Se dovessi definire il libro 15 di Luigi Pucci con una parola, lo proclamerei "inaspettato". Si tratta, infatti, di un racconto che non ti mostra la sua vera essenza prima della lettura e, anche dopo, ti fa rimanere stupito.
Possiedo il libro in edizione cartacea e posso affermare con certezza che è assolutamente impossibile arguire qualcosa di questo romanzo di primo acchito, la copertina è bella ma non ci fa scoprire il genere, la sinossi manca e al suo posto troviamo una frase estrapolata dal libro.
15 si apre con una trama apparentemente comune; il protagonista, David, conosce Kristina, donna che gli fa perdere immediatamente la testa e che lo induce, al fine di conquistarla, a comportarsi con una sicurezza di sé mai avuta prima. La verità è, però che lo svolgimento del romanzo non ruoterà attorno a questo incipit semplice ma interessante, anzi, diventerà talmente esoterico da indurre il lettore a chiedersi "ma allora cosa avevo capito io?".
"Qui c'è il mio universo." asserì con aria sicura, "sì, qui si nasconde il segreto del nostro piccolo pianeta. E se tu vorrai accompagnarmi a sorseggiare un'ottimo caffè nel bar migliore della città potrei pensare di svelarti qualcuno dei miei segreti."
Il messaggio che possiamo trarre dalla lettura è altrettanto interessante e affatto banale, molto profondo e che lascia spunti di riflessione anche alla fine della lettura. Con il senno di poi si può asserire che sia più il libro ad essere al servizio del messaggio piuttosto che il contrario.
Se oggi lei decidesse di tornare alla sua modesta quotidianità, alle sue ricerche, alle sue scartoffie, ai suoi piccoli problemi di uomo medio sappia che, chiudere gli occhi e orecchie, non basterebbe a fermare il corso degli eventi.
Lo stile dell'autore è semplice, comune e veloce. Nei momenti di pura azione scivola via veloce, nelle pause introspettive o dedicate alla riflessione, è più lento e utilizza un gergo meno comune. La presenza dell'autore è costante all'interno del romanzo; non ci dimentichiamo mai di lui.
"Che stronza!" pensò mentre salutava la giovane imbonitrice, "e io, scemo, che ho pure regalato cinquanta euro a quella zoccola!"
Il protagonista, David, è colui che conosciamo meglio. Non è la sua personalità ad essere sotto i riflettori bensì la sua vita, intesa a livello di soddisfazione e felicità.
Proprio lui, che era affettuosamente etichettato come impacciato e goffo da chi lo conosceva e lo amava.
Gli altri personaggi, sebbene importanti ai fini della trama, vengono raccontati dal punto di vista del protagonista e, perciò, non li conosciamo in profondità.
"Lei adesso sa dove abito" pensò lui, "ma Cristina è troppo elegante, troppo regale per venire a bussare alla mia porta."
La lettura si affronta in maniera graduale e, progressivamente, cresce la sensazione di essere trasportati da una sorta di ineluttabilità, spesso le azioni del protagonista non paiono particolarmente comprensibili o coerenti, se inserite in un contesto comune, capiamo solo in un momento successivo il disegno che sta dietro a tutto ciò che compie. Per questo motivo l'atmosfera che viene percepita è, appunto, quella del destino e non ci fa, perciò, sconvolgere ogni peripezia del protagonista.
La luce è un bene! La luce è speranza!
L'ambientazione è descritta a seconda della sua importanza; in alcuni casi notiamo perciò dettagli particolari mentre in altri momenti è l'immaginazione del lettore ad associare le parole a delle immagini.
David alzò gli occhi e vide per la prima volta, la Sfinge. Il padre del terrore, come la chiamavano i beduini, se ne stava accovacciato, solitario e immobile sulla sabbia, dominando con le sue orbite, l'eternità.
Infine, vi dico che io l'ho letto in una giornata perché si tratta di un libro che si legge velocemente, a causa della scorrevolezza della scrittura e del numero esiguo di pagine ma che, per essere capito ed assimilato, impone una lettura più lenta di quella che potremmo adottare per un libro più superficiale o leggero. Ottenendo così un ritmo medio complessivo.
In conclusione, si tratta di un libro diverso, inaspettato che, sicuramente, vi stupirà. Lo consiglio per questo motivo e per il suo messaggio, desumibile anche dalle frasi riportate dall'autore al posto della sinossi.
"Ma che si rischia veramente?" si chiedeva David quella notte, tra un bicchiere di vodka e un grosso e puzzolente sigaro cubano. "Cosa si rischia a prendere in mano lo scettro della vita?"