TRAMA IN BREVE

Il ka-tet non è ancora pronto al viaggio vero e proprio; c'è chi deve imparare ad essere un buon pistolero e chi deve fronteggiare i fantasmi del passato. 

DEDICA

Il terzo volume di questa saga è con affetto dedicato a mio figlio, Owen Philip King: Khef, ka e ka-tet.

INCIPIT

Era la sua terza volta con pallottole vere... e la sua prima volta estraendo la fondina che le aveva confezionato Roland. 
Avevano una buona scorta di munizioni; Roland aveva portato più di trecento pallottole dal mondo in cui Eddie e Susannah Dean erano vissuti fino al momento della loro chiamata.

RECENSIONE

«I Drawlers sono luoghi di solitudine e abbandono», spiegò. «I Drawlers sono... terre desolate.»

Terre desolate è il terzo libro della serie La Torre Nera di Stephen King. Come sapranno già coloro che mi seguono da un po', io ho letto tutto dell'autore e sto rileggendo, molto lentamente, l'intera serie per vedere se le mie prime impressioni si riconfermeranno, o se, questi libri mi riserveranno ulteriori sorprese, positive o negative che siano. Inizialmente, lo scopo principale era quello di rileggerli per poi poter visionare il film La Torre Nera, uscito da poco nelle nostre sale, ma scoprendo la poca serietà ed attinenza di quest'opera cinematografica con i libri in questione, ho deciso di continuare la lettura ma di lasciare perdere il film, sperando che l'eventuale serie TV sarà qualcosa di meno ridicolo e che rispetti l'opera principale.

Sintesi della mia opinione dei primi due volumi:

L'ultimo cavaliere non mi ha entusiasmata né la prima né la seconda volta che l'ho letto, sebbene lo abbia capito di più grazie alla rilettura. È fondamentale per capire la trama dell'intera serie ma si apprezza più con il senno di poi che durante la lettura, che può risultare un po' ostica.

La chiamata dei tre, invece, è stato uno dei miei preferiti alla prima lettura e mi è piaciuto moltissimo in questa rilettura. Lo vedo come un romanzo fondamentale per capire le basi della serie; lo considero, perciò, più come una preparazione che come l'inizio vero e proprio.

Di Terre desolate ricordavo poco, se non che mi era piaciuto ma non quanto il precedente; l'ho letto alla velocità della luce durante la prima lettura e, mi sono ripromessa di leggerlo più lentamente durante questa rilettura. In realtà, ho fallito clamorosamente, perché, ho finito il libro in soli tre giorni di lettura.
Chi mi segue su Instagram sa che, in realtà, avevo iniziato questo romanzo in estate, in due giorni sono arrivata circa a 2/3 delle pagine. Successivamente, l'ho prestato al mio ragazzo che sta leggendo la serie per la prima volta, ed ho aspettato che lui lo terminasse. Questo significa che ho ripreso il libro in mano parecchio tempo dopo averlo iniziato e, sinceramente, pensavo persino di essermelo rovinato un po', perché avendo affrontato moltissime letture nel frattempo, non avevo più una particolare attenzione verso Terre desolate. Poi l'ho ricominciato a leggere e, dopo dieci pagine, mi sono subito accorta che il tempo passato dall'inizio della lettura non aveva cambiato assolutamente niente, anzi, perché mi ha coinvolta immediatamente e, infatti, l'ho terminato proprio quel giorno, portandomi anche a modificare i miei piani perché non pensavo davvero di non riuscire a scollarmi dalle sue pagine. 
Il ritmo, infatti, è molto serrato e, trama e stile, ti spingono a girare le pagine molto velocemente. Io già sapevo cosa sarebbe successo, eppure, non riuscivo a soffermarmi troppo. In realtà, mi sono ripetuta più volte di rallentare, perché volevo interiorizzarlo il più possibile, con King però davvero non riesco e, così, ho finito la rilettura impiegando forse meno tempo che nella prima lettura.

