I libri della Casa Editrice NN mi stupiscono ogni volta. Oggi è il turno di Papi di Rita Indiana.
Dato che lo scopo del mio blog e delle mie recensioni è quello di far conoscere al meglio tutte le caratteristiche di un libro, per far sì che il lettore possa comprendere se può fare o meno per lui, oggi, davanti ad un libro così diverso, mi trovo veramente in difficoltà.
Perché Papi non è un libro che può essere spiegato, perché per ognuno di voi vorrà dire qualche cosa di differente, perché è talmente fuori dagli schemi da rendere del tutto impossibile descriverlo con canoni oggettivi. Oggi, però, sono qui e, come sempre, cercherò di spiegarvi al meglio di cosa si tratta!
Non avevo mai letto un romanzo di Rita Indiana, perciò, non sapevo cosa aspettarmi dal suo stile; mai e poi mai avrei potuto immaginare quello che, effettivamente, è l'elemento più particolare di tutto il libro. Quest'ultimo, infatti, non solo è scritto in prima persona ma il punto di vista è anche particolare; si tratta di quello di una bambina. È lei a raccontarci della sua vita e quella di Papi. Questo aspetto, già diverso dal solito, crea un'ulteriore particolarità grazie alla dicotomia che si genera tra il punto di vista narrato e ciò che accade. Infatti, mentre chi racconta è una bambina, con tutte le sue necessarie ingenuità, i suoi voli pindarici fantasiosi e la sua tenerezza, dall'altro lato abbiamo eventi violenti, tragici, a volte volgari. Tutto ciò che viene raccontato nel romanzo, cioè, rappresenta quello che, solitamente, teniamo ben lontano dai bambini, in modo da non fargli sapere cose scomode prima del tempo. Leggere di cose del genere raccontantate proprio da una bimba, ingenua per l'età, ma più attenta del normale, perché già forgiata dagli esempi della vita, dà un effetto molto strano al lettore.
I protagonisti di questa storia sono facilmente individuabili: una è la bambina che ci racconta tutto, l'altro è Papi, il suo papà. Mentre della bambina conosciamo praticamente tutto perché leggiamo direttamente i suoi pensieri, di Papi ci resterà sempre un'idea del tutto parziale e nebulosa. Questo, ovviamente, è dovuto al fatto che la figlia, pur in parte consapevole del lavoro e della vita del padre (che fa il narcotrafficante), lo riesce a vedere come ogni bambina guarda il suo papà: un supereroe, qualcuno a cui affidarsi e che non sbaglia mai. È chiaro che le super doti del suo papà sono, certamente, ingigantite dall'amore che la figlia prova per lui e che i suoi difetti diventano, così, dei pregi più unici che rari.
Gli altri personaggi sono numerosi e anche meno rilevanti. Sia quando si tratta di un unico personaggio che di un gruppo di persone, ciò che essi rappresentano è più che altro un ruolo. Questo non fa altro che enfatizzare il ruolo del padre nella vita della bambina che, letteralmente, sembra vivere solamente quando ha sue notizie o sta con lui. Questo effetto è, ovviamente, voluto dall'autrice stessa.
La trama del libro può essere desunta già dalle mie precedenti parole: il libro parla della vita della bambina e della sua relazione con Papi. Sin dalle prime righe si arguisce che quello sarà l'argomento e che lo svolgimento sarà piuttosto particolare e fantasioso.
La struttura del romanzo è piuttosto caotica. Ovviamente bisogna tener conto che, se si legge qualcosa di creato sotto il punto di vista di una bambina, non solo si faticherà a capire cosa è reale e cosa no ma anche che gli eventi non sono così semplici da organizzare temporalmente.
Anche l'ambientazione viene raccontata coerentemente con questa scelta; spesso la capiamo, a volte non la conosciamo. Ci chiediamo sempre quanto ci sia di vero in ciò che leggiamo, perché la fantasia della bambina è immensa e noi non possiamo fare altro che supporre ciò che non dice e interpretare ciò che, invece, dice.
Dal punto di vista emotivo il romanzo è vincente. Ci affezioniamo subito alla bambina che, nella sua ingenuità, ci conquista sin dalle prime righe. In certi momenti ci sentiamo addirittura lei, ci ricordiamo di com'era avere quell'età e vedere i propri genitori come entità perfette ed eroiche. L'atmosfera che avvertirete sarà sempre diversa; proverete l'angoscia del dubbio (il padre tornerà?), la felicità della spensieratezza (tanti problemi ma superarli grazie all'ingenuità!), potete provare rabbia per la situazione in cui viene cresciuta la protagonista o un senso di riscatto nel sapere che, nonostante tutto, lei si è sentita amata.
Il ritmo del romanzo è piuttosto veloce perché lo stile semplice e scorrevole fa sì che si macinino pagine su pagine in pochissimo tempo. D'altro canto la trama è piuttosto statica e riflessiva; succedono poche cose e l'introspezione, seppur particolare, ha una maggiore rilevanza.
Si tratta di un romanzo particolare sotto ogni suo aspetto; non c'è elemento che non venga coinvolto, positivamente o negativamente, dal suo essere speciale ed unico. Potrà piacere o non piacere come accade ad ogni romanzo che si distingue dall'abituale. Lo consiglio, perciò, solo a chi si sente pronto a provare qualcosa di nuovo e che è intrigato dalla scelta narrativa assolutamente unica.