L'autunno è la stagione della quiete e della riflessione. I desideri si affievoliscono e lasciano spazio ad atmosfere oniriche caratterizzate dal distacco e dalla chiusura in se stessi, in una sorta di raccoglimento con il proprio io. Cadono le foglie marroni, gialle, rosse, rinsecchite, che come mummie delicate si posano sul pavimento, icone della morte esteriore. La meditazione prende il posto delle passioni e dell'energia, mentre nell'intimo alberga l'angoscia della morte apparente e la malinconia dei ricordi sui quali il nostro animo indugia come un amante che vive di quel solo amore. Pensieri profondi e intimi testimoniano la fase della maturità e della fine dell'esperienza carnale e vibrante.
Giardino d'autunno è un romanzo di Roberto Chirico edito da Edizioni Haiku.
Mai come in questo caso il titolo di un'opera rispecchia il suo contenuto; due degli aspetti fondamentali di questo volume sono, infatti, il linguaggio dei fiori e l'autunno e grande protagonista della prima parte del libro è proprio un giardino che contiene al suo interno piante e fiori tipicamente autunnali.
I fiori e i loro significati vengono raccontati in modo molto dettagliato e descrittivo e sarà possibile per il lettore imparare moltissime nozioni al riguardo.
Un altro tema su cui si potrà imparare qualcosa è la lirica, in particolare al riguardo di Maria Callas.
Lei era un soprano. Il più grande soprano mai esistito. Ha dato voce alle figure femminili più imponenti che l'arte si sia mai degnata di inventare. La sua voce particolare, la sua agilità vocale, l'estensione erano impareggiabili.
L'autunno è visto in contrasto con la primavera; l'uno grigio, plumbeo, limitato e triste, l'altra colorata, felice, libera e positiva. Questa dicotomia rappresenta lo stato d'animo del protagonista (Amish), giovane ragazzo che, però, sta vivendo un momento di sconforto che ben si associa all'autunno e quello di Zaira, donna novantaduenne ma piena di vita, e allegra come la primavera.
In quel giardino, invece, qualcuno aveva dato vita a una sinfonia di colori proprio durante quella stagione, come se si trattasse di una primavera, sovvertendo l'immagine che generalmente si ha dell'autunno. Una mano sapiente aveva disposto quei fiori con il preciso intento di meravigliare chiunque si fosse soffermato ad ammirare anche solo per un attimo quel giardino in piena stagione autunnale. Qualcuno si ribellava alla decadenza della vita, alla morte apparente e proprio nel momento del crepuscolo concentrava le proprie energie per infondere di vitalità un mondo tetro e plumbeo.
Il messaggio del libro è chiaramente riferito a questo: alla capacità del riuscire a rendere l'autunno, inteso anche come stagione della vita stessa, un'eterna primavera. A questo è associato l'altro grande tema del romanzo: l'amore.
Amish cominciava a capire che quel percorso per arrivare alla casa era anche un itinerario metaforico, la strada da fare per giungere al cuore della proprietaria.
Amish viene dall'India e ha lasciato il suo Paese, che ama profondamente, alla volta dell'Italia proprio perché non riesce ad accettare la condizione della donna nel suo luogo d'origine, nonostante questo, però, non è riuscito a scrollarsi completamente di dosso alcuni pregiudizi su quello che il genere femminile può permettersi o meno di fare, ed è stato proprio questo a rovinare il suo rapporto con Jamila, divenuta ormai la sua ex ragazza.
Zaira, invece, ha una visione completamente contraria ed estrema del rapporto di coppia e dell'amore, che viene visto come qualcosa di carnale, istintivo, privo di calcoli e di gelosia. Per lei nessuna regola conta, davanti ai sentimenti.
Quella donna era pronta a tradire il marito come se nulla fosse in preda a una passione incontrollabile. L'indiano si augurò di non cadere mai così nella trappola del fuoco della passione. Riteneva che questo avvicinasse le persone agli animali.
Nello svolgimento i due personaggi avranno uno sviluppo intuibile sin dall'inizio che rischia, però, di inficiare la forza di quanto detto precedentemente, perché il cambiamento di Zaira ci farà completamente cambiare idea su di lei e, di conseguenza, sull'efficacia delle sue teorie.
Gli altri personaggi sono raccontati solo superficialmente e ricoprono ruoli ben definiti e poco piacevoli, in particolare le uniche tre donne di cui si parla incarnano stereotipi in cui difficilmente la lettrice si potrà ritrovare (la pettegola, la fedifraga e la maliziosa). Su di esse il protagonista, apparentemente poco aduso al corteggiamento, ha un magnetismo incomparabile che le induce a comportarsi in modo estremamente passionale o, comunque, malizioso, senza che lui faccia assolutamente nulla per incoraggiarle.
In India, ma anche nel resto del mondo, le donne subiscono violenza per mano degli uomini, e lui aveva urlato perché stava subendo violenza da una donna italiana.
Il linguaggio, specialmente all'inizio, è aulico, denso e significativo, dà bene la sensazione dell'atmosfera autunnale ma rallenta la scorrevolezza della lettura, che risulta piuttosto pesante, seppur interessante. Talvolta, però, il gergo diviene colloquiale lasciando spazio a modi dire e anche a costruzioni sintattiche che solitamente non si trovano in uno scritto (ad esempio: avrebbe "fatto" difficoltà, anziché avrebbe avuto difficoltà). Lo stile si snellisce con l'avanzare della storia e con l'avvento della "primavera" sull'atmosfera generale. Talvolta vi sono scene, specialmente quelle che descrivono le donne, che vengono descritte con scelte lessicali che colpiscono per la loro estraneità all'atmosfera generale, in genere elegante e raffinata.
Angelina si era divertita un mondo a tenerlo sulla corda per un po', anche perché non le riusciva mai di vedere il suo amico macho sbavare dietro di lei.
Sono presenti alcuni errori grammaticali e qualche refuso, niente che infici la lettura ma la cura non può essere considerata perfetta.
In conclusione, Giardino d'autunno è un romanzo che insegna dal punto di vista nozionistico/culturale e che nasce evidentemente con un intento più che apprezzabile: parlare in positivo della figura femminile e della sua libertà di scelta ed azione. Questo, però, è mostrato in un modo estremo che ho trovato soggettivamente poco condivisibile e oggettivamente poco coerente con quello che succede nel finale.
È un libro che, dunque, può piacere o meno. Sicuramente è perfetto e lo consiglio per questo periodo autunnale a chi ama leggere titoli legati alla stagione e che, visto il significato malinconico e tendenzialmente negativo che si dà a questo periodo, desidera contrastarlo, scoprendo come farlo diventare una primavera, anche se solamente nei vostri pensieri. Non so, però, se l'intento "femminista" dell'autore possa essere considerato riuscito e, per questo aspetto, non lo consiglio.