I milioni di tag totalmente differenti confonderanno coloro che non hanno mai letto un libro di questa serie: fantasy, fantascienza, westernhorror, sembra un mix terribile che vuol dire tutto o niente e, se fossi io a scoprire che un romanzo appartiene a così tanti generi diversi, me ne terrei ben alla larga, spaventata dalla confusione ma, in realtà, questa serie va ben al di là della classica categorizzazione.
Ho trovato un paragone azzardatissimo per spiegarvi cosa intendo ma premetto che molti di voi, sia chi legge King che chi non l'ha mia letto, rabbrividirà nel leggerlo e che, probabilmente non lacondividerà nessuno. Per me la serie La Torre Nera è, in parte, paragonabile a (rullo di tamburi) Lost.
Probabilmente la stragrande maggioranza di voi avrà visto questa serie TV o ne avrà sentito parlare e, sapendo di cosa parla, sarete sicuramente consapevoli del fatto che è impossibile inquadrarlo in un unico genere. Nelle prime puntate può sembrare quasi un horror, prende ben presto una piega mistery, è indubbiamente di fantascienza, ma gli autori non si sono fatti mancare nemmeno aspetti fantasy molto marcati.
Quando, esattamente un anno fa, ho visto questa serie TV per la mia primissima volta, non l'ho minimamente collegata a questa serie di libri, l'avevo letta poco meno di dieci anni fa ed era ben lungi da essere ricordata così nel dettaglio. Da quando, però, ho iniziato a rileggerla, specialmente in questo volume che introduce aspetti molto Lostiani, ho trovato tantissime analogie tra le due serie. Non sto parlando di plagio, ovviamente, ma semplicemente di una sensazione comune data da entrambe le opere, perché entrambe sono ascrivibili a più categorie perché presentano elementi tipici di più generi ma, prese nella loro totalità, possono essere considerate totalmente differenti da ciò che ci si può aspettare da un romanzo di quella categoria.
Insomma, Terre desolate più che un agglomerato di generi è, semplicemente, una cosa a parte. Troppo complicata per avere un'unica categoria, bisognerebbe costruirgliene una ad hoc, proprio come si dovrebbe fare con Lost.

È, ovviamente, impossibile parlarvi della trama senza anticipare assolutamente nulla dei libri precedenti. Nonostante io sia un'acerrima nemica delle anticipazioni, sarà impossibile che leggendo le citazioni o anche altri aspetti di questa recensione, non scopriate qualcosa di nuovo. Quindi, io anticiperò il meno possibile, ma se avete intenzione di leggere la serie e non l'avete ancora iniziata, vi consiglio di andare alla recensione del primo volume, che potete trovare QUI
Per anticipare il meno possibile, mi limiterò a dire che, finalmente, il ka-tet è al completo e che questo può essere considerato il volume in cui inizia il vero e proprio viaggio verso La Torre Nera.
Come sapete, io divido il concetto di trama con quello di svolgimento. La trama per me è l'idea generale lo svolgimento è lo sviluppo della stessa. In questo caso la trama è molto bella ma lo svolgimento la rende anche migliore di quanto ci si sarebbe potuto aspettare.

Secondo la mia personalissima opinione, però, questo libro è una miscellanea di più storie, per ogni parte c'è una trama diversa e, se fosse stato suddiviso a sua volta in più libri non ci avrei trovato niente di strano. La struttura, infatti, è studiata in un modo piuttosto stravagante, nella trama completa che potete trovare qui sotto, specifico esattamente in quale punto, secondo me, sarebbe dovuto terminare il romanzo e perché la penso così.
Il finale è, da sempre, uno dei punti deboli di King. In questo caso invece di fare il suo solito errore, di cui vi parlerò largamente nel primo post che farò su questo autore, fa una scelta che non condivido affatto. Non dico altro, perché anticiperei qualcosa, ma in tutta verità, a causa di questo motivo, il voto avrebbe oscillato tra l'8 e l'8 e 1/2.

Inutile dire, anche perché ve l'avrò ripetuto ormai una decina di volte se non di più, che lo stile di King a me piace tantissimo. Si tratta di un autore mainstream o, altrimenti detto, commerciale, e non ha certamente lo stile di un autore di letteratura alta, sebbene molti dei cosiddetti autori "seri" per me scrivano ben peggio. Io, però, lo amo così com'è, lo trovo perfetto per il genere che scrive (e non è solo horror, non mi stancherò mai di ripeterlo!!!) e lo trovo davvero bravissimo. Questo, ovviamente, non significa che sia perfetto e che io non noti i suoi difetti, anzi, avendolo letto in tutte le salse e anche più volte, mi riesce ancora più semplice notare qualcosa che non mi piace. Vi parlerò di lui in generale il prima possibile nell'articolo che citavo precedentemente, così potrò parlarvene quanto vorrò e non inserirò dettagli inutili in questa recensione. Se avrete pazienza, scoprirete tutte le novità che, al momento, sono solo in fieri ma che quando saranno realizzate vi stupiranno certamente. (E io non vedo l'ora!)
In questo specifico libro l'unica aspetto che, davvero, non ho apprezzato è una scena che avrei evitato di leggere molto volentieri perché non ne condivido il significato che l'autore, invece, pensa di trasmettere sia in questo che in molti altri suoi romanzi. Specificherei di più ma non voglio anticiparvi niente ma, come sempre, nella trama completa trovate sia la scena che la spiegazione!

L'ambientazione è favolosa. In questo romanzo cambia drasticamente più volte e non ce n'è nemmeno una che il lettore non riesca a vedere perfettamente nella sua mente. Non solo, ma rimarrà impressa ad ognuno di voi e non se ne andrà a lungo. King è un maestro dell'ambientazione, certo non ti descrive un luogo con la poesia che userebbe Steinbeck, ma riesce con pennellate talmente leggere che nemmeno ti fa notare di aver inserito, a crearti un mondo, qualcosa di unico e di descritto alla perfezione. In tutte le sue opere, riesce a rendere importanti ed indimenticabili sia grandi spazi sconfinati, sia luoghi specifici. In questo romanzo in particolare supera persino sé stesso perché le ambientazione cambiano così spesso che, riuscire a rendere magica ed interessante ognuna di esse, sarebbe stato davvero difficile per altri scrittori.

Altro aspetto in cui penso che King si distingua particolarmente è l'introspezione dei personaggi. Si possono apprezzare o meno le loro personalità non lineari e piuttosto complicate, ma non si può asserire di non conoscerle o di non provare niente nei loro confronti.
Nonostante sia chiaro chi siano i buoni e chi siano i cattivi, ognuno di loro è raccontato profondamente e va al di là dello stereotipo che gli fa ricoprire il suo ruolo. Ovviamente, essendoci tanti personaggi, non li troveremo tutti raccontati allo stesso livello, eppure, avremo l'impressione di averli conosciuti molto di più di quanto ci sarebbe stato possibile in un altro romanzo. King ha la capacità di scegliere con cura le parole e, attraverso pochissimi dettagli, riesce a farci catturare l'anima di ognuno di loro. Ci sono lettori che, addirittura, apprezzano talmente tanto i personaggi secondari dei suoi libri da mettere in secondo piano i più importanti.

I protagonisti sono perfetti. Sono diversi tra loro e, soprattutto, sono complessi. Come tutti noi, hanno un loro carattere ma sono anche stati plasmati dalla vita che hanno vissuto. Ognuno di voi avrà un preferito e non necessariamente li amerà tutti, perlomeno non alla prima lettura. Sicuramente, ce ne sarà almeno uno che vi farà dire "eccolo, io lo leggo per lui". Per me, ormai, sono vecchi amici, King li descrive così bene da farmeli conoscere in ogni loro dettaglio. Mi sarebbe possibile immaginare cosa farebbe ognuno di loro in una determinata situazione e, nel bene e nel male, mi sono affezionata ad ognuno di loro, formano un ka-tet in fondo, nessuno può essere considerato da solo.

