«Non succederà. Se può consolarti, stavolta facciamo i cattivi per fare del bene. Spero di smettere presto, mi pare tanto una cazzata».
Glock 17 è il romanzo d'esordio di Emanuele Bissattini, nonché il primo volume di una trilogia edita da Round Robin Editrice.
Si tratta di una nuova serie crime/noir unita nella narrazione dal suo personaggio principale: Ettore, "Il Gatto". Questo primo volume è totalmente autoconclusivo ed è, perciò, acquistabile e leggibile anche singolarmente.
Ciò che mi ha colpita maggiormente e che, penso, possa fare la differenza anche per la vostra scelta d'acquisto è stata la padronanza del linguaggio dell'autore.
La narrazione è affidata direttamente ad Ettore, che ci racconta ciò che gli succede in prima persona presente. Il suo lessico riesce ad essere sia adatto al testo scritto di un libro (e, quindi, maggiormente ricercato di un discorso parlato), sia credibile. È ricco di frasi ad effetto, analogie, metafore, eppure queste non stonano mai e non ci fanno mai notare la presenza dello scrittore dietro al nostro protagonista, che ci appare come un uomo dal linguaggio comune ma, al contempo, incredibilmente profondo e duro, a causa del suo retaggio e del luogo in cui vive.
È esattamente lo stile che si ricerca e di cui si necessita in un romanzo di questo genere che, grazie ad esso, riesce anche a trasmettere la forza dell'ambientazione e dell'atmosfera.
Anche l'equilibrio tra scene d'azione e introspezione è ottimale.
Ogni uomo è un palloncino legato al mondo dei significati da una mano che tiene un filo. Se la mano si apre, o il filo si rompe, l'uomo si perde. Va alla deriva, senza freni e senza appello. E quando si sgonfia trova a sostenerlo solo l'asfalto della strada.
L'ambientazione è importantissima ai fini della trama. È la periferia di Roma ad ospitare i nostri personaggi che sono quello che sono, nel bene e nel male, anche grazie al luogo in cui vivono. L'amore e odio che spesso si prova per questi luoghi, posti da cui si desidera scappare, ma che ti ricordano anche ciò che sei e come lo sei diventato, è evidente nel testo, che contiene al suo interno anche riferimenti a luoghi e strade di Roma che ci aiuteranno ad accompagnare al meglio i personaggi in ogni cambio di scena.
C'è un momento appena fuori Palombara in cui tutto quello che credi di sapere sul vivere civile svanisce di colpo.
La Salaria si comporta come il delta del Nilo dove fa un freddo di Cristo, si disperde in un dedalo di strade senza nome in cui spuntano case senza indirizzo.
L'atmosfera è dura, cupa, ma mai pesante. Il protagonista è un uomo disilluso e, per molti aspetti, un antieroe. È grazie all'introspezione psicologica e all'introduzione graduale del suo passato che impariamo ad apprezzarlo e, anche se completamente diversi, a rivederci in lui. Anche qui Bissattini riesce ad equilibrare due aspetti che, spesso, faticano a coesistere: l'attinenza al classico del genere, che avvicina Ettore allo stereotipo dell'uomo tormentato e duro senza mai farlo diventare un cliché. Il Gatto, per noi, esiste davvero.
Sigmund mi chiama «Il Gatto» perché ho sette vite. Ne ho consumate cinque.
La prima volta che sono morto era molti anni fa.
Nello studio di mio padre.
Lo stesso si può dire degli altri personaggi principali: sono caratteristici, sono forti, sono evidenti, ma sempre realistici. È facile affezionarsi a loro e all'idea che possano accompagnarci anche nelle prossime storie.
Il volume è diviso in cinque sezioni; due prologhi e tre parti. Sebbene la vicenda possa considerarsi completamente conclusa esclusivamente alla fine del testo, è evidente una pausa narrativa tra la fine della Prima Parte e l'inizio del Secondo Prologo. Ho apprezzato particolarmente il fatto che non sia stato scelto di pubblicare le storie in modo diviso, perché effettivamente sarebbe potuta essere una scelta percorribile dall'editore. In questo modo la storia è effettivamente e completamente chiusa e il lettore non viene obbligato ad acquistare il volume successivo (anche se la voglia vi verrà comunque, se amate il genere!).
La struttura presenta anche sottodivisioni in capitoli, riconoscibili da numero e titolo inseriti anche nell'indice a fine volume, e ulteriori sottocapitoli. Questo porta ad avere pochissime pagine alla volta da leggere necessariamente prima di arrivare ad un punto di fermo e, unito alla scrittura scorrevole ma efficace dello scrittore, il ritmo di lettura è velocissimo. Sono più di 300 pagine ma io l'ho terminato in meno di due ore.
La trama ci racconta la vita di Ettore, il Gatto. Nei prologhi (sin dall'incipit) e in alcuni ricordi del protagonista, scopriamo il suo passato, mentre nella altre parti del testo (più consistenti) osserviamo la sua doppia vita presente. Meccanico di giorno e killer di notte, l'uomo cerca di mettere a frutto ciò che è diventato a servizio della protezione dei "buoni", proteggendo chi non può farlo da solo.
I casi di cui si dovrà occupare saranno due; uno principale e legato esclusivamente al lavoro, un altro secondario e legato alla propria sfera personale.
Ecco, questo sono io. Un killer. Uno dei milioni di riflessi del buio. Sono la Vendetta che prende la forma che non t'aspetti.
Lo svolgimento delle due storie procederà di pari passo, mostrandoci le due anime del protagonista. La storia procede in modo lineare e, spesso, semplice da indovinare (ma mai noiosa), nonostante questo non mancheranno i colpi di scena, che ribalteranno anche alcune delle nostre certezze.
Si tratta del primo libro di quest'editore che leggo e ne ho apprezzato la cura (ho notato un unico refuso) e la grafica. Il testo ha ampio respiro, ed è piacevole da leggere anche per il font e la dimensione del carattere.
In conclusione, Glock 17 è un romanzo noir convincente, che sembra uscire da una penna esperta e navigata del genere, che mantiene egregiamente tutto ciò che mantiene.
Un ottimo connubio tra asprezza e profondità.
Consigliato. Trovo che sia adatto ad un pubblico piuttosto ampio; è crudo e presenta scene non adatte ai più piccoli, ma non indugia in dettagli macabri o spiacevoli. Apprezzatissima anche la mancanza di maschilismo/machismo o di evidente occhiolino furbo verso il genere femminile: giusto ed equilibrato anche in questo.
È convincente e piacevole; leggerò presto il secondo volume della serie!