Di Donne e di Coltelli

Di Anna Maria Scampone

Self-Publishing

95 pagine

7,5/10

Consigliato: Sì

Emergente

Racconti

Italiano

TRAMA IN BREVE

In Di Donne e di Coltelli troverete sei racconti sul femminicidio. Un libro breve ma molto intenso, che vi colpirà con il suo stile acuminato.

DEDICA

Alle tante,
troppe vittime
della violenza

INCIPIT

Giulia

Giulia e i suoi capelli neri. Giulia e il suo golfino rosso, quello con la zip. Giulia e i suoi quindici anni. Giulia e la sua voglia di vita. Giulia, due posti davanti al mio.

Rosetta

L'alba si affaccia sul nuovo giorno, allontanando le tenebre della notte. È un nuovo inizio, la rinascita dopo l'intervallo dedicato a sogni e incubi.

Senza Nome

No, nemmeno nei miei incubi peggiori, ho presagito quanto mi sarebbe accaduto. Mai e poi mai avrei potuto supporre di morire così. senza una identità e senza un nome, senza qualcuno che pianga tutte le sue lacrime per me.

Ester

Mi ha picchiata. Prima mi ha ricorso per tutta casa e poi mi ha picchiata. Me ne ha date tanto e con tale violenza che sono svenuta.

Leila

Svegliarsi all'alba è un privilegio di cui pochi amano godere. A me piace. Mi piace ammirare l'esuberante avanzare del giorno e il quieto ritirarsi della notte. Un passaggio di consegne a cui non so rinunciare. Adoro lo spettacolo del cielo cangiante.

Di Donne e di Coltelli

La cosa è iniziata in sordina, senza che me ne accorgessi. A dire il vero la faccenda non mi è piombata addosso senza preavviso. Semplicemente ho voluto ignorare i segnali.

RECENSIONE

Di Donne e di Coltelli è la prima opera di Anna Maria Scampone, autrice di cui ho già letto e recensito per voi, il romanzo breve L'Ombra della Madre.

Il volume di oggi è, invece, una raccolta di sei racconti, legati da un unico filo conduttore: il femminicidio.

La struttura di Di Donne e di Coltelli è molto curata e completa. Vi sono ben tre testi che precedono la narrazione vera e propria.
Il primo è una presentazione di Angelo Delogu. In essa viene sottolineata l'importanza sociale di questo volume, di cui vi parlerò più tardi al riguardo del messaggio.
La seconda è una vera e propria prefazione dell'autrice che spiega in che modo sono nate queste sei storie (casi di cronaca, vita reale).
La terza è un'altra presentazione, quella di Tiziana Pietrobono, colei a cui dobbiamo le vivide illustrazioni inserite tra le sei storie. 

Successivamente iniziano i racconti. Ognuno di essi ha un titolo e un'epigrafe dedicata, sempre attinenti alla storia e anche particolarmente interessanti. Alla fine di ogni racconto troverete un'illustrazione e una citazione scelta a rappresentare quanto avete appena letto. Le illustrazioni rispecchiano, in una scena, il racconto a cui si riferiscono e, attraverso l'utilizzo di tutte le sfumature del grigio e del rosso sangue, riescono a trasmetterci le medesime sensazioni dello scritto.
Come conclusione al volume, troverete una postfazione di Sandro Trani, dove vengono descritte le anime dei sei commenti e i ringraziamenti di Anna Maria Scampone.

Lo stile dell'autrice è veloce ma attento. I termini scelti non sono sempre i più comuni e rappresentano al meglio ciò che desidera trasmetterci. È un linguaggio fortemente emozionale e varia a seconda del racconto, anche se lo stampo narrativo che distingue la sua scrittura è sempre ben evidente.
La narrazione varia dalla prima alla terza persona a seconda del racconto. Il punto di vista primario è, a volte, quello della vittima e talvolta quello del carnefice. Può anche capitare di leggere un racconto che presenta un doppio punto di vista, permettendoci di visualizzare la scena descritta da ambedue i personaggi.

Non appartiene più a questo mondo e quasi la invidio.
Avrei voluto il coraggio di seguirla, di raggiungerla ovunque si trovi prima di scoprire l'orrore negli occhi di chi mi guarda.

Vi sono degli errori, non grammaticali o sintattici, ma relativi all'estetica, all'impaginazione e alla semplice battitura. Può capitare, dunque, di imbattersi in parole che non seguono immediatamente l'apostrofo (es. l' apostrofo), ma in niente che infici la comprensione e la piacevolezza del testo o che implichi un grado di preparazione insufficiente da parte dell'autrice che, anzi, dimostra l'esatto opposto.
La cura nel volume c'è ed è visibile in tutto il resto. Sono certa che l'autrice, già consapevole di questo aspetto, provvederà a limitare queste incertezze, grafiche e non, dalle prossime edizioni di questo volume. Non so dire se nella versione ebook, che troverete al link Amazon, questi aspetti siano già stati corretti.

Senza ombra di dubbio sarà l'atmosfera a travolgere il lettore. L'autrice trasmette emozioni forti sia tramite l'introspezione emotiva che attraverso la descrizione di scene forti. Questi aspetti non vengono mai calcati, rendendo la narrazione credibile e sincera. Io ne sono stata totalmente rapita, così come mi è successo con l'altra opera dell'autrice. È qualcosa che accade di rado perché sono una lettrice scettica e diffidente, Anna Maria Scampone, però, riesce a disarmarmi sin dalle prime righe.

