Il diario segreto di Madame B. è il libro d'esordio di Emanuela Esposito Amato, edito a settembre 2018 da Alcheringa Edizioni.
Si tratta di un romanzo che riesce a far convergere caratteristiche, solitamente molto lontane tra loro, in un unico testo, creando qualcosa di unico nel suo genere.
Con il descriverlo, voglio partire dalla sua struttura.
I piani narrativi sono due e si alternano nella narrazione senza seguire una regola prestabilita; sono stati inseriti dall'autrice in modo tale da creare al meglio una sinergia tra le due diverse storie. La prima, quella che potremmo definire la principale, ci presenta il punto di vista di Joséphine, giovane donna single che cerca di sbarcare il lunario con un lavoro culinario che, però, non corrisponde alle sue più grandi ambizioni. La giovane, infatti, è esperta di antiquariato e vorrebbe, più di tutto, lavorare indipendentemente in questo campo. Questo racconto è in prima persona presente e il punto di vista rimane sempre lo stesso.
La seconda storia, invece, è raccontata sotto forma di diario. La donna che lo scrive si chiama Delphine ed ha un carattere e ambizioni molto differenti. Le parti di testo dedicate a questo secondo piano narrativo sono facilmente individuabili, oltre che per la differente struttura narrativa, anche per la grafica con cui vengono rappresentate, infatti le parti di diario sono incorniciate da eleganti ghirigori che ce le segnalano anche sfogliando velocemente le pagine.
E non trascuro questo diario, dove trovo tregua alle mia angustie. Posso scrivere tutto quello che sento senza timore di essere letta, grazie al posto in cui lo nascondo, un cassetto segreto così ben celato che sfiderei chiunque a scoprirlo.
Anche la prima storia talvolta presenta strutture diverse dalla narrazione abituale, al suo interno infatti sono contenuti anche messaggi e email. Questi, però, consistono solamente in una piccola parte del testo, ben distribuita, e hanno la capacità di rendere ancora più scorrevole la narrazione. C'è, ad esempio, una parte in cui la giovane protagonista tenta di inviare una mail riscrivendola con approcci molto differenti tra loro: scena molto divertente, oltre che credibile!
I capitoli sono sempre brevi, non sono numerati ma si possono distinguere grazie ai differenti titoli. Le parole presenti nella denominazione del capitolo si ritroveranno anche all'interno del testo, facendo sempre capire il perché della scelta di quel nome piuttosto che di un altro, non sono mai eccessivamente anticipatori e talvolta presentano anche frasi, nomi o citazioni importanti, come il capitolo chiamato "Tanto gentile e tanto onesta pare", chiaro riferimento al verso di Dante Alighieri.
Ultimo aspetto strutturale da esplicitare è la sua linearità: mentre all'inizio e alla fine della storia principale vi sono due salti temporali necessari alle finalità della trama, tutto il resto del testo procede semplicemente scandendo chiaramente (anche se non esplicitandola ad ogni capitolo) ogni variazione temporale. In quella secondaria, invece, essendo essa scritta a diario, troverete sempre luogo e data di scrittura di quella determinata pagina, così come richiede questa particolare struttura narrativa.
L'ambientazione, sia geografica che temporale, è attenta e precisa in entrambi i piani narrativi.
Quello principale è ambientato prevalentemente a Napoli (ma fa più volte tappa anche in Francia) e si svolge nel 2013.
Il centro storico di Napoli è brulicante di gente, macchine e motorini a qualunque ora del giorno – e della notte – per cui quando arrivo in via San Sebastiano, il fermento è vivissimo e tanto dinamismo aiuta il mio umore a passare dal nero deciso al grigio incerto.
L'autrice pennella (senza mai esagerare) anche il contesto socio-politico italiano, inserendo egregiamente i suoi personaggi all'interno di esso. C'è la crisi, la disoccupazione, trovare lavoro non è semplice: Emanuela Esposito Amato ne tiene conto anche per raccontarci la vita della sua protagonista che, infatti, vive in un momento lavorativo piuttosto precario.
Il 2013 si affacciava con auspici più incoraggianti e segnali positivi dai nostri politici. La ripresa, dicevano, poteva essere alle porte, a condizione che votassimo per loro. Risultato? Una continua alternanza di governi, tutti ugualmente presi dalla stessa dedizione ai lavori di alta sartoria: taglio delle spese e cucitura delle tasse. Da quando ho coscienza politica, che io ricordi, ogni governo sostiene che è colpa di quello precedente che non ha tagliato e cucito come si doveva. Bella roba.
Lo stesso accade nella parte secondaria, anche se in modo diverso, dato che le due donne che potremmo identificare come protagoniste hanno, senza dubbio, priorità e, dunque, pensieri, molto distanti tra loro. Non ci sono anacronismi (la seconda storia inizia nel 1840) e le differenze temporali si notano senza che esse debbano essere evidenziate in alcun modo.
Anche nello stile dell'autrice riscontrerete tantissime diverse caratteristiche, ben calibrate, che riusciranno a rendere la varietà del volume.
Il primo aspetto evidente è l'attenzione che Joséphine mette nel proprio linguaggio: le parole utilizzate anche nei pensieri tra sé e sé sono spesso maggiormente ricercate rispetto a quelle usualmente utilizzate dalle persone comuni, ma questo appare naturale sin da subito. Il suo modo di parlare è attento, ma sempre preciso (le parole utilizzate sono le migliori per esprimere il concetto che vuole rendere) e non dà mai una sensazione di falsità (talvolta gli autori, specie nei primi romanzi, tendono ad usare appositamente paroloni alfine di dimostrare la loro erudizione creando, però, un effetto pomposo e poco credibile, qui non accade).
Ho cercato di sgretolare barriere di indifferenza, ma i detriti si ammassavano inerti, scorie impossibili da smaltire. Sbattevo la testa contro un muro di gomma e ogni volta il contraccolpo era il più doloroso.
Il secondo aspetto che noterete è che la protagonista è umana e, quindi, non è sempre uguale. Se da una parte, infatti, noterete l'attenzione che la donna dà al linguaggio, dall'altra vi apparirà evidente come nei momenti di maggiore emozione, le sue esclamazioni presenteranno maggiori espressioni gergali, dialettali o frasi idiomatiche. Questo è altrettanto normale e credibile perché, come tutti, Joséphine dimostra di avere un'emotività che si esplicita anche nel suo modo di parlare (che, comunque, rimane coerente e similare per tutto il testo).
Terzo aspetto che noterete è che il linguaggio non solamente ci racconta qualcosa della protagonista, ma anche di tutti gli altri personaggi. Ognuno di loro, infatti, nei dialoghi rappresenta sé stesso, con scelte di parole decisamente differenti tra loro. Sebbene questo tratto sia evidenziato non cade mai nel cliché e non appare forzato.
«Ma cos'è questa mania del cacchio di infarcire l'eloquio di termini stranieri?»
La narrazione denota anche l'ironia/verve della protagonista, che per quanto abbia un'indole pessimista non diventa mai cinica e riesce a raccontarci ciò che le accade e i vezzi degli altri personaggi senza mai deriderli, facendoci solamente divertire.
Lo ringrazio profusamente, lui si schermisce con un cenno della mano, come a dire "ma non è niente, che diamine, sono abituato a salvare tutti i giorni donne in difficoltà sotto a un nubifragio".
Grazie alle scelte narrative, le due introspezioni psicologiche maggiormente comprensibili sono quelle delle protagoniste delle due storie, Delphine e Joséphine, che ci fanno conoscere i loro pregi, i loro difetti e anche il loro modo di pensare ed agire.
Lavoro in modo metodico, così risparmio tempo e fatica nelle varie fasi di elaborazione. Predispongo attrezzature e ingredienti sul piano di lavoro e do il via all'esecuzione.
Mi piacerebbe poter agire così anche su di me. Gli ingredienti di oggi sono indecisione, inquietudine, tentazione, paura di fallire, senso di inadeguatezza.
Anche se degli altri personaggi conosciamo esclusivamente l'impressione della narratrice della storia principale, riusciamo comunque a vedere al di là delle apparenze iniziali, grazie al carattere di Joséphine, sempre pronta a ricredersi in meglio e a non dare nulla per scontato.
La trama del libro è ben comprensibile e semplice da seguire, in moltissimi risvolti è anche facile da indovinare ma questo non pregiudicherà la voglia di continuare a leggere il romanzo, che io ho terminato in due giorni e che anche voi, sicuramente, finirete velocemente.
Il suo svolgimento, però, si arricchisce di complessità e vedrà la protagonista talvolta comportarsi o prendere decisioni totalmente irrazionali e apparentemente poco coerenti con il suo carattere. È lei stessa, però, a farcelo notare: lei, donna estremamente razionale si accorge di agire e pensare in modo estremamente sconsiderato. Come un essere umano, dunque, si concede la possibilità di sbagliare e di agire in maniera poco razionale e, se visto esternamente, meno credibile.
Questa volontà viene rappresentata anche dal messaggio del testo, desumibile da un'aforisma che diventa un mantra per Joséphine: Un pessimista è uno che crea difficoltà dalle sue opportunità e un ottimista è colui che crea opportunità dalle sue difficoltà. Sebbene la giovane sia portata al pessimismo, infatti, cercherà di cambiare questa sua natura e a credere in qualcosa di positivo, trascinata dall'istinto, contagiando anche il lettore.
Si tratta del primo libro di questo editore che leggo e ho trovato una buona cura, non impeccabile ma attenta.
In conclusione, Il diario segreto di Madame B. è un romanzo che si legge velocemente e facilmente come un chick lit, ma che porta con sé contenuti anche molto profondi. Inoltre, grande è lo studio e la conoscenza dell'autrice al riguardo di alcune nozioni di cui verrete a conoscenza durante la lettura del testo. Ho apprezzato in particolare i riferimenti ad alcuni classici della letteratura come ad esempio La signora delle camelie, libro che ho letto e che, ammetto, non avevo grandemente apprezzato e che ora, con le mie nuove conoscenze, sono sicura apprezzerò di più alla prossima lettura.
Lo consiglio sia a chi ha bisogno di una lettura leggera, sia a chi desidera imparare qualcosa. Il connubio raggiunto da Emanuela Esposito Amato è invidiabile e non semplice da ottenere e potrà rendere felice ogni tipo di lettore. Se amate i classici francesi o avete voglia di conoscerli meglio, non può assolutamente mancare nelle vostre librerie.
Il volume è totalmente autoconclusivo ma l'autrice sta lavorando ad un seguito, perciò preparatevi a rincontrare Joséphine!