Ma almeno lo sa, lei, cos'è il censimento?
Censimento di Jesse Ball, uscito ad ottobre per NN Editore è stato una vera e propria scoperta.
Nonostante di questo autore siano già stati pubblicate altre due opere (una da Baldini e una da Feltrinelli), ammetto di non averne mai sentito parlare in precedenza e di non avere avuto, dunque, un'idea pregressa di ciò che avrei potuto trovare in questo volume.
La trama del libro si incentra su due personaggi protagonisti; un padre ed un figlio. I due girano per il loro mondo (differente dal nostro nella struttura ma non così diverso come concetto) come agenti del censimento. Il loro scopo è quello di passare in ogni casa di ogni città e censire ogni persona da loro incontrata. Comprenderemo ben presto che il censimento, sebbene esista anche da noi, è qualcosa di ben diverso (seppur in un certo modo rassomigliante) a quello comune che tutti noi conosciamo.
Nello svolgimento il concetto di censimento verrà sempre più dipanato, pur rimanendo un concetto evanescente e mai del tutto definito. Questi piccoli paragrafi al riguardo, però, basteranno per catalizzare l'attenzione del lettore, facendogli sperare di scoprire qualcosa di più.
L'obbligo di contrassegnare le persone censite è chiaro. L'aspetto di tale contrassegno – giusto per dire in cosa consiste essenzialmente – è stabilito da un mandato emesso dall'ufficio del censimento. È inciso nello sguardo di ogni rilevatore. Tuttavia, il modo in cui dev'essere posto il contrassegno non è affatto chiaro.
La struttura particolare del mondo attraversato dai due protagonisti si riflette anche sulla struttura del romanzo che presenta capitoli dai titoli piuttosto chiari: ognuno di essi si chiama con una o più lettere dell'alfabeto, perché anche le città percorse da padre e figlio si chiamano così. Inizieremo, dunque, partendo da A e finiremo il volume alla città di Z.
L'incipit del romanzo mi ha destabilizzata perché, come sempre, ho letto solamente le prime righe della sinossi (preferisco sempre sapere il meno possibile di un'opera prima di leggerla) e, perciò, non sapevo che trattasse di un personaggio con la Sindrome di Down.
Leggendo le prime righe della trama pensavo ad un libro strano e originale, mentre la premessa dell'autore presente nell'incipit (dove spiega di voler dedicare l'opera a suo fratello Abram e di voler spiegare alle persone come poter comprendere una persona con questa Sindrome) mi ha fatto pensare di stare per leggere qualcosa di importante e serio e forse anche difficile da "digerire", non adatto, dunque, al tipo di lettura spensierata che associo al periodo natalizio.
Sentivo, e sento ancora, che le persone con la sindrome di Down non vengono veramente capite. Quel che succede nel mio cuore quando rifletto su di lui e sulla sua vita è talmente enorme, talmente meraviglioso che ho deciso di scrivere un libro per aiutare gli altri a comprendere cosa significa conoscere e amare un ragazzo con la Sindrome di Down. Non è come uno se lo aspetta, e non è come lo si racconta o lo si spiega. È qualcos'altro, qualcosa di diverso.
In realtà, devo ammettere che l'effetto finale del romanzo è qualcosa di impossibile da prevedere prima della lettura. Si tratta sicuramente di un romanzo strano, perché parla di qualcosa che non esiste e che è totalmente inventato dall'autore, ma anche di un testo profondo con un messaggio importante. Censimento riesce ad essere, dunque, un'opera che intrattiene e, al contempo, fa riflettere.
Come noterete dalla quantità di citazioni (che ho dovuto limitare, onde evitare di riportarvi l'intero testo) in Censimento non troverete solamente riflessioni sulla Sindrome di Down, ma anche sulla vita in generale. Nessuna di esse è banale, non viene utilizzato un linguaggio già sentito e pieno di parole e frasi fatte, ma ogni concetto è descritto in maniera personale e diversa.
