Hadriaticum è il secondo romanzo storico che leggo dell'autore Pio Bianchini, perciò sapevo cosa aspettarmi, anche se solo in linea generale.
Il primo libro è stato Petra Rubea, romanzo che mi è piaciuto molto e mi aveva colpito particolarmente per la resa dei personaggi e molte altre caratteristiche che, ad oggi, ho trovato confermate in Hadriaticum.
Prima di tutto rinnovo il mio piacere di aver letto un romanzo storico italiano con un giusto equilibrio tra nozioni ed intrattenimento; l'autore è davvero bravo a farci capire ed imparare concetti che non conosciamo senza nemmeno farcelo notare. Ribadendo la mia ignoranza sul periodo, XIII Secolo, e sul luogo, una sorta di triangolo Almissa-Venzia-Portonovo, non posso che sentirmi fortunata di essere incappata in un autore che riesca così bene a far rivivere la Storia, rendendo la lettura non solamente interessante e divertente ma anche molto utile.
Il libro mi è piaciuto in molti suoi aspetti ma è innegabile che il fiore all'occhiello siano anche questa volta i personaggi. L'autore ricostruisce le vite di ognuno di loro, non vi sono differenze tra i personaggi di fantasia e quelli reali; in entrambi i casi noi seguiamo la loro storia e non ci viene in mente nemmeno per un'istante che qualcosa possa essere inventato. Questo succede perché Bianchini ha una capacità incredibile di rendere reali i suoi personaggi; ogni volta che ne introduce uno ce lo spiega come se ce lo presentasse, come se fosse un vecchio amico che vuole semplicemente farci conoscere. È impossibile non immaginarli mentre svolgono le loro tipiche mansioni, ognuno di loro è un pezzetto del mosaico che l'autore sta creando, e noi, inconsapevoli di tutto, ci godiamo ogni singolo pezzetto, senza nemmeno chiederci il perché è stato creato. Ho apprezzato tantissimo sia le descrizioni dei personaggi inventati, perché rimarranno nella mia mente per molto tempo, sia quella di coloro che sono esistiti veramente, perché in un modo così semplice li ho conosciuti molto meglio di chi ne ha sentito parlare solamente in libri scolastici. Mi sono piaciuti tutti, ma Blancus, è quello che probabilmente ricorderò di più nel tempo.
Ma un buon comandante, a volte, è costretto a fingersi sincero e ha il dovere di mentire ai suoi subordinati.
Per coloro che non sono abituati a letture con moltissimi personaggi, consiglio di appuntarsi qualche informazione su ognuno di loro in modo da non perdere mai il filo narrativo.
La realtà è che anche Hadriaticum, come prima Petra Rubea, non si può prevedere. Inizialmente ci vengono date tantissime informazioni su molteplici personaggi, tutti scollegati tra loro. La trama perciò appare frazionata ma nonostante ciò non ci si annoia mai perché proprio ogni piccola storia contiene al suo interno, una trama sé stante che, se fosse inserita in un racconto, ci basterebbe eccome. Eppure non siamo chiamati a farcela bastare perché, ad un certo punto, con un colpo da maestro, l'autore riesce a riunire le storie di ognuno di loro rendendo lo svolgimento ancora più coinvolgente perché, ormai, conosciamo i personaggi e sappiamo chi sono e cos'hanno vissuto prima di arrivare lì.
Continuando la lista dei pregi del romanzo, non si può che citare l'ambientazione. Elemento fondamentale per un romanzo storico, Bianchini riesce a descriverla facendocela rivivere completamente. Indifferentemente dal luogo, vediamo tutto ciò che viene descritto come se lo stessimo vivendo in prima persona, ci sono luoghi che ricorderò come se li avessi vissuti e, chi lo sa, magari i miei avi effettivamente li hanno visti e hanno partecipato davvero a queste avventure!
Era una domenica molto fredda, con il vento del nord che preannunciava una prossima tempesta. Era quasi l'ora di buio ed era iniziata a cadere di traverso una neve sottile e gelata, che quasi feriva il viso della poca gente per strada.
Nonostante ciò che vediamo ci sembri totalmente reale e i personaggi ci rimangano nