Terreno di sepoltura è un racconto di Davide Camparsi, autore che non conoscevo ancora ma che d'ora in poi terrò sicuramente d'occhio.
Vincitore della III Edizione del Premio Horror Polidori, mi ha subito colpita favorevolmente.
La struttura del testo è divisa in tre parti. Ho amato particolarmente la prima più introduttiva e la seconda dove l'orrore prende il sopravvento, la terza, per quanto ben fatta, mi è piaciuta meno.
Lo stile dell'autore ci porta immediatamente ad avere chiare le immagini di ciò che succede. Noi leggiamo e, dentro le nostre teste, è come se tutto fosse già lì, in attesa di essere visto. Si tratta di uno stile semplice e non arzigogolato, riesce con poche parole ad esprimere tutto ciò che vogliamo sapere.
Da fan di King e amante del genere horror, ho letto ormai diversi libri di questo genere. Nonostante ciò ho trovato la trama di questo racconto originale e davvero ben sviluppata. Ci viene presentata da subito la causa dell'orrore ma è grazie ai flashback e ai pensieri dei personaggi che scopriamo la portata esatta di ciò che dovremo affrontare insieme a loro. Non anticipandovi niente vi dico solo che ho amato immensamente il finale della storia: non sarebbe potuta finire in altro modo.
Come spesso capita nelle storie brevi, l'introspezione dei personaggi non è particolarmente approfondita, anche se non manca affatto. Probabilmente se la terza parte fosse stata più estesa avremmo potuto entrare più in empatia con loro, ottenendo ancora di più dalla storia. La simpatia per i personaggi è, comunque, garantita, e non possiamo fare a meno di parteggiare per loro e sperare che tutto si risolva.
L'atmosfera horror è la chicca. Camparsi è riuscito perfettamente a renderla viva, la proviamo dalla prima riga e non ci abbandona più fino alla fine della storia.
L'ambientazione mi è piaciuta molto; vengono descritti i luoghi e gli elementi fondamentali della storia in maniera egregia, facendoceli immaginare perfettamente e proiettandoci in quel luogo.
Il ritmo è velocissimo. Certamente si tratta di un libro che si legge in fretta a causa della sua brevità ma è, soprattutto, la voglia di andare avanti con la lettura, il non accorgersi nemmeno delle pagine sfogliate, a farcelo finire in pochissimo tempo. Io l'ho letto Sotto l'ombrellone e l'ho finito alla velocità della luce, rimpiangendo caldamente di averlo fatto perché, dopo, mi è stato impossibile leggere altro; ero troppo presa dalla storia di Terreno di Sepoltura.
Lo consiglio a tutti perché si tratta di un ottimo racconto horror che può piacere anche ai più esigenti. Lo stile dell'autore mi ha davvero colpita e sicuramente andrò a cercare altro scritto da lui.
L'editore, poi, è uno dei miei editori indipendenti preferiti; ottimo lavoro anche questa volta, e non vedo l'ora di leggere altri suoi libri!