Non hai mai capito niente di Marco Freccero è il primo volume della Trilogia delle Erbacce, si tratta di tre raccolte di racconti e, penso, che sia possibile leggerli anche non ordinatamente riuscendo ad apprezzare comunque ogni singola storia.
Il primo pensiero delle mia recensione lo voglio dedicare a coloro che detestano, a priori e senza conoscerlo, il Self Publishing. Ci sono persone che non leggono libri autopubblicati perché li ritengono scritti male e scartati dagli editori per le loro manchevolezze. La verità, ovviamente, non è questa e chiunque abbia letto una buona quantità di libri di questo genere sarà certamente d'accordo con me, perché ci sono libri validissimi e libri scritti male in entrambe le schiere della pubblicazione. Un giorno, magari, farò un discorso più approfondito al riguardo e argomenterò il tutto per bene.
Ho affrontato questo discorso perché Non hai mai capito niente non solo è un chiaro esempio di un libro ben scritto e con un contenuto ottimo, di cui vi parlerò dopo, ma è anche ben fatto, accurato, un lavoro che si capisce essere nato e cresciuto con tutte le cure del caso. Aspetto assolutamente bistrattato, a volte, in casi di pubblicazione da parte di un editore (specialmente se furbetto).
Ultimamente sto leggendo sempre più libri e, involontariamente, mi capita di trovare errori e refusi in ogni libro che leggo. Sono cose che capitano e certo non mi soffermo su quelli, almeno che non siano talmente numerosi da inficiare la piacevolezza della lettura ma, bene o male, ne trovo almeno uno a libro. E, checché ne pensino i lettori più "snob" anche nelle grandi Case Editrici capita eccome di inserire dei refusi nei loro romanzi. In questa raccolta, invece, io non ne ho trovato nemmeno uno, e per una volta ho voluto parlarne per mettere in mostra l'ottimo lavoro dell'autore.
Solitamente io tra romanzo e antologia di racconti preferisco il romanzo. I racconti mi piacciono, come del resto amo ogni genere di Letteratura, ma mi coinvolgono sempre meno. Il perché è collegato alla frase che spesso vi ho scritto io preferisco sempre il troppo, al troppo poco, quando si tratta di letture. Nei racconti, a causa della loro brevità, capita spesso che manchino determinati aspetti come l'introspezione dei personaggi e l'atmosfera e che siano maggiormente improntati sulla trama ad effetto ed indimenticabile, questo mi porta ad apprezzarli ma, spesso, a non amarli davvero.
Questa raccolta di racconti, invece, è speciale. Talmente piena di significato, talmente emotivamente coinvolgente che, se di ogni storia ne fosse stato tratto un romanzo sarebbe stato davvero troppo, mentre così non siamo assolutamente davanti al troppo poco. Ogni racconto mi è sembrato perfetto, nato per essere così, senza accorciare o allungare niente. Ogni storia ti raggiunge e, mai e poi mai, pensi che cambiando qualcosa sarebbe stato meglio.
Le trame sono legate a ciò che può succedere a tutti noi, durante il corso normale della nostra vita. Essere licenziati, non arrivare a fine mese, avere problemi coniugali, dover fare di tutto per poter sfamare i propri piccoli. Problemi che, purtroppo, sono molto attuali e che inquadrano perfettamente la realtà che ci sta attorno. Queste storie non sono fantasiose, non sono fantasy, non aggiungono elementi inventati, raccontano di noi e di quello che abbiamo intorno. Di per sé perciò non sono le idee iniziali ad essere particolari ma è la capacità dell'autore di dipanarle e renderle così reali e forti nello svolgimento che le rende indimenticabili.
Gli stessi personaggi sono persone comuni, desiderosi di vivere una vita giusta, normale e, possibilmente, felice. Io mi sono rivista in ognuno di loro, non per somiglianza, ma perché l'autore riesce a farci entrare nei loro pensieri, ci fa provare quello che provano loro, ci fa affrontare insieme a loro situazioni che speriamo non ci capiterà mai di affrontare ma che sono lì, vicino a noi. Ogni personaggio ha un carattere e una personalità differente ma, tutti, hanno capacità di autoanalisi e non sono superficiali. Mi è piaciuto moltissimo anche il rapporto che intercorre (nella maggior parte dei casi) tra i personaggi dello stesso racconto, amori veri, madri che vivono per i loro figli, persone che si interessano alla vita degli altri e non le schermano dietro un pregiudizio. Anche in questo caso, Freccero fa spesso vedere il meglio di noi e, anche quando fa vedere i difetti, lo fa con una precisione chirurgica, senza generalizzare mai.