Sull'atmosfera, mi è totalmente impossibile essere oggettiva. Si tratta di una serie importante, con stupendi significati e rileggendola non posso che farmi condizionare da ciò che già so. La prima volta che l'ho letta mi sono fatta prendere dalla storia e la lettura mi è piaciuta molto ma, con questa rilettura, mi sto davvero emozionando. Ci sono tante persone che non amano la rilettura e le loro motivazioni sono, certamente valide. Io, però, rileggo almeno un libro all'anno, spesso di più, anche se non lo considero una regola, perché, ciò che ti dà una rilettura è profondamente diverso da quello che puoi provare con la prima lettura e, spesso, la rilettura si mostra un valore aggiunto e non una perdita di tempo. In questo caso, più di tutte le altre volte, la rilettura sta avendo qualcosa di magico. Tutto ciò che non sono riuscita a sentire la prima volta, leggendo tutti i libri in fretta e furia, me lo sto gustando adesso. Per quanto stia andando comunque velocemente, riesco ad interiorizzare meglio alcune scene che, sul momento, avevo considerato in maniera più superficiale. Il senno di poi, per quanto riguarda le dinamiche tra i personaggi e il significato del libro, mi sta aiutando tantissimo ad apprezzare ancora di più l'intera serie.

Il messaggio è bellissimo e, va al di là della storia. Ka, Khef e Ka-tet. Probabilmente chi ha un figlio che legge Stephen King, senza mai averlo letto a sua volta, penserà che legge robaccia diseducativa. Invece in moltissimi suoi romanzi, compreso questo, si percepisce un senso dell'amicizia e del legame tra esseri umani che trascende dai meri interessi pratici e che non può fare che bene sia ai lettori più giovani che a coloro che sono più avanti con gli anni ma che non sentono queste cose come vere o reali.

Questo romanzo non va assolutamente letto da solo, se lo volete leggere ed apprezzare dovete necessariamente iniziare dal primo volume della serie. Se siete arrivati fino a qui e non sapete se continuare dubito che vi pentirete di leggere anche questo terzo volume. Io sono di parte, lo ammetto, ma vi assicuro che King va al di là del semplice racconto; oltre ad un'ottima ed interessante trama, ad uno stile unico e ad un'introspezione dei personaggi perfetta, in queste opere troviamo anche il cuore dell'autore e i suoi valori, sta al lettore capire quanto può essere forte il potere delle parole. 

Come si sarà capito, lo consiglio a tutti. Presto mi accingerò a leggere il prossimo volume della serie, quello che alla prima lettura mi è piaciuto meno e che, ora, mi spaventa di più.

Se avete già letto la serie, fatemi sapere qui o sui social, cosa ne pensate!

Se amate Stephen King, venitemi a trovare anche sul suo più bel forum italiano: Stephen King.it Gestito da veri fan di King, io sono registrata come Sam e noterete ben presto che sono l'utente che ha inviato più messaggi! 

 

Ed ecco tutti i link per acquistare la serie su Amazon:

 

VOLUME 1: L'ultimo cavaliere

VOLUME 2: La chiamata dei tre

VOLUME 3: Terre desolate

VOLUME 4: La sfera del buio

VOLUME 5: I lupi del calla

VOLUME 6: La canzone di Susannah

VOLUME 7: La torre nera

VOLUME EXTRA: La leggenda del vento 

(è idealmente posizionato tra il volume 4 e il volume 5 ma è stato scritto molti anni dopo il volume 7 ed è l'unico volume fruibile anche separatamente, personalmente sconsiglio di leggere la serie inserendolo come se ne facesse parte.)

 

La mia classifica dopo la rilettura:

1. La chiamata dei tre (Vol. 2)

2. Terre desolate (Vol. 3)

3. L'ultimo cavaliere (Vol. 1)  

CURIOSITÀ

Sono tante le citazioni di eventi, libri e film famosi e non le riporterò tutte ma solo una piccola cernita:

 

1. Il ponte di San Louis Rey di Thornton Wilder.

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2. Shardik (La valle dell'orso) di Richard Adams

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3. La lotteria di Shirley Jackson

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4. Il signore degli anelli di Tolkien

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TRAMA COMPLETA (CON SPOILER)

Roland, Susannah ed Eddie, cominciano ufficialmente il loro viaggio verso la Torre Nera. Roland insegna loro a sparare, ad accendere il fuoco e tutto ciò che servirà loro per sopravvivere.

