— E laggiù, signore e signori, abbiamo un paese senza nome — commentò a bassa voce, mentre digitava qualcosa lisciandosi il mento. — Nessuna indicazione. Boh. Curioso.
Ti guarderò morire è l'ultima opera di Filippo Semplici uscita il 5 Settembre 2017 e letto da me in anteprima grazie al gentilissimo e, come vedremo, talentuoso autore.
Inviare a me un libro horror significa richiedere l'opinione di chi di libri del genere ne ha letti davvero molti e che, per questo, è piuttosto critica perché paragona le letture precedentemente fatte a quella nuova, perciò, il plus che si può ottenere dal fatto che amo il genere viene riequilibrato immediatamente dalla mia puntigliosità.
È per questo che, immediatamente, sono stata favorevolmente colpita da questo romanzo che, in assoluto, mi ha stupita grazie alla capacità dell'autore di rendere l'atmosfera. Ci ho messo pochissimo ad agitarmi durante la lettura e ad immettermi nella storia, cosa che capita veramente di rado. Non solamente l'aspetto strettamente horror è stato curato bene ma anche ogni sua sfaccettatura. Voglio fare un accenno anche alla meritevole copertina che, senza dubbio, aiuta a calarsi ulteriormente nell'atmosfera.
Ormai era disposto a tutto, pur di ripartire. Tanto avevano già fatto tardi.
E peggio di così, non può certo andare.
Altro aspetto fondamentale per la valutazione del libro è stata l'ambientazione. Non saprei nemmeno dire quanti sono i romanzi o i racconti che ho letto ambientati in piccole cittadine "particolari", eppure, Semplici è riuscito a farmela vedere e a farmici appassionare come se fosse stata la mia prima volta. Soprattutto in questo aspetto credo che si noti il suo grande bagaglio di letture horror, (necessarie per poter scrivere qualcosa di buona ma spesso non affatto sufficienti) che condividiamo.
Mentre l'universo era in espansione, Google progettava le sue driverless car, il Cern di Ginevra proseguiva la ricerca della particella di Dio e Nature annunciava la scoperta di un nuovo antibiotico, Borgolardo se ne restava fermo, immobile, sospeso nel suo tempo e non voleva essere disturbato.
Il ritmo di lettura è veloce, io ho terminato il libro in un giorno e, tempo permettendo, scommetto che anche voi avrete voglia di fare lo stesso.
In realtà definire la trama del libro come puramente horror sarebbe una minimizzazione perché all'interno del romanzo essa si evolve, mutando anche leggermente di genere. Ora non voglio entrare nello specifico perché non voglio assolutamente anticiparvi nulla ma ritengo che anche coloro che preferiscono il thriller all'horror possano ritenersi soddisfatti dopo la lettura di questo romanzo. L'evoluzione della trama nello svolgimento è, perciò, bella ed interessante e ti fa sperare ardentemente in un seguito, ma è diversa da quella che di cui mi sono immaginata innamorandomene, nella parte iniziale della storia e ho guardato ai cambiamenti con un occhio un po' malinconico.
Si sentiva come un'ombra alla quale era stato strappato tutto, compresa la persona a cui apparteneva. Compresa l'innocenza.
Apro una piccolissima parentesi sulla difficoltà abnorme di riuscire a creare una trama complessa riuscendo a spiegare tutto senza che vi siano lacune. Gli autori meno navigati cadono spesso in questo tranello lasciando qualcosa di non detto o, comunque, non spiegato bene. Semplici, invece, riesce a farci partecipi di tutto, senza dimenticare assolutamente nulla, ma lo fa con tanta veemenza che, in parte, ci fa notare lo sforzo di riuscire bene in questo aspetto. Ora, se il libro mi fosse piaciuto poco o non lo ritenessi comunque particolarmente piacevole sotto gli altri aspetti sicuramente non noterei questo particolare, assolutamente trascurabile. Visto, però, che qui si sta parlando di un autore che in questo romanzo ha dimostrato un'ottima capacità ho deciso di specificarlo non tanto per voi lettori che, essendo probabilmente meno rompiscatole di me, nemmeno vi accorgerete di cosa io stia parlando, ma lo dico un po' come esortazione a lui a crederci ancora di più, perché secondo me si è sentito in dovere di giustificare troppo una storia che, invece, filava assolutamente liscia. Questo aspetto si ripercuote in piccola parte sullo stile, che trovo generalmente ben fatto e piacevole oltre che il fautore principale di tutti gli aspetti positivi di cui vi ho già parlato.
Era compiaciuto di sé stesso e della sua precisione. Adorava quei momenti in cui tutto andava al posto giusto, come i pezzi di una scacchiera.
I protagonisti sono ben caratterizzati ed approfonditi, specialmente il personaggi maschile. Mi è piaciuta molto che l'autore gli faccia imparare da ciò che gli capita rendendolo, così, più dinamico. Come tutti sappiamo noi siamo la somma di tantissimi aspetti, indole, educazione ma, soprattutto, siamo anche il frutto di ciò che ci capita. È inevitabile, perciò, che il personaggio, vivendo un'esperienza fuori dal comune, si evolva con l'evolversi della storia, senza rimanere sempre lo stesso.
Capì che esistono percorsi che mettono alla prova e che talvolta non basta essere solo delle persone sveglie, ma anche scaltre o, perché no, previdenti; pensarci due volte.
Gli altri personaggi sono, invece, caratterizzati ma non approfonditi. Noi li vediamo come li vede Orlando, il protagonista, perciò per quanto possiamo arguire alcune loro peculiarità, faticosamente possiamo pensare di averli veramente capiti.
In conclusione questo romanzo mi è piaciuto, mi ha appassionata e penso possa piacere ed appassionare anche voi, perciò, ve lo consiglio e rinnovo la mia speranza che l'autore ne scriva presto un seguito!