Scott era quasi scoppiato a ridere, il che sarebbe stato un disastro sul piano diplomatico: una gaffe degna di Trump.
Uscito il 9 febbraio, Elevation è, per ora, l'ultimo libro di Stephen King pubblicato in Italia.
Da grande amante di questo autore, non ho avuto nessun dubbio sull'acquisto di questo volume: appena so che un romanzo di King deve uscire, io lo prenoto immediatamente. Come ho già accennato in altre recensioni ho letto tutto ciò che è stato pubblicato in Italia di questo autore, alcuni volumi li ho letti due o tre volte, di tutti possiedo una o più copie. Si potrebbe dire, conoscendo il mio background, che sono quasi ossessionata da questo scrittore e che, dunque, lo apprezzo a prescindere. La verità è, però, che ultimamente King mi ha delusa molto, con scelte evidentemente commerciali in cui ha messo ben poco del suo e io, per quanto lo abbia stimato, non ho potuto fare a meno di accorgermene.
È sotto quest'ottica che dovete, dunque, leggere questa mia recensione: non ho nessuna possibilità di giudicare questo titolo in particolare con estrema oggettività, anche se cercherò di esserlo il più possibile, sarà perciò una recensione maggiormente utile per gli "esperti" dell'autore, piuttosto che per i neofiti, per cui credo l'opera possa essere più piacevole di quanto lo sia stata per me. Perdonatemi, perciò, se sarò più tagliente del solito ma, con King, non posso farne a meno.
Partiamo con l'ambientazione, unico motivo per cui mi ero permessa di alzare il livello delle mie, altrimenti bassissime, aspettative.
Si torna a Castle Rock, cittadina fittizia ideata da King in cui sono ambientate moltissime delle sue migliori storie. I riferimenti che ci vengono forniti per ripensare "ai bei tempi andati" sono pochissimi ma non del tutto assenti. Il Fedele Lettore, però, dovrà fare a meno del tipico romanzo corale e dell'atmosfera del luogo. Troviamo, anzi, un King semi politicizzato, che invece di trasportarci nella sua cittadina di un tempo la trasforma, insieme ai suoi abitanti, in un coacervo di gente comune che ha avuto l'ardire di votare nel modo sbagliato e che rappresenta, quasi nella sua totalità, un'enorme massa non pensante piena di pregiudizio, così come colui che ha deciso di eleggere. La politica e la discriminazione sociale centrano ben poco con la vera e propria storia e sembrano inserite a bella posta per inviare una frecciatina all'attuale presidente americano.
King, insomma, asservisce la sua storia ai propri fini personali, ottenendo un romanzo che non convince né per l'una né per l'altra cosa in quanto a ambientazione. Chi lo leggerà, dunque, per riassaporare la cittadina del Maine di una volta, rischierà di rimanere deluso. Dov'è finita l'atmosfera palpabile, quella sensazione di magico (brutto o no) permeante? Evidentemente Donald Trump è più potente di quanto l'autore creda, e se l'è portata via.
Scott non si prese la briga di chiedere a Ellis da dove venisse quell'informazione: Castle Rock era poco più di un paese e le voci circolavano.
La trama vera del libro ricorderà alle "vecchie guardie" dei lettori, un romanzo firmato Richard Bachman (pseudonimo di King), chiamato L'occhio del male. Inoltre, l'idea di quel libro era già ispirata da un racconto di Richard Matheson, Tre millimetri al giorno, al quale, non casualmente, il nostro scrittore ha dedicato la sua opera.
Questo, unitamente ad una serie infinita di altri dettagli tipici dei suoi ex libri che non specifico perché anticiperebbero troppo, crea grande difficoltà nel lettore che conosce le storie precedenti nel considerare originale questa nuova trama. Non c'è novità e, a causa del titolo, mi pare improbabile che qualcuno riesca a non immaginare dove voglia andare a parare. Dunque, nessun tipo di suspense e di curiosità.
La storia, per chi ancora non la sapesse, tratta di un uomo che, sulla bilancia, continua a dimagrire. Perché la specificazione della bilancia? Perché nella sua estetica nulla cambia, rimane il solito uomo, piuttosto robusto, di sempre.
