. Inoltre, saranno i cattivi ad essere presi in causa in questi nuovi capitoli, e gli antagonisti per me hanno sempre più fascino.
Il ritmo di Blood of the Prophet cambia con l'avanzamento della lettura. Inizialmente l'ho trovato molto lento perché, come ho già detto, non presenta al suo interno moltissimi avvenimenti e, inoltre, ribadisce aspetti già accaduti per poter ricordare ai lettori il punto da cui si sta partendo nella storia. Nella seconda parte, invece, troviamo lo stesso ritmo di The Midnight Sea e ci facciamo coinvolgere più facilmente, macinando pagine su pagine.
In questo secondo volume mi aspettavo una maggiore caratterizzazione dei personaggi che, invece, è avvenuta solamente in parte. Ognuno di loro ha una diversa personalità, come già abbiamo notato leggendo il libro precedente, però a parte alcuni aspetti che vengono pensati dalla protagonista, non abbiamo l'impressione di conoscerli meglio rispetto all'inizio della storia.
Tijah provava a nasconderlo, ma aveva una vena di vanità larga un miglio.
Questo è il motivo per cui io non sono riuscita ad entrare totalmente nell'atmosfera. Di avvenimenti importanti e significativi per la vita dei personaggi ce ne sono, ma a parte stupirmi positivamente delle scelte letterarie intraprese dall'autrice, non sono stata felice o infelice per loro. Non escludo, però, che ciò possa invece accadere per molti di voi, specie per i più giovani e/o dotati di una maggiore sensibilità.
Era tutto ciò che poteva fare per arrivare al minuto successivo, all'ora successiva. Capì — con pochissima sorpresa — che non le sarebbe dispiaciuto morire.
In conclusione, Blood of the Prophet è un secondo volume piacevole ma non sorprendente come il primo, lo consiglio solo a chi ha letto il volume precedente e l'ha amato perché lo potrà sicuramente apprezzare di più rispetto ai neofiti della serie.