Di Donne e di Coltelli è la prima opera di Anna Maria Scampone, autrice di cui ho già letto e recensito per voi, il romanzo breve L'Ombra della Madre.
Il volume di oggi è, invece, una raccolta di sei racconti, legati da un unico filo conduttore: il femminicidio.
La struttura di Di Donne e di Coltelli è molto curata e completa. Vi sono ben tre testi che precedono la narrazione vera e propria.
Il primo è una presentazione di Angelo Delogu. In essa viene sottolineata l'importanza sociale di questo volume, di cui vi parlerò più tardi al riguardo del messaggio.
La seconda è una vera e propria prefazione dell'autrice che spiega in che modo sono nate queste sei storie (casi di cronaca, vita reale).
La terza è un'altra presentazione, quella di Tiziana Pietrobono, colei a cui dobbiamo le vivide illustrazioni inserite tra le sei storie.
Successivamente iniziano i racconti. Ognuno di essi ha un titolo e un'epigrafe dedicata, sempre attinenti alla storia e anche particolarmente interessanti. Alla fine di ogni racconto troverete un'illustrazione e una citazione scelta a rappresentare quanto avete appena letto. Le illustrazioni rispecchiano, in una scena, il racconto a cui si riferiscono e, attraverso l'utilizzo di tutte le sfumature del grigio e del rosso sangue, riescono a trasmetterci le medesime sensazioni dello scritto.
Come conclusione al volume, troverete una postfazione di Sandro Trani, dove vengono descritte le anime dei sei commenti e i ringraziamenti di Anna Maria Scampone.
Lo stile dell'autrice è veloce ma attento. I termini scelti non sono sempre i più comuni e rappresentano al meglio ciò che desidera trasmetterci. È un linguaggio fortemente emozionale e varia a seconda del racconto, anche se lo stampo narrativo che distingue la sua scrittura è sempre ben evidente.
La narrazione varia dalla prima alla terza persona a seconda del racconto. Il punto di vista primario è, a volte, quello della vittima e talvolta quello del carnefice. Può anche capitare di leggere un racconto che presenta un doppio punto di vista, permettendoci di visualizzare la scena descritta da ambedue i personaggi.
Non appartiene più a questo mondo e quasi la invidio.
Avrei voluto il coraggio di seguirla, di raggiungerla ovunque si trovi prima di scoprire l'orrore negli occhi di chi mi guarda.
Vi sono degli errori, non grammaticali o sintattici, ma relativi all'estetica, all'impaginazione e alla semplice battitura. Può capitare, dunque, di imbattersi in parole che non seguono immediatamente l'apostrofo (es. l' apostrofo), ma in niente che infici la comprensione e la piacevolezza del testo o che implichi un grado di preparazione insufficiente da parte dell'autrice che, anzi, dimostra l'esatto opposto.
La cura nel volume c'è ed è visibile in tutto il resto. Sono certa che l'autrice, già consapevole di questo aspetto, provvederà a limitare queste incertezze, grafiche e non, dalle prossime edizioni di questo volume. Non so dire se nella versione ebook, che troverete al link Amazon, questi aspetti siano già stati corretti.
Senza ombra di dubbio sarà l'atmosfera a travolgere il lettore. L'autrice trasmette emozioni forti sia tramite l'introspezione emotiva che attraverso la descrizione di scene forti. Questi aspetti non vengono mai calcati, rendendo la narrazione credibile e sincera. Io ne sono stata totalmente rapita, così come mi è successo con l'altra opera dell'autrice. È qualcosa che accade di rado perché sono una lettrice scettica e diffidente, Anna Maria Scampone, però, riesce a disarmarmi sin dalle prime righe.
Il messaggio, grazie a questo equilibrio tra sentimenti e cruda realtà, arriva forte e chiaro. Non è stato semplice per l'autrice scrivere questi racconti, non lo è stato per la pittrice Pietrobono rappresentarli in immagine e, se darete loro la possibilità, proverete lo stesso nel leggerli.
Eppure non si tratta di storie dell'orrore, o di thriller, ma della realtà. La scrittrice riesce a farci arrivare una consapevolezza senza alcuna facile retorica; i suoi racconti sono puri, senza doppi fini.
Visto che l'autrice racconta l'essenziale e rende tutto incisivo, il ritmo di lettura può essere frenetico.
Questi racconti possono essere letti in entrambi i modi, velocemente o lentamente.
Se ci si lascia trascinare, come ho fatto io, si termina il volume in brevissimo tempo.
Si può, però, decidere di assaggiare ogni parola, la ricetta dell'autrice è costruita sapientemente e anche una sola frase estrapolata potrà significare molto per il lettore più attento.
Io consiglio di leggerlo in entrambi i modi, sono racconti brevi che andrebbero riletti ogni volta che se ne sente la necessità.
Le trame del volume sono simili poiché monotematiche; riportano tutte scene di violenza sulle donne e, per giunta con l'utilizzo della medesima arma: il coltello, sempre grande protagonista delle vicende. Non avrete difficoltà, però, a distinguerle le une dalle altre, grazie alle variazioni stilistiche e, soprattutto, all'introspezione dei personaggi (anche quelli negativi).
Trattandosi di racconti, e per giunta molto brevi, è evidente che il lettore non avrà la possibilità di comprendere in toto l'interiorità di ogni personaggio. Veniamo a sapere però ciò che ci importa in quel momento, pensiamo di capirli, li giudichiamo.
Le descrizioni ambientali ci sono e sono anche particolarmente suggestive, anche qui, poche parole ma ben scelte. Oltre a questo, però, non è data grande importanza all'ambientazione spazio-temporale, sono tutte storie che potrebbero succedere ovunque a chiunque e in qualsiasi momento.
Gli incipit fanno entrare immediatamente nella vicenda. Solitamente gli accadimenti iniziano in medias res, le cose o stanno già capitando, o stanno per succedere e, in un caso particolare, sono già terminate e vengono raccontate con il senno di poi.
I finali sono più variegati di quanto possiate immaginare, non aggiungo anticipazioni per non rovinarvi la sorpresa.
In conclusione, Anna Maria Scampone è un'autrice che trascina e travolge. La sua scrittura mi dà costantemente l'impressione di nascere da un'esigenza e non da una decisione a tavolino. La trovo vera e concreta, indifferentemente dal contenuto. Spesso peroro la causa degli emergenti dicendo che ve ne sono che meritano davvero, eccovene una che, se ben valorizzata e curata anche nella veste grafica, avrà tutte le potenzialità per essere conosciuta.
Consiglio l'autrice, da tenere assolutamente d'occhio, e anche questo suo libro. Lo consiglio alle donne, spesso diffidenti le une verso le altre, e agli uomini, che forse così riusciranno a immedesimarcisi e a capire.