«Il potere che la forza di gravità esercita su di me si è decisamente ridotto. Chi non ne sarebbe felice?»
Lo svolgimento è una miscela tra questo ed un altro racconto che si riallaccia al contesto di discriminazione di cui parlavo prima: due nuove vicine del protagonista sono sposate tra di loro e sono, dunque, due omosessuali coniugate. Da questo sposalizio esplicitamente dichiarato nasce lo sdegno della comunità che, volutamente, boicotta il loro ristorante. Le due storie si collegano nel più banale e meno "libresco" dei modi e, onestamente, mi hanno dato l'impressione di essere due racconti scritti separatamente che, per allungare il brodo e divenire abbastanza lunghi per divenire romanzo, sono stati uniti a bella posta dall'autore. Per la terza volta di fila, dunque, trovo l'ultima uscita Kinghiana prevalentemente commerciale e poco di sostanza.
Anche nello stile troveremo qualcosa che potrei definire solamente e nel modo meno tecnico possibile "compitino". Non posso affermare che Elevation sia scritto male, ma siamo ben lontani dal livello dei volumi migliori scritti dall'autore. King sembra essersi dimenticato di come si fa percepire l'atmosfera al lettore: anziché capire come si sente il personaggio principale ci ritroviamo continuamente (e in 200 pagine che una cosa si ripeta così spesso è davvero grave) frasi su frasi in cui Scott analizza come si sente. A volte è felice, altre triste, ma rimane il fatto che ci viene detto direttamente da lui ciò che prova perché, altrimenti, noi ne saremmo del tutto ignari. Nonostante questo i personaggi principali hanno una buona, ma limitata, introspezione perché, nonostante tutto, la penna di King sa su cosa puntare.
Manca totalmente l'antagonista.
Scott rimase per qualche istante immobile sul marciapiede, sentendosi... come? Le emozioni che provava erano così complesse che non esisteva una parola sola per definirle. Umiliato, certo. Leggermente divertito, anche. Un po' seccato. Ma soprattutto, triste.
Il ritmo di lettura è molto veloce: ho terminato il libro in poco più di un'ora di lettura. È piacevole, intrattiene, se fosse un libro di un autore di cui non conosco il valore letterario potenziale lo casserei come "carino" e passerei oltre. È difficile pentirsi di averlo letto, ma non lascia niente di più (perlomeno a chi, come me, non riesce a valutarlo ex novo) di Laurie, racconto distribuito gratuitamente su Amazon e ben più breve.
Unica svolta positiva che sto riscontrando in questo nuovo King è il drastico cambiamento nei confronti degli animali: se nelle opere scorse avevano sempre vita breve ed erano visti spesso come qualcosa di meno importante rispetto all'essere umano, adesso ricoprono spesso un ruolo rilevante o comunque "ingombrante" nella narrazione. Presumo che sia tutto merito della sua cagnolina Molly (soprannominata The Thing of Evil) che, insieme a Donald Trump, è sicuramente l'argomento preferito dei suoi account social.
Come se un gatto potesse avere la cognizione dei minuti, o del tempo in generale.
O come se l'avessi io, la cognizione del tempo, pensò Scott, il tempo è invisibile. A differenza del peso.
In conclusione, Elevation è un libro dal contenuto accettabile ma non imperdibile. Ho trovato molto più interessante la sua veste grafica (copertina luccicante, font, carattere grande, illustrazioni ad inizio capitolo) rispetto che al suo contenuto che avrei trovato più adatto ad essere inserito, insieme a La scatola dei bottoni di Gwendy, in una nuova raccolta di racconti.
Se siete amanti di King e desiderate leggere e avere ogni suo libro lo prenderete con o senza il mio benestare, se invece siete tra i fan ma desiderate solo le sue grandi opere e vi fidate del mio consiglio, vi esorto a tralasciare questo volume che, secondo me, ci ritroveremo prima o poi in una raccolta di racconti.
Se, invece, non conoscete Stephen King e questo piccolo libricino (molto carino da sfoggiare in libreria) vi incuriosisce, ve lo consiglio, ma ricordatevi di tenere conto, in caso non vi sembrasse niente di che, che qui siamo ben lontani dal motivo per cui Stephen King si è meritato di diventare così famoso.