Più passa il tempo, però, più il pistolero sembra star male. Dopo giorni di mistero Eddie e Susannah scoprono cosa gli sta succedendo: sta diventando pazzo.

Roland, infatti, ha due immagini contrapposte nella mente. In una ha conosciuto Jake e poi l'ha lasciato cadere uccidendolo, nell'altra lui non ha mai incontrato il ragazzo. Questo paradosso si é creato perché nel precedente romanzo, Roland ha ucciso Mort l'uomo che, qualche tempo dopo, avrebbe ucciso Jake, mandandolo nel mondo di Roland. In questo modo, perciò, Jake è sia morto che no e Roland l'ha sia conosciuto e non conosciuto.

Nella parte dopo, abbiamo il punto di vista di Jake. Anche il ragazzo sta pensando di impazzire. Sa di essere vivo ma pensa di essere morto; comincia ad essere ossessionato dalle porte e pensa che dietro ad una di esse ci sia il mondo in cui pensa di essere stato, ma in cui sa di non avere mai messo piede.

Sia il ka-tet già formato che Jake, vengono aiutati dal ka a capire cosa fare per riuscire a riunirsi: Eddie inizia ad intagliare una chiave, pur non sapendo da subito a cosa servirà, Jake viene spinto a marinare la scuola e a visitare luoghi a lui del tutto sconosciuti che lo aiuteranno a recuperare due libri fondamentali e, a sua volta, una chiave.

Alla fine, con molta fatica, si riescono a riunire (e qui c'è la parte del demone che fa sesso con Susannah, aspetto di cui vi parlavo nella recensione che King poteva tranquillamente risparmiarsi, inventandosi qualcosa di diverso). In questo punto, secondo me, il romanzo sarebbe dovuto finire, onde evitare ciò che succederà alla fine di questo libro.

Infatti, la storia del ricongiungimento può considerarsi finita e ciò che succederà successivamente fa parte di una storia che io considero totalmente nuova e concettualmente divisibile dalla precedente.

Nel tragitto verso Lud, la città dove avrà luogo la vicenda vera e propria l'incontro con Oy riunisce, finalmente, tutti i membri del ka-tet.

Dopo una pausa in un borgo prima della città di Lud, dove i nostri eroi scoprono informazioni in più su ciò che li aspetta, si dirigono verso Lud.

All'interno di questa città ci sono due fazioni che si combattono ormai da molto tempo; i Grigi e i Pube. Proprio nel momento in cui il ka-tet cerca di attraversare il ponte che li porterà in città, uno dei Grigi, Gasher, rapirà Jake, per portarlo dal suo capo Tik Tok. 

Il gruppo deciderà, perciò, di dividersi: Roland, aiutato inaspettatamente da Oy andrà a salvare il ragazzo, Eddie e Susannah dovranno trovare Blaine Il Mono, il treno che potrà portarli via dalla città e far proseguire il loro cammino verso la Torre Nera.

Roland e Oy si addentrano nei cunicoli che portano al rifugio di Tok Tok, il simbolo grazie all'olfatto e al legame speciale che lo lega al ragazzo, riesce a fare strada al pistolero, senza perdersi nei meandri del labirinto formato dai diversi tunnel. Una volta arrivati, trovano la strada sbarrata da una porta, impossibile da aprire dall'esterno. Roland manda Oy in missione, consapevole che per l'animaletto si tratta di un suicidio quasi certo.

Eddie e Susannah incontrano i Pube, dopo uno scontro in cui i due neo pistoleri sono costretti ad uccidere alcuni dei loro, convincono quel gruppo fortemente superstizioso a portarli in prossimità di Blaine, essere che li spaventa enormemente. Una volta giunti lì i due capiscono ben presto che il treno ha un problema di di doppia personalità e che sta perdendo totalmente il senno.

Oy, Jake e Roland riescono a salvarsi da TiK Tok e i suoi e raggiungono il prima possibile Blaine, Eddie e Susannah. 

