Forse solo l'inesorabile avanzata della globalizzazione e della modernità, dopo aver macinato e distrutto la parte più vera, genuina e antica dell'India, porterà modelli diverse e altre consapevolezze e aspirazioni. Ma sarà un bene o un male? Chissà.
Indian Emoticons di Patrizia Caiffa è un libro che contiene tutte le sfaccettature che raccontano il rapporto dell'autrice con l'India. In questo libro possiamo, perciò, trovare un po' di tutto e, proprio per questo, mi trovo in difficoltà nell'impostare la recensione.
Quando recensisco, la prima domanda che mi faccio è se il libro in questione sia di narrativa o meno, perché ciò che ricerco in una categoria, non è quello che desidero trovare nell'altra. Indian Emoticons, invece, non può rientrare in uno schema fisso perché contiene sia ricordi di viaggio dell'autrice, sia reportage che, opere di vera e propria narrativa. Perciò la recensione che seguirà sarà, sicuramente, diversa da tutte le precedenti.
Come sapete, io sono una persona molto schematica e, quando leggo un libro caotico (anche se solo nella sua eterogeneità) fatico ad apprezzarlo.
Indian Emoticons è un volume ben strutturato, è diviso in quattro parti (Sguardi, Emozioni, Storie e Cronache) e, quindi, è semplice comprendere il filone seguito dall'autrice in una determinata sezione. Trattandosi, però, di un libro molto breve, io ho vissuto i cambiamenti di stile e, soprattutto, di obiettivo, con difficoltà: era poco il "tempo" per abituarmi ad un determinato aspetto prima di giungere a qualcosa di diverso.
Dico questo perché si tratta di una mia personale peculiarità, condivisibile o meno, che ha grandemente influito sulla lettura e che, per questo motivo, deve essere spiegata, in modo tale da darvi la possibilità di capire se, in realtà, voi potreste apprezzare o meno la varietà fornita dall'autrice.
Ogni parte del libro è bella, interessante ed utile.
Nelle parti più personali si rivive il viaggio dell'autrice come se fossimo noi stessi a farlo, questo fa sì che persone come me, che non avranno forse mai la possibilità di ritrovarsi negli stessi luoghi di Caiffa, possano sperimentare quella sensazione di magia mista a preoccupazione che può verificarsi in un turista davanti a qualcosa che non conosce nel profondo.
Nelle sezioni più basate sull'oggettività e i reportage su eventi importanti accaduti durante i viaggi dell'autrice, troviamo tantissime informazioni che ci fanno capire la reale situazione della popolazione e ci raccontano eventi rilevanti di cui, forse, non eravamo a conoscenza prima della lettura.
In entrambe le modalità, sia quella più soggettiva che quella oggettiva, l'autrice esprime i propri pareri ed è principalmente grazie ad essi e alle sue riflessioni personali che riusciamo veramente a capire la portata di ciò che ci viene raccontato.
La cosa certa nella lettura di Indian Emoticons è che, una volta terminato, il vostro bagaglio di conoscenze sarà aumentato. Anche se foste degli esperti al riguardo, potreste trovare degli spunti di riflessione o delle esperienze personali dell'autrice che potranno aggiungere qualcosa a quello che già sapevate.
Lo stile dell'autrice mi è piaciuto maggiormente nelle parti biografiche, nonostante il calore e l'amore per il Paese raccontato siano chiari in ogni momento, persino in quelli dove chiunque avrebbe voluto essere altrove, ho trovato che nei racconti meno "ufficiali" uscisse maggiormente la persona anziché la professionista. In ogni caso, ho gradito lo stile narrativo in ogni sua sfaccettatura, anche nelle due storie create dall'immaginazione di Caiffa che ho trovato ben narrate, oltre che belle. Il mio problema è stato, dunque, l'eterogeneità, la persona che mi parlava era sempre la stessa ma mi sentivo più o meno estranea a lei a seconda della modalità usata per raccontarmi quello che ha incontrato.
I pensieri dell'autrice sono comprensibili nell'intero libro e, ciò, permette di percepire bene l'atmosfera da lei provata. Percepiamo l'emozione della scrittrice e, in parte, essa ci viene trasferita. Sentiamo sia la gioia della nuova avventura che la paura dello sconosciuto.
L'India è ottimamente descritta sia nella sua estetica (i colori, i luoghi, i modi) sia nella sua cultura e nella sua mentalità. Si tratta sicuramente di un'ambientazione interessante, che viene ben raccontata e, in primis, conosciuta da Caiffa.
Lo scopo del libro non era sicuramente quello di far conoscere l'India al lettore in maniera completa; era piuttosto quella di trasmetterci ciò che l'autrice ha provato e conosce al riguardo. Questo obiettivo è stato raggiunto, però, leggere notizie ed informazioni sparse, lascia in parte l'amaro in bocca, perché ci si sente più consapevoli ma, al tempo stesso, si capisce anche che le nozioni che ora sappiamo sono talmente poche da non permetterci di conoscere questo Paese nemmeno in piccola parte. Ritengo che l'autrice abbia scritto e raccolto questi racconti più per darci una parte di sé che per farci conoscere l'oggettività di un luogo e, per questo motivo, non vi è un particolare approfondimento; noi scopriamo ciò che lei stessa ha provato nei momenti raccontatici.
Conoscete tutti la mia prolissità e potete immaginare ciò che avrei potuto preferire: il racconto di un unico viaggio, ma approfondito in maniera tale da non permettermi di sapere qualcosa di meno della scrittrice.
In conclusione, ritengo che ogni singola parte del libro sia interessante, che l'utilità di questa lettura sia indubbia, che leggendo questo libro si potrà sentire più vicino un luogo così geograficamente lontano ma che, pubblicato tutto in un unico contesto, rischi di far perdere la particolarità di ogni singolo elemento.
Lo consiglio per due motivi.
Il primo è che capita sempre più spesso che gli autori scrivano più per il dovere di farlo che per una vera e propria passione e, in Indian Emoticons, si comprende chiaramente che l'autrice ha dovuto scriverlo, non ha semplicemente deciso di farlo.
Il secondo è legato ad una delle motivazione per cui si legge: la conoscenza. Scoprirete cose che non sapevate di questo Paese e, la conoscenza, va sempre e comunque perseguita.