"Poiché non avevo mai fatto un sogno", comincia, "una notte mi sono svegliata e sono andata a cercarne uno."
Il mare arriva a mezzanotte è un romanzo postmoderno di Steve Erickson e in Italia è pubblicato da Bompiani.
Tutto parte dal punto di vista di Kristin, quella che potremmo definire la protagonista del testo, che vedendo un articolo su un suicidio di massa di duemila persone, riflette sull'inesattezza di questo dettaglio: lei lo sa bene.
La storia è molto particolare e impossibile da anticipare bene senza raccontare troppo: i punti di vista si susseguono, collegati tra loro, mostrando e svelando poco a poco.
La trama non è lineare, viaggia avanti e indietro nel tempo continuamente tramite ricordi, flashback, racconti e cambi strutturali. Ad un certo punto vi chiederete se avete letto bene o cosa vi siete persi, per questo vi consiglio di fare particolare attenzione durante la lettura o, ancora meglio, segnarvi le date importanti per i diversi personaggi.
Uno degli aspetti meglio riusciti del testo è quello di avere molti misteri ma riuscirli a svelare e a risolvere (anche se in modo inaspettato) con un ottimo ritmo: non ci sarà mai un momento in cui saprete tutto, persino sul finale avrete bisogno di riflettere per capire tutto ciò che avete letto e a reinterpretarlo con la nuova chiave di lettura che vi verrà fornita.
Lo qualifico come romanzo postmoderno proprio per la sua struttura atemporale, ma anche per il forte simbolismo che contiene. Oltre ad essere fondamentale la tematica dell'Apocalisse (che spesso va a braccetto con il genere postmoderno) troverete riferimenti alla memoria, al sogno, al futuro, alla Scena e alle armi. Non posso essere più specifica per non anticiparvi troppo ma, se siete lettori del postmoderno qui troverete terreno fertile per il vostro interesse. Se, invece, non lo conoscete, potrete comunque apprezzare pienamente il testo, ma se volete approfondire la tematica apocalittica vi consiglio il libro Il senso della fine di F. Kermode (QUI su Amazon).
L'ambientazione varia nel tempo e nella geografia, ma l'anno che potremmo considerare "alla base" del testo è il 1999, che corrisponde anche all'anno di pubblicazione del libro. Non si tratta però di un 1999 uguale al nostro, ma di un mondo molto simile letto con "il senno di poi", in base a ciò che succede nel futuro di questo testo. L'anno di pubblicazione è particolarmente importante per comprendere ciò che ha fatto l'autore: in quel momento di fine secolo l'umanità ha tendenzialmente paura dell'arrivo dell'Apocalisse e tende a vedere la fine del secolo come la fine di un'epoca.
Le ambientazioni più rilevanti sono Tokyo, Parigi e Los Angeles, anche queste simili ma non identiche a quelle reali.
L'apocalisse moderna non era più un problema di cataclismi naturali in relazione a una rivelazione divina. Era piuttosto, spiegò a Kristin, parlando con una passione che lei non gli aveva mai sentito prima nella voce, "un'esplosione di tempo in un vuoto di significato".
E il momento del suo inizio era stato quando l'apocalisse aveva perso nientemeno che la fede in se stessa. Di fatto, la vera Era dell'Apocalisse era iniziata molto prima del 31 dicembre 1999, esattamente il 7 maggio dell'anno 1968, alle 3.02 del mattino.
Le descrizioni sono particolarmente importanti: suggestive e precise permettono di vedere le crepe del mondo di cui stiamo leggendo e avvertire sin dalle prime battute che qualcosa non va, pur non comprendendo cosa. Il lessico scelto è desueto e colpisce.
Quando arrivò l'inverno, Parigi era come all'inizio di una malattia, quando la coscienza è annebbiata e tutto sembra oscuro, la musica della stanza accanto è come un'eco, i ricordi lontani si confondono con i sogni del presente.
Lo stile in generale è particolarissimo. Non ci sono particolari esercizi di stile ma si avverte come ogni parola sia stata scelta attentamente per far sentire al lettore l'atmosfera. Il simbolismo di cui parlavo prima è piuttosto esplicito e rende l'artificialità del mondo raccontato, che vuole riflettere quella, più nascosta. della nostra realtà.
La protagonista ha un suo personale lessico, così come lo hanno i diversi punti di vista che la seguiranno. La parola "mancasenso" entrerà definitivamente nel vostro modo di pensare, l'esplicitazione meccanica dei sentimenti di un altro personaggio, vi farà riflettere e, forse, anche cambiare modo di pensare.
"Non capisce che tutto il senso del sushi sta nel wasabi?" cercava di dirgli Kristin. Ma il venditore era ciò che lei, negli Stati Uniti, usava definire un "mancasenso", e si rifiutava di capire.
Il punto di vista, come già anticipato, cambia e, con lui, anche lo stile. Mantiene sempre la medesima atmosfera, che è la base del testo, ma cambia persino anche nell'io narrante (in almeno un caso passa in prima persona).
I personaggi sono tutti strani e particolari, così come i loro pensieri. Ognuno di loro segue un'ossessione di tipo diverso, alcuni se ne rendono conto, altri no. Il vuoto pervade ognuno di loro e le loro ossessioni nascono per poterlo riempire.
Le puttane belle e in salute o le ragazze dell'Avenue Foch non gli interessano, perché sono in grado di badare a se stesse. Sceglie sempre quelle con il caos negli occhi, donne alla deriva ciascuna nel suo millennio privato, dove i ricordi non hanno inizio né fine.
Il messaggio postmoderno non è mai positivo ma è considerabile comunque proattivo e volto a far riflettere. Emblematica la frase, che ricorrerà spesso, del sogno come "ricordo del futuro", perché com'è possibile sognare, se si pensa di non averne uno?
Sentì che il pavimento della sua vita le cedeva sotto i piedi, scaraventandola nel buio.
Trattandosi quasi di una distopia, in alcuni punti e scene può apparire, in questo momento di pandemia, quasi un testo profetico: parla di tutt'altro, ma le scene raccontate a volte accendono ricordi fin troppo realistici, ad oggi.
Sul Ginza davanti a lei si stende un panorama di puntini bianchi danzanti: tutta la città indossa mascherine bianche. Sui treni, per le strade, sui moli, nel parco, tutti indossano la mascherina, per non respirare l'epidemia di tempo demolito che riempie l'aria come polline.
Infine, è un testo colmo di cultura, sia artistica e letteraria (libri, autori, musica ecc) che non. Vengono citati tantissimi avvenimenti realmente accaduti, che vengono raccontati in modo totalmente diverso dal solito, senza nomi e contesto, facendo venire voglia di approfondire tutto e di conoscerli meglio.
I poliziotti pensarono davvero che uno studente avesse sparato un colpo di pistola? Gli studenti pensarono davvero che un poliziotto avesse sparato un colpo di pistola? Forse non ha nessuna importanza. Forse in quel momento ciò che importava era la qualità esplosiva del suono, non la fonte da cui proveniva.
In conclusione, Il mare arriva a mezzanotte è un libro che ho scoperto per caso e che mi ha colpita enormemente, tanto da convincermi ad aggiungere alla Lista Desideri tutti i libri pubblicati qui in Italia di questo autore, prima a me sconosciuto.
Si tratta di un testo strano, forse non consigliabile a tutti, che però per me merita il rischio.
Per questo motivo ve lo consiglio: perfetto se amate il postmoderno ma anche una buona prima prova per approcciarsi al genere in un modo completamente nuovo.