Il messaggio, grazie a questo equilibrio tra sentimenti e cruda realtà, arriva forte e chiaro. Non è stato semplice per l'autrice scrivere questi racconti, non lo è stato per la pittrice Pietrobono rappresentarli in immagine e, se darete loro la possibilità, proverete lo stesso nel leggerli.
Eppure non si tratta di storie dell'orrore, o di thriller, ma della realtà. La scrittrice riesce a farci arrivare una consapevolezza senza alcuna facile retorica; i suoi racconti sono puri, senza doppi fini.

Visto che l'autrice racconta l'essenziale e rende tutto incisivo, il ritmo di lettura può essere frenetico.
Questi racconti possono essere letti in entrambi i modi, velocemente o lentamente.
Se ci si lascia trascinare, come ho fatto io, si termina il volume in brevissimo tempo.
Si può, però, decidere di assaggiare ogni parola, la ricetta dell'autrice è costruita sapientemente e anche una sola frase estrapolata potrà significare molto per il lettore più attento.
Io consiglio di leggerlo in entrambi i modi, sono racconti brevi che andrebbero riletti ogni volta che se ne sente la necessità.

Le trame del volume sono simili poiché monotematiche; riportano tutte scene di violenza sulle donne e, per giunta con l'utilizzo della medesima arma: il coltello, sempre grande protagonista delle vicende. Non avrete difficoltà, però, a distinguerle le une dalle altre, grazie alle variazioni stilistiche e, soprattutto, all'introspezione dei personaggi (anche quelli negativi).

Trattandosi di racconti, e per giunta molto brevi, è evidente che il lettore non avrà la possibilità di comprendere in toto l'interiorità di ogni personaggio. Veniamo a sapere però ciò che ci importa in quel momento, pensiamo di capirli, li giudichiamo.

Le descrizioni ambientali ci sono e sono anche particolarmente suggestive, anche qui, poche parole ma ben scelte. Oltre a questo, però, non è data grande importanza all'ambientazione spazio-temporale, sono tutte storie che potrebbero succedere ovunque a chiunque e in qualsiasi momento.

Gli incipit fanno entrare immediatamente nella vicenda. Solitamente gli accadimenti iniziano in medias res, le cose o stanno già capitando, o stanno per succedere e, in un caso particolare, sono già terminate e vengono raccontate con il senno di poi.

I finali sono più variegati di quanto possiate immaginare, non aggiungo anticipazioni per non rovinarvi la sorpresa.

In conclusione, Anna Maria Scampone è un'autrice che trascina e travolge. La sua scrittura mi dà costantemente l'impressione di nascere da un'esigenza e non da una decisione a tavolino. La trovo vera e concreta, indifferentemente dal contenuto. Spesso peroro la causa degli emergenti dicendo che ve ne sono che meritano davvero, eccovene una che, se ben valorizzata e curata anche nella veste grafica, avrà tutte le potenzialità per essere conosciuta.

Consiglio l'autrice, da tenere assolutamente d'occhio, e anche questo suo libro. Lo consiglio alle donne, spesso diffidenti le une verso le altre, e agli uomini, che forse così riusciranno a immedesimarcisi e a capire.

CITAZIONI

Giulia

Neanche io so.
È un tormento non sapere. Un grosso ragno nero tesse la sua tela vischiosa nella mia testa, imprigionandomi in un tormento senza fine.

Rosetta

Anche la casa in cui l'aveva condotta non le piaceva.
Non le piace ancora, a distanza di anni. Detesta l'androne scuro pieno di ombre minacciose e il pezzo al centro che fa sentire la sua voce a ogni spirare di vento. Sussurri soffocati, lamenti lugubri, gemiti che le scuotono i nervi e la fanno rabbrividire.

Senza Nome

Ho battuto ogni strada pur di procurarmi un po' di oblio. Ne avevo talmente tanto bisogno che ho cominciato a collezionare visi. Giovani o vecchi, non importava. A un certo punto ho smesso di guardarli, tanto volevano tutti la stessa cosa.

Ester

È che lei è testarda, non mi dà mai retta e non ubbidisce. Sentila ora, che tira su con il naso. Nemmeno fosse una bambina!

Leila

Scarto bruscamente verso destra, inoltrandomi lungo un sentiero di terra battuta. 
La stradina è poco già di una stradina polverosa. Nei periodi di secca la terra ha mille crepe e quando piove diventa un acquitrino fangoso. Una strada senza mezze misure. Vischiosa in inverno, dura in estate.

Di Donne e di Coltelli

È intorno alla cinquantina, anno più, anno meno.
Le donne di questa età sono le più pericolose perché vanno in fregola facilmente. Sarà colpa degli ormoni impazziti, sarà il tempo che fugge, saranno i figli che sono diventati grandi, fatto è che perdono la testa appena vedono un paio di pantaloni.

QUARTA DI COPERTINA

“Di donne e di coltelli” è un titolo abbastanza evocativo. Non c’è nemmeno da chiedersi quale possa essere il contenuto dei diversi racconti. Le storie che leggiamo sui giornali o di cui vediamo la cronaca nei telegiornali e nei talkshow, raccontano i fatti nudi e crudi, dimenticando che la vita è fatta di emozioni, sentimenti e stati d’animo. In questi racconti ho cercato di recuperare i pensieri, i timori, le speranze, le paure dei protagonisti e li ho narrati. Ho frugato nei loro cuori, mi sono intrufolata nei loro pensieri, ho vissuto le loro inquietudini. Rosetta, Giulia, la donna senza nome…costituiscono un universo femminile tutto da scoprire, donne per cui trepidare nell’attesa che si compia il loro destino. Nell’ultimo racconto i ruoli si capovolgono ed emerge la figura della donna carnefice, feroce e spietata nella sua rivalsa. Il coltello è l’arma per eccellenza, la lama a cui si consegna la vendetta, il ferro che castiga il tradimento e che accompagna la follia omicida.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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