Lo stile stesso dell'autore non è facilmente classificabile. Scorre velocemente sebbene non siano presenti veri e propri dialoghi, elemento che solitamente alleggerisce ogni lettura. Lo stesso traduttore, Guido Calza, scrive nella immancabile nota del traduttore di fine volume, di avere avuto molti dubbi su come tradurre il testo, che gli sono stati in parte chiariti con il dialogo avuto con l'autore stesso.
Grazie alla nota del traduttore (sempre presente nei libri NN ed elemento che vi invito a leggere sempre con attenzione perché spesso arricchisce, di molto, la lettura) comprendiamo meglio alcune peculiarità del testo originale e rileviamo ancora di più la cura usata per ogni testo di questo editore, che l'ha portato ad essere tra i miei preferiti sin dalle prime letture.
L'ambientazione è affascinante perché differente da quella reale, eppure abbastanza simile da indurci a chiedere quanto e come differiscano effettivamente. A parte le descrizioni necessarie, che non mancano e che ho trovato sempre precise, non viene data particolare importanza all'estetica dei luoghi descritti o del mondo in generale. Anche le tempistiche temporali non vengono mai realmente specificate.
Sicuramente il lettore chiuderà il volume desiderando sapere di più.
C'erano scaffali dappertutto, e sugli scaffali quei libri che in realtà non sono altro che dorsi di volumi incollati assieme, per far credere di avere in casa tutti i classici.
Questa scelta, però, credo che possa essere particolarmente comprensibile dopo aver letto il finale.
La chiusura del volume è, in realtà, a libera interpretazione e credo che non sia ovvio che ogni lettore possa arrivare alle medesime conclusioni.
Non si tratta, però, di un finale aperto.
Al termine del volume il "cerchio" autobiografico si chiude e il lettore troverà delle foto del fratello dell'autore e della sua famiglia. Questo aspetto sarà particolarmente importante perché vi farà notare come tante delle cose scritte nell'opera coincidano effettivamente con qualcosa di reale e descritto da Ball grazie ai propri ricordi.
L'intento dell'autore era quello di scrivere un libro con un protagonista con la Sindrome di Down senza, però, parlare direttamente di lui. Come dichiara lo stesso Ball la storia "gira intorno a lui" e, per questo motivo, lo tocca ma non lo mette mai sotto i riflettori.
Per questo motivo credo di aver avvertito veramente l'atmosfera soltanto una volta terminato il volume; quando mi sono effettivamente resa conto di quello che lo scrittore voleva trasmetterci.
Il ritmo di lettura è molto veloce, grazie allo stile dell'autore e alla struttura del romanzo, specialmente grazie ai capitoli brevi ed incisivi.
In conclusione, penso che Censimento sia un libro unico nel suo genere. Jesse Ball riesce a coniugare la sua originalità con la sua autobiografia, facendoci dimenticare di analizzare cosa potrebbe essere reale e cosa frutto di fantasia.
Si tratta di un romanzo speciale e, come tale, penso che per comprenderlo totalmente non basti un'unica lettura. Io con la prima sono riuscita a trovare concetti e riflessioni che ho potuto traslare sulla mia vita e che non dimenticherò facilmente, sicuramente prima o poi ce ne sarà anche una seconda! Ve lo consiglio perché penso si tratti di un'opera che va letta, sia per il valore letterario dell'autore (che, infatti, mi ha subito indotta a scoprire cos'altro di pubblicato in Italia potevo reperire) sia per i diversi messaggi che manda, che penso possano essere utili nella vita di chiunque. A tal proposito vi rimando alle citazione che, credo, possano convincere anche i più diffidenti.
In certi libri di filosofia ho letto che i fardelli danno la libertà, e che in un modo o nell'altro siamo tutti in cerca di un fardello adatto. Finché non lo troviamo, siamo tremendamente impacciati, anzi, riusciamo a malapena a vivere.