Il genere letterario di Petra Rubea è uno dei miei preferiti; il romanzo storico. Ambientato tra il 1266 ed il 1299 circa, il libro parla di un periodo storico che conosco solamente grazie agli studi scolastici ma di cui ho letto veramente poco, specialmente ambientato in Italia. In questo caso, poi, si parla in particolare dei luoghi dove vivo (Romagna), perciò l'interesse se possibile era anche maggiore e correlato ad un'alta utilità.
Il primo aspetto di questo libro che voglio rimarcare è il suo ritmo; può capitare che alcuni romanzi storici siano lenti perché al loro interno vengono inserite molte nozioni importanti che tendono, però, a rallentare la lettura ed il coinvolgimento del lettore, in Petra Rubea, invece, l'aspetto storico non inficia affatto sulla scorrevolezza della trama ed il lettore legge con gusto, imparando però molte cose sul periodo in questione e potendo così apprezzare sia l'aspetto ludico che quello più impegnato.
Mi è piaciuto molto lo stile dell'autore in generale; trovo fondamentale che gli scrittori di questo genere di libri siano pronti e preparati sull'argomento (aspetto che si dà spesso per scontato ma non lo è affatto) ma che riescano allo stesso tempo a raccontarti tutto quello che sanno in maniera leggera, semplice. Deve esserci, cioè, una forte distinzione tra saggio e narrativa, nel secondo caso il lettore non deve avere l'impressione di essere uno studente davanti alla lezione. Pio Bianchini non mi ha affatto delusa, anzi, è riuscito a padroneggiare le informazioni in maniera tale da fare capire al lettore tutto il necessario per comprendere l'epoca e la sua struttura senza però farlo pesare in alcun modo dando l'impressione di elencare solamente un insieme di fatti. C'è qualche termine e concetto che viene spesso ripetuto, forse troppo, ma niente che tolga il piacere della lettura.
Come sempre, c'è un particolare del libro che mi è piaciuto più di tutti; posso dire il fiore all'occhiello del romanzo, ciò che, poi, dà la spinta all'idea "voglio leggere altro di questo autore" e, in questo caso, si tratta della resa dei personaggi. Scoprirete, leggendo Petra Rubea, che i personaggi raccontati sono davvero numerosi, ma le descrizioni fatte su ognuno di loro sono superbe, mi sono piaciute davvero tanto che, devo dirvi la verità, mi sarebbero bastate anche come racconti singoli per poterne apprezzare la lettura. Trovo che Pio Bianchini sia particolarmente dotato nel fornire una personalità distinta ad ogni personaggio e che riesca a renderli reali, persone che davvero soffrono, piangono, oziano, malignano ecc..
Penso, però, che la scelta della struttura del libro abbia un po' tarpato le ali alla gradevolezza di quanto appena detto. I personaggi, infatti, vengono approfonditi alla loro prima menzione e questo comporta per il lettore leggere tantissime descrizioni di fila; trattandosi di una quantità molto elevata di personaggi ciò ha causato una mia difficoltà nel riuscire a ricordare le differenze tra gli uni e gli altri, perché venivano raccontati a poche righe di distanza senza darmi la possibilità di incamerare tutte le informazioni separatamente ed anche il fatto che si salti di anno in anno ad ogni capitolo, non aiuta molto a ricordare ognuno di loro.. Nonostante ciò ho apprezzato tantissimo le loro caratterizzazioni e in una seconda lettura sicuramente faticherei meno ad individuare ciò che mi è sembrato dispersivo di primo acchito. Non lo trovo, perciò, un problema del libro ma solamente un aspetto che nel futuro possa essere migliorato per dare risalto a ciò che penso sia il merito più grande dello scrittore.
Essendoci molti personaggi e diversi salti temporali non sono riuscita da subito ad individuare una trama univoca, anche se la lettura non viene disturbata dalla pluralità di avvenimenti. Più avanti nel romanzo, invece, grazie allo svolgimento riusciamo a vedere come tutto si collega e forma la storia vera e propria, quella principale.
L'ambientazione è ambivalente. Dal punto di vista di ciò che è più importante, cioè la capacità dell'autore di riuscirci a fare entrare nell'ottica di un'epoca diversa dalla nostra, Bianchini è stato bravissimo; utilizza il gergo giusto non dà per scontate cose che potremmo non sapere e ce le fa capire poco a poco, nella narrazione.
L'ambientazione intesa come descrizione dei luoghi è buona, ma avrei preferito che l'autore indugiasse su questo aspetto un po' di più. Essendo io parecchio ignorante sull'argomento avrei apprezzato, infatti, che i luoghi descritti, soprattutto le strutture quali le case, i castelli ecc.. fossero state descritte maggiormente. Nel libro queste cose ci sono, ma come si sa io sono puntigliosa e preferisco sempre il troppo al troppo poco, come dico sempre.
Anche l'atmosfera si percepisce molto bene, complice la capacità dell'autore di farci immedesimare con i personaggi, manca solo quel tocco in più che ci fa emozionare insieme a loro, come se fossimo loro amici e non potessimo che condividere le loro gioie ed i loro dolori.
Penso che questo libro sia interessante e scorrevole, perciò, lo consiglio a tutti. Gradevole sia per semplice intrattenimento che per capire ed imparare aspetti della nostra Storia che non si possono arguire solamente studiandoli a scuola.