Una volta giunti lì scoprono che Blaine il Mono, li accompagnerà solamente se risolveranno un indovinello e che il loro tempo è contato perché il treno sta facendo rilasciare in tutta la città un gas che li ucciderà sicuramente, insieme a tutto il resto della città.

I nostri protagonisti riusciranno a risolvere l'indovinello e a scappare appena in tempo ma non saranno gli unici a salvarsi.

Tik Tok, infatti, riuscitosi a salvare dallo scontro con Jake, viene aiutato da Richard Fannin, che  dai Fedeli Lettori di King, è già conosciuto con il nome di Randall Flag. Tok Tok riesce a prendere ed utilizzare una maschera antigas in tempo, rimanendo illeso e avendo un unico scopo: vendicarsi.

Il ka-tet, scopre ben presto che il fine ultimo di Blaine il Mono è quello di uccidersi, portando loro con sé. Roland gli propone un patto: se prima di arrivare alla fine del tragitto, loro riusciranno a porgli un indovinello a cui lui il treno non saprà rispondere, lui dovrà lasciarli liberi. In caso contrario, moriranno tutti insieme a lui.

Il libro termina così, con un finale totalmente aperto. Io so come andrà avanti la storia e non ho subito particolarmente questo aspetto, ritengo però che il romanzo sarebbe dovuto finire una volta raggiunto il ka-tet e che tutta la parte relativa a Lui, Blaine il Mono e tutto ciò che concerne ciò che accadrà all'inizio di La Sfera del buio, dovesse essere raccontato in un volume a parte.

SCHEDA PERSONAGGI

I personaggi principali contenuti nel romanzo; non adatto a chi non vuole spoiler:

Roland di Gilead: Lo incontriamo sin dal primo libro. È l'ultimo pistolero rimasto in vita. Ispirato al personaggio che Clint Eastwood rappresentava come attore. Roland è ossessionato da un'unica cosa; la Torre Nera. Farebbe di tutto per raggiungerla, anche sacrificare coloro che gli vogliono bene. È stato istruito alla perfezione fisica e mentale, il mondo è andato avanti da allora, ma lui non dimenticherà mai il volto di suo padre.

Jake di New York: Un ragazzo nato e cresciuto a New York in una famiglia benestante. Vive una vita che non sente sua; i genitori mirano alla perfezione; buona scuola, buoni voti, bravo ragazzo. Lui ha sempre fatto di tutto per accontentarli. Un giorno, però, ha incontrato Roland (L'ultimo cavaliere) e ha finalmente capito qual era il suo destino.

Eddie di New York: Un uomo cresciuto all'ombra del fratello Henry. Succube del fratello e del suo amore incondizionato verso di lui, Eddie impara ad incassare i colpi, a subire ferite emotive profonde, a sopprimere ogni suo talento per non far sfigurare Henry. Quando il fratello diventa un tossico dipendente non può che seguirlo anche in quello, destinandosi ad una fine certa. Il suo incontro con Roland lo salverà, gli farà capire pian piano il suo valore, gli farà abbandonare l'ombra per riuscire, finalmente, a vedere il sole.

Susannah di New York: Era una donna di colore in sedia a rotelle e, per giunta, con due personalità. Odetta era ricca e si batteva per i diritti della sua razza, Detta era una delinquente che arraffava cianfrusaglie per il gusto di trasgredire. Susannah è nata dal loro compendio, inutile dire che è proprio il suo incontro con Roland ad averlo causato. Una donna che, finalmente, sta imparando ad avere un equilibrio tra razionalità e pulsione animalesca.

Oy: È un bimbolo, un semplice animaletto peloso con occhi grandi e dorati, pelliccia e dentini aguzzi. Potrebbe essere uno dei tanti, eppure a suo modo è stato chiamato anche lui. Sa parlare, ripete il suo nome e alcune delle parole dette dai suoi compagni, capisce ciò che gli si dice ma soprattutto, ha un grandissimo cuore. Non lo conosciamo a fondo, capiamo però che ama alla follia Jake e che sarebbe disposto a tutto per aiutarlo. 

