La rallegranza, ho scoperto quello stesso pomeriggio, sempre nella casa di ringhiera, è la faccia gioiosa della lotta alla mediocrità, una lotta che ho combattuto strenuamente tutta la vita.
La vertigine del caso - Secondo Movimento, è il secondo volume del progetto "La vertigine del caso" di Vanessa Chizzini (Qui la recensione del primo libro).
Anche questo secondo volume è diviso in due parti che possono essere considerati due racconti lunghi o due romanzi brevi e sono strettamente collegati tra loro. Nonostante tutte le storie siano autoconclusive, consiglio di leggere le due opere in ordine (il Primo Movimento e solo successivamente il Secondo Movimento) perché in ogni opera successiva, specialmente in questo secondo volume, ci saranno numerosissimi riferimenti (ben spiegati e quindi comprensibili anche per chi non li avrà letti) ai racconti precedenti e, sarà inevitabile, desiderare di aver letto ciò di cui si parla per conoscerlo totalmente.
Se con il primo volume, ho riscontrato un apprezzamento particolare per lo stile dell'autrice, questo seconda opera mi ha fatto definitivamente innamorare. C'è grande ricerca in ogni parola utilizzata e tutto, dai dialoghi alle parole scelte, e persino quelle inventate è coerente e collegato a quanto letto in precedenza. Ci sono analogie bellissime che associano la voce alla marea o al vento e descrizioni che posso definirvi solamente come "elegantemente matte", ma lo potrete capire unicamente se avete già letto il Primo Movimento.
La regina ride tirando indietro la testa, l'onda si infrange su uno scoglio a riva con uno schianto di spruzzi e schiuma e fa ritorno verso il mare.
I personaggi parlano tutti in modo diverso, esprimendo il loro carattere o una loro particolarità così come facciamo anche noi nella vita reale. Ci sono coloro che scelgono parole sempre normali, ma che esprimono il loro pensiero attraverso scelte più dure o più garbate, ma anche quelli che hanno un vero e proprio vocabolario a parte e che si distinguono ogni volta che decidono di intervenire. Un esempio lieve è Ume con il suo "Sante nubi", il più eclatante (e davvero divertente) è Egidio, che termina ogni parola in "anza".
Mi gira la testa. Tutti questi "anza" mi fanno venire il mal di mare. La voce della regina è la risacca che si infrange sulla riva, gli "anza" di Egidio sono le onde che sballottano una barchetta al largo.
Anche i nomi stessi dei personaggi sono attenti e mai banali, molti di loro hanno dei soprannomi (vedi Ume) che vengono spiegati (e le motivazioni risultano altrettanto originali), inoltre, un personaggio viene chiamato in modo differente a seconda della persona che lo sta interpellando, rendendo alla perfezione il realismo della scena e anche delle personalità differenti che si esprimono e si esplicitano anche in questo modo.
Se, infatti, alla mia precedente lettura ero rimasta folgorata dalla bravura dell'autrice, che non incespica mai e appare sicura in ogni punto della narrazione, questa volta, dando lo stile per assodato, sono stata colpita proprio dalla credibilità dei personaggi che in questi due racconti sono molti (sempre gli stessi) e che sembrano vivere realmente anche al di fuori delle pagine. Oltre a ciò che vi ho già anticipato, colpiscono i piccoli gesti che hanno tra loro: le occhiate di complicità, il prepararsi alla reazione dell'altro e molto di più.
Ne "Questo nostro mondominio" troviamo i tre personaggi principali del Primo Movimento (Mic, Sam e la signora Adriana) alle prese con una realtà davvero interessante: un condominio. Questo luogo si rivela subito un piccolo mondo in cui c'è tutto e in cui gli abitanti si conoscono e si relazionano vicendevolmente ogni giorno. Ognuno sa la storia dell'altro e, anche chi vive solo, sa di poter fare affidamento negli altri in caso di necessità.
«Queste case sono dei mondi» ribadisce Ume. «Tutto un mondo in una stanza.»
«Un mondominio» osserva Sam. «Più che un condominio, questo è un mondominio.»
«Un mondominio, sì ecco» concorda Ume entusiasta. «Che bella parola, è proprio così.»
Nella seconda parte "Gli intempestivi" ritroviamo tutti i personaggi introdotti in Questo nostro Mondominio e, ovviamente, i nostri tre protagonisti, in una nuova ambientazione: una piscina un po' vetusta e scrostata. Il titolo di questa parte, che può essere considerata il "lato B" del Secondo Movimento, è riferito ad un gruppo di persone conosciuto nel "lato B" del Primo Movimento: gli intempestivi, un gruppo di artisti mai realmente incontrato ma che, con i propri testi, ha fatto nascere un dibattito che continuerà in questo testo.
"Gli intempestivi si prendono il loro tempo." Senza condizionamenti, senza pressioni, senza seguire le mode, certo, ma soprattutto senza che nessuno abbia l'autorità di farci diventare qualcosa di diverso da quello che siamo, solo perché il mercato, il pubblico, il momento storico... Questo secondo me è un nodo cruciale: prendersi il proprio tempo.
L'ambientazione cambia, pur rimanendo a Milano, città importante per i personaggi, ma è sempre uno degli elementi meglio resi del testo. Mentre nel "mondominio", nonostante i suoi muri scrostati, desidereremo abitarci, anche solo in un'altra delle nostre vite possibili, la piscina diventerà un luogo da sogno, con pirati e relitti che ci aspettano!
In conclusione, il Primo Movimento de La vertigine del caso mi era piaciuto molto e mi aveva lasciato un segno che, a molto tempo di distanza, non si era assolutamente sbiadito. Ritrovare i tre protagonisti mi ha immediatamente fatta sentire a casa, ma i nuovi personaggi introdotti e la bravura nel descrivere l'ambientazione mi hanno completamente stregata. Questo Secondo Movimento mi è piaciuto ancora di più e mi ha, in realtà, avvicinato ulteriormente al Primo che, rivissuto grazie ai numerosi riferimenti, mi ha dimostrato che si tratta di un'opera che nel tempo non sbiadisce e non diventa meno importante, al massimo si scrosta solo un po' nella memoria, continuando a rimanere bella, elegante e indimenticabile.
Vanessa Chizzini è un'autrice che ho scoperto per caso e per collaborazione e, sebbene mi sia già capitato tante volte di apprezzare molto un autore non ancora celebre, con lei provo un vivo dispiacere a pensare che possa non essere letta da tante persone perché merita, merita davvero. Quindi la consiglio e, anzi, vi esorto proprio a leggere La vertigine del caso, perché quando qualcuno è davvero molto bravo è una vera ingiustizia che non venga conosciuto. Sono sicura che piacerà anche a voi.