Il suo cuore era una cassaforte a compartimenti stagni. Se ogni tanto qualcuno si apriva, durava poco, prima che lei tornasse a serrarlo con convinzione.
Il ricordo della farfalla è un libro molto breve ma con ottime caratteristiche.
Prima di tutto lo stile dell'autrice, asciutto, privo di vezzi e orpelli, profondamente adatto al genere ma nonostante questo comunque femminile e quindi più sensibile e profondo.
Eccola affiorare la sua ossessione, in quegli occhi azzurri che avevano conosciuto troppo presto il dolore della perdita, dell'abbandono, della morte.
La trama assolutamente più intricata di quanto potremmo immaginare vedendo il numero di pagine; la scrittrice riesce a descrivere e risolvere ben due casi, senza farci mancare alcun colpo di scena.
Be', adesso lo sapeva o, almeno era stata costretta a farsi delle domande, delle supposizioni. Perché la vita a volte fa giri strani e vorticosi, per riportarci, fin troppo spesso al punto di partenza.
La protagonista è la tipica poliziotta che non tutti ci aspetteremmo in questo genere di romanzi, nonostante questo non si cade mai nel banale e non la vediamo come uno stereotipo, bensì, apprezziamo la sua forte personalità! Nel libro è presente anche il punto di vista dell'antagonista e, anche in questo caso, troviamo un personaggio ben caratterizzato e tipico ma mai scontato.
Ricordo che c'è stato un tempo in cui il natale mi piaceva. Ma forse è sempre così quando hai un'età nella quale la vita non ti ha ancora dimostrato ciò di cui può essere capace. Crudeltà, ingiustizia. A volte penso che a me non sia stato riservato altro.
Gli altri personaggi sono più o meno descritti, a seconda della loro importanza nella vicenda, non ci importa particolarmente di conoscerli meglio in quanto la nostra mente è focalizzata sulla personalità di Francesca e sulla risoluzione dei casi.
Non che avesse grandi programmi per le feste. Si sa, il Natale va passato in famiglia e lei una famiglia non ce l'aveva più da tempo.
I luoghi in cui si svolgono le vicende sono descritti ma non minuziosamente, svolgono più un significato metaforico che fisico, non è molto importante il loro aspetto, molto di più lo è la loro funzione e, soprattutto, i ricordi a loro collegati. L'ambientazione funge, perciò, da supporto, una sorta di epifania che aiuta a comprendere meglio sia la protagonista che la sua antagonista.
Intorno a lei sembro che il tempo si fosse congelato, il gelo dell'inverno era entrato in quella stanza posandosi sui visi sconvolti, resi impassibili dall'incredulità, bloccando il tempo in un attimo senza fine.
Essendo il racconto piuttosto breve, si fatica ad empatizzare particolarmente con i personaggi e a sentire l'atmosfera, anche perché la suspense non è particolarmente privilegiata nella trama, però in alcuni casi (specie nel punto di vista dell'antagonista) è palpabile.
Il ritmo di lettura è piuttosto veloce sia per la brevità del testo sia per lo stile narrativo che, anche quando indugia su ricordi e pensieri, non rallenta la lettura e non deconcentra affatto il lettore dalla vicenda principale.
A Francesca bastò pensare a se stessa. O meglio, pensare a Francesca e pensare al Commissario Clivi. Erano davvero la stessa persona? Sì, di questo era certa. Lei sapeva chi era.
In conclusione questo racconto mi è piaciuto particolarmente, è stata la prima opera letta dell'autrice e il suo stile mi ha colpito positivamente e, se fosse stato ancora più lungo (devo ancora ripetere il solito slogan meglio troppo che troppo poco?) l'avrei apprezzato ancora di più! Perciò, lo consiglio a tutti voi!
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