CITAZIONI

Il sistema più veloce per conoscere un posto nuovo è sapere che cosa sogna.

«Ogni volta che sto per concludere che sei una dannata macchina come quell'orso, tu mi sorprendi con qualcosa di pazzescamente umano.»

«Ka, la parola che per te significa 'destino, Eddie, sebbene il significato autentico sia molto più complesso e molto più difficile da spiegare, come accade quasi sempre con i vocaboli della Lingua Eccelsa. E tet, che significa gruppo di persone con uguali interessi e fini. Noi tre per esempio siamo un tet. Ka-tet è il luogo dove molte vite sono unite insieme nel destino.

Il terrore galoppava incessante nella sua mente facendolo sentire come un topo prigioniero di una ruota per l'esercizio fisico. E quando cercava di vedere davanti a sé un periodo più roseo e sereno, vedeva invece solo tenebre.

La sensazione che stesse per succedere qualcosa di meraviglioso, che forse avesse già cominciato a succedere, continuò a crescere e le sue suole già quasi non toccavano più il marciapiede.

Sopra la sua testa tintinnò una campanella. Le sue narici furono pervase dall'odore aromatico dei libri vecchi, una fragranza che gli diede la sensazione di un ritorno a casa.

Ma perché era lì? Era pura fortuna o tutto dipendeva da quella sensazione lieve ma insistente di seguire una traccia, una specie di vettore di forza, proiettato appositamente perché lui lo trovasse?

Non si sarebbe lasciato scuotere come un topo fra i denti di un gatto sadico. Non quella sera. Forse mai più, da quella sera in poi. 

Si sentiva come l'ago di una bussola. L'ago non sa niente del nord magnetico; sa solo che deve per forza indicare una certa direzione, che gli piaccia o no.

Deviare è una brutta abitudine nella quale si scivola troppo spesso. È sempre meglio andare diritti, quando non ci sono controindicazioni evidenti.

Parlò nei toni cadenzati e rochi di un tabulatore esperto, uno di quei divini ingenui che per natura sanno fondere con maestria i ricordi alle menzogne, ricavandone sogni palpitanti dello stesso diafano splendore di una ragnatela tempestata di goccioline di rugiada.

«Stercate!» proruppe uno dei gemelli albini. «Non c'è niente che va alle terre desolate. Niente ci può vivere!»

«Ma se ti preoccupi troppo delle piccole giustizie, Jake, quelle che hai a portata di mano, è facile perdere di vista quelle grandi, che stanno più lontano.

Dobbiamo essere difesi. Perché le terre desolate sono veleno.

Tutti ebbero la sensazione di essere entrati in una oscura e inquietante zona d'ombra o in un territorio ancora travagliato da qualche antica ma potente maledizione.

Perse ogni speranza e insieme ogni pensiero e si abbandonò a quell'incubo anima e corpo.

Pensava di aver finalmente cominciato a capire il vero significato di quella frase apparentemente innocua, il mondo è andato avanti. Quanta ignoranza e quanta crudeltà nascondevano quelle poche parole. E che profondità.

Merda, questi qui si sono proprio dimenticati che cos'è il terrore, riflettere. Gioia, tristezza, amore... lo stesso per tutto. Non credo che siano ormai più capaci di veri sentimenti. Sono troppi anni che vivono in questa specie di purgatorio.

QUARTA DI COPERTINA

Roland di Gilead, il Prigioniero e la Signora delle Ombre sono impegnati ad acquisire le doti indispensabili per proseguire la ricerca della Torre Nera. Grazie alla guida tenace ed imperturbabile dell'ultimo cavaliere, Eddie e Susannah, (la nuova donna nata dalla fusione di Detta e Odetta) stanno infatti sviluppando insospettabili abilità: Susannah si rivela una pistolera provetta e Eddie riscopre la capacità di sentire la voce nascosta delle cose. Ma soprattutto i tre stanno imparando a fidarsi reciprocamente, via via sempre più consapevoli che la loro diversità è la loro forza, la forza del ka-tet, cui però manca ancora un elemento. Cioé il piccolo Jake, che per un paradosso temporale è di nuovo a New York...

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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