Prima di fare questa recensione ho letto qualche opinione su Amazon e, forse, ho sbagliato. Perché trovo che l'atmosfera percepita da ognuno di noi sia stata diversa da quella dell'altro. Il motivo è legato, secondo me, a come si affronta la vita. Entrando così tanto dentro alle storie dei personaggi, si vive come se stessero capitando a noi e, così, le nostre emozioni vanno là dove andrebbero se davvero fossimo coinvolti in prima persona. Io ho sentito angoscia, un ansia perenne che mi agitava e mi scuoteva, sono stata triste, ho persino versato qualche lacrima, in altri casi ho provato rabbia. Ho letto questo libro al mare, il luogo in cui per me è più difficile provare queste emozioni, perché è un luogo che amo, che mi rasserena e mi rende felice, eppure, questi racconti mi hanno attirata così tanto dentro di loro da non farmi minimamente percepire tutte quelle sensazioni che di solito provo leggendo un libro sotto l'ombrellone. Sono rimasta colpita dal modo in cui questi racconti mi sono entrati dentro e mi hanno fatto male, io che spesso ho il problema di rimanere troppo distaccata nelle mie letture. L'autore ha dimostrato una capacità che non è assolutamente semplice trovare e che, davvero, ti fa vivere mille vite diverse.
Lo stile dell'autore è diretto, efficace senza dover fare giri di parole ma non scarno e non banale. Non si fa notare, sono i personaggi ad essere i protagonisti del libro e lui è semplicemente il narratore che fa sì che tu li possa conoscere. Ho apprezzato tutto ma, in particolare, ho amato i dialoghi. Anche questi ultimi rispecchiano la semplicità che non sfocia mai in banalità; sono chiari, verosimili e rimangono facilmente impressi, aiutano a loro volta a conoscere meglio i personaggi. Bellissime anche le similitudini presenti in alcuni momenti che fanno comprendere perfettamente il concetto che l'autore vuole esprimere.
In ogni racconto l'ambientazione è differente e non svolge sempre un ruolo importante nella vicenda. Le descrizioni di luoghi ed oggetti è presente ma non viene specificata nei dettagli. Noi vediamo le persone e ci concentriamo su di loro, non ci viene da chiederci cosa c'è attorno. D'altro canto, però, io ho visto ogni singola scena come se fosse in un film, mi ero così immedesimata nelle loro storie che le loro case, i loro luoghi di lavoro, hanno preso vita senza che nemmeno me ne accorgessi. Anche in questo penso che l'autore sia riuscito a scrivere esattamente ciò che serviva per poter apprezzare ogni racconto.
Io l'ho letto tutto d'un fiato, ma credo che il modo migliore sarebbe leggere un racconto ogni tanto, per interiorizzarlo al meglio. Non ho dubbi che rileggerò io stessa in questo modo per riprovare la sensazione provata alla prima lettura ancora ed ancora. Il ritmo di lettura adeguato per me è, perciò medio. Non dilungandosi in aspetti secondari e non essendo mai noioso non è assolutamente un libro lento, d'altro canto penso che una lettura più veloce e meno attenta non gli renda affatto giustizia. Questa raccolta va iniziata quando si ha voglia di leggere qualcosa di profondo che colpisce l'anima e ci fa riflettere, non è un libro d'intrattenimento adatto a momenti di semplice svago.
Io lo consiglio a tutti perché so che, se letto nel giusto momento, non potrà che piacervi. E vi dirò di più, a scatola chiusa vi consiglio anche gli altri volumi della Trilogia delle Erbacce perché sono sicura siano altrettanto validi.
Infine, vi svelo il mio racconto preferito: La fortuna che abbiamo. È quello che mi ha fatto maggiormente male ed è anche quello che non dimenticherò mai. Se anche voi avete letto la raccolta scrivetemi qui nei commenti o sui social quale avete preferito, sono curiosa!