Appunti di un venditore di donne è il secondo libro che leggo di Faletti. Anni fa ho letto "Io uccido" libro che ricordo di aver apprezzato anche se con qualche piccola riserva. Anche con questo libro ho avuto la medesima impressione. Questo romanzo è diverso dal primo Faletti che ho letto perché non rientra totalmente in un genere specifico.
Il libro può essere diviso idealmente in due parti; la parte iniziale che arriva circa a metà delle pagine del romanzo è più riflessiva e lenta. Ciò che accade nella prima metà serve, di fatto, per intavolare adeguatamente tutti gli elementi che serviranno poi nella seconda parte. La seconda parte è un vero e proprio thriller all'italiana, molto limitato nelle pagine ma ben fatto. L'etichetta di thriller è dovuta, ovviamente, a questa seconda parte. Per chi volesse una lettura di un thriller puro, non è questo il caso. Dato che queste due metà sono diverse sotto molti punti di vista, capiterà che vi spieghi più nel dettaglio a quale parte mi riferisco con i miei commenti.
Parto immediatamente parlando dello stile dell'autore che, pur restando lo stesso, varia molto dalla prima parte alla seconda. In entrambi i casi ho sia motivo di apprezzarlo che qualche dubbio al riguardo. Nella prima parte del romanzo, ci sono molte riflessioni del protagonista che portano l'autore a scrivere molte frasi che io chiamo "da citazione", cioè le classiche frasi che vengono messe ad hoc in un romanzo che poi verranno citate perché particolarmente belle, vere o significative. Non escludo che un autore possa ragionare e scrivere in questo modo anche spontaneamente, però, quando ci si ritrova frasi di questo tipo continuamente il dubbio legittimamente viene. L'effetto è un po' alla Fabio Volo e non mi è piaciuto. D'altra parte, bisogna dare anche una chance alle frasi e vedere se, oltre all'effetto cercato, vi sia anche un senso che le renda veramente interessanti e non buttate lì solamente per i lettori più creduloni. Devo dire la verità, per quanto sia restia ad apprezzare questa scelta stilistica devo ammettere che ho apprezzato parecchie frasi e, perciò, non ritengo né una nota di vanto né un aspetto negativo lo stile di Faletti in questo libro. Nella seconda parte lo stile, come ho già detto, si modifica. Essendo impostata come thriller vengono a mancare molte riflessioni e con esse anche le frasi "da citazione" in compenso vengono narrati più fatti e, anche qui, ho apprezzato lo stile ma non lo valuterei positivamente perché è molto sbrigativo. Capisco la volontà di dare un ritmo diverso al romanzo, ma passare da una metà libro con milioni di riflessioni ad una metà che racconta solo i fatti, senza nessuna pausa di sospensione, non mi è sembrato un metodo indicato. In poche parole entrambe le due parti sono esagerate, una con troppi fronzoli e una con troppi pochi. Non si può dire che sia scritto male, ma nemmeno che sia ben fatto, almeno secondo i miei canoni.
Il ritmo è altrettanto difficile da valutare perché, come si evincerà, cambia notevolmente nelle due parti. All'inizio non è eccessivamente lento, ma sicuramente non si può considerare serrato, successivamente è fin troppo sbrigativo. Tutto sommato, avendo letto il romanzo molto velocemente, direi che ha un buon ritmo e che possa essere letto anche dai lettori che si stufano facilmente.
La suspense c'è, inizialmente perché non si sa dove andrà a parare il romanzo e ci si chiede cosa sta per succedere, ben consapevoli che non potrà durare la routine descritta e successivamente perché, anche se tutto succede velocemente, si scoprono novità su novità e ci si chiede "cosa salterà fuori ancora"? Quindi è una caratteristica riuscita anche se, magari, non forte come in altri thriller. I colpi di scena ci sono e sono stati inaspettati, almeno per me.
La struttura è ben riuscita; tutti gli elementi si collegano adeguatamente, non ci sono discrepanze o cose non spiegate. Il senso di finzione che ho sentito per quanto riguarda lo stile l'ho sentito, però, anche qui. Tutto torna ed è ben costruito ma tutti i dettagli che vengono forniti alla fine del romanzo, tutti questi collegamenti con qualunque azione intrapresa dai personaggi, mi hanno dato un po' troppo l'idea di preconfezionato, cosa che non mi fa impazzire preferendo i libri scritti di getto. Lo considero comunque un elemento positivo perché non ha nulla da eccepire, ma volevo farvi presente questa impressione che, comunque, ho quasi sempre davanti a thriller strutturati in questo modo.
La trama, tutto sommato, non è molta. Leggiamo la vita di Bravo, ciò che gli accade e il futuro ma non c'è qualcosa che mi abbia particolarmente colpito come idea. Anche il punto di vista del "venditore di donne" per quanto sia assolutamente nuova non l'ho considerata particolarmente rilevante perché si comporta diversamente da ciò che si pensa di questa categoria, non l'ho visto come un modo per imparare e conoscere una realtà diversa piuttosto come un qualcosa raccontato dall'autore attraverso la sua immaginazione. Non mi sentirei di consigliare questo libro per la trama né sconsigliarne la lettura per lo stesso motivo.
L'ambientazione è la prima cosa che mi è piaciuta e quella che apprezzo di più anche adesso, a posteriori. Non conosco Milano e non so se ciò che è scritto mi abbia fatto capire quello che veramente è in realtà, o almeno una sua sfaccettatura, ma ogni descrizione mi è entrata dentro e mi ha fatto vivere qualcosa, come se la conoscessi. Mi capita raramente di soffermarmi su questo aspetto in un romanzo, non perché non sia oggettivamente importante ma perché, soggettivamente, non mi dice mai molto. In questo caso, invece, l'ho amata. Avendo letto molti libri considero sempre particolarmente apprezzabile quando mi capita che, leggendo un libro, una sua particolarità mi colpisca maggiormente e mi faccia provare qualcosa di nuovo e, quando succede, capisco ancora di più il perché amo leggere.
I personaggi sono fortemente legati all'ambientazione, anche in questo caso non posso dichiarare di sapere se c'è verosimiglianza con persone che fanno quel tipo di mestiere, la loro umanità, però, è ben descritta. In questo caso avrei preferito un maggior approfondimento, magari nella seconda parte dove, magari, avrei provato più empatia per tutti loro, se solo li avessi conosciuti meglio. Credo che fosse volere dell'autore quello di far capire come noi esseri umani tendiamo a conoscere superficialmente le persone a noi vicine, però per apprezzare un libro io, essendo così anche nella vita, ho bisogno di capirli, mettermi nei loro panni e così mi è stato impossibile. La loro moralità non la commento dato che vengo considerata spesso e volentieri una "bachettona" su certi argomenti. Sicuramente non si tratta di esempi da seguire.
I dialoghi sono interessanti, specie quelli tra Bravo e il suo vicino Lucio. Per il motivo scritto qui sopra, però, non li ho ritenuti particolarmente rilevanti. Quando i rapporti tra i personaggi non hanno niente di speciale, nemmeno i dialoghi possono essere speciali.
Il messaggio, come ho già anticipato, per me c'è. Questo romanzo ci fa capire che, anche se conosciamo qualcuno da anni, questo non significa che sappiamo realmente com'è fatto. Lo stesso Bravo nasconde il suo segreto a tutti i suoi amici, non confidandosi con nessuno. Io sono d'accordo solo in parte; non tutti sono interessati ad avere quel tipo di rapporto con le altre persone ma penso che, se lo si desidera, può succedere. Ovviamente entrambe le parti devono volerlo e, ance così, non si conoscerà mai una persona nella sua totalità, andare oltre la superficiale conoscenza però è assolutamente possibile e anche auspicabile quando si tratta di affetti e persone care. Non so se poi questo messaggio l'ho letto solo io o era veramente intenzione di Faletti inserirglielo perché nel romanzo non ci sono riflessioni tali da farlo capire chiaramente. Avrei preferito approfondisse di più questo aspetto dando così un senso maggiore a questo libro, almeno per me. Il libro è ambientato nel periodo in cui c'è stato in sequestro di Aldo Moro, il romanzo è molto legato a questo e l'autore manda un messaggio anche relativamente a questo; i politici e i potenti sapevano. Riguardo a questo non commento perché non amo i libri con queste finalità né quando sono d'accordo né quando sono in disaccordo. Per chi è interessato al discorso può essere, però, un incentivo alla lettura.
Lo consiglio perché si legge velocemente, è apprezzabile e ben scritto. Adatto ad una lettura disimpegnata sotto all'ombrellone o, comunque, in un periodo di svago.