Ettore Petrolini. Proprio lui, il grande attore-macchiettista-fumettista d'inizio Novecento, il sommo talento del varietà capitolino.
Il giallo di Ponte Sisto è il terzo volume della serie gialla di Max e Francesco Morini, edita da Newton Compton.
I tre volumi di questa serie sono collegati dalla presenza dei medesimi investigatori, in particolare la figura del libraio Ettore Misericordia (che dà il nome alla serie) e del suo aiutante Fango (narratore della vicenda). Ciò che accade nei tre libri è completamente scollegato e, perciò, è possibile leggerli anche in ordine sparso senza avere alcuna difficoltà di comprensione.
Roma è la vera e propria protagonista dei romanzi scritti dai due fratelli romani, che inseriscono in ogni testo che scrivono riferimenti attenti, puntuali e dettagliati a strade e luoghi realmente esistenti, fondamentali anche per la risoluzione del caso. Le descrizioni fanno vivere Roma sotto ai nostro occhi, e ci fanno venire voglia di visitarla e di conoscerla più profondamente.
La storia è ambientata a marzo e lo scorrere dei giorni è costantemente segnalato, senza sembrare però ridondante. È possibile capire cosa è accaduto nei diversi giorni e ricostruirlo, senza troppe difficoltà.
Sebbene in questo volume, così come nei precedenti, vengano citate canzoni, film e opere, Il giallo di Ponte Sisto si sofferma, per la prima volta, più su una persona che sull'Arte, anche se quest'ultima è ben rappresentata nella figura prescelta: Ettore Petrolini. Il comico sarà il perno attorno al quale girerà tutta la trama e gran parte del volume sarà destinato a ripercorrere la sua carriera e la sua vita. Sarà un'ottima occasione per i nostalgici di riassaporare un'epoca ormai persa e per coloro che non l'hanno vissuta di scoprire una realtà ormai cambiata.
«Prima di lui le "macchiette", come si diceva all'epoca del varietà, erano personaggi schizzati, abbozzati, "macchie", appunto, senza nessuna psicologia. Petrolini gli dà un'anima: mai visto Gastone? È il suo personaggio più famoso».
Nonostante la grande importanza dell'ambientazione e del tema prescelto, la parte "gialla" non finisce in sordina e, anzi, la sua soluzione si dimostra più complessa (e difficile da indovinare) di quanto si possa immaginare inizialmente. Lo svolgimento, dunque, oltre che interessante ed utile (è impossibile leggere un libro di questi autori senza aver imparato qualcosa su Roma, ma anche in generale) è intrigante e porta a chiedersi chi sia il colpevole, proprio come dovrebbe fare ogni buon giallo.
Lo stile dei fratelli Morini è attento alle parole ma scorrevole. Ogni volta riescono ad inserire all'interno dei loro scritti nozioni, trama, battute legate a giochi di parole in tema, creando una miscellanea omogenea, convincente e, soprattutto, divertente. Spesso le parole utilizzate sono importanti anche per la risoluzione del caso!
Un loro libro termina velocemente, proprio grazie al modo in cui è scritto; leggero ma consapevole. Il ritmo di lettura, perciò, non solo non sarà un problema ma, anzi, vi indurrà a comprare e leggere anche gli altri volumi.
Anche la struttura del libro lo rende facilmente fruibile; i capitoli sono brevi e titolati con frasi fondamentali per il loro contenuto, spesso sono loro stesse nozioni o citazioni importanti, che avranno modo di essere spiegate e raccontate all'interno del capitolo.
I personaggi fissi si ritrovano con piacere; i loro schemi comportamentali sono ormai conosciuti e motivo di divertimento e ogni loro cambiamento viene spiegato dal narratore. Per coloro che non hanno letto nulla degli autori sarà tutto egualmente evidente, perché il necessario viene sempre specificato, senza mai essere di troppo per chi, invece, sa già tutto.
I personaggi nuovi saranno avvolti da un alone di mistero; ci è chiaro che mentono o che possono mentire e li vediamo esclusivamente come possibili colpevoli, non ci fidiamo di loro e riserviamo tutte le nostre simpatie ai due protagonisti.
In conclusione, un giallo ben fatto, divertente e che insegna molto. È un altro volume riuscitissimo di questi due autori di cui vi consiglio ogni scritto, perché il loro modo di narrare e spiegare riesce a coinvolgere e a insegnare, creando un risultato davvero unico.
Il solo aspetto che, da nostalgica, mi è mancato è la maggiore rilevanza dell'arte rispetto al resto: la figura di Petrolini è affascinante e resa molto bene, ma mi è mancata la forte rilevanza di una corrente artistica, sebbene in questo volume sia evidentemente il Liberty ad essere chiamato in causa (e ben spiegato, anche nel perché si chiama così in Italia).
Art Nouveau, Modernismo, Modern Style, Jugendstil: solo da noi l'arte nuova dell'inizio del Novecento si chiama Liberty. Perché? Perché Sir Arthur Lasenby Liberty era il proprietario di un grande emporio a Londra che proponeva proprio oggetti e manufatti di quella nuova tendenza: partecipò con la sua ditta all'Esposizione Universale di Arti Decorative di Torino all'inizio del secolo e poi, et volilà, l'italico genio appioppò il suo cognome a tutto il movimento.
Lo consiglio. Trovo che questo libro, così come i suoi predecessori, sia adatto ad ogni tipo di lettore e di necessità. È semplice e veloce come una lettura d'intrattenimento ma pieno di informazioni utili come un saggio o un testo maggiormente impegnato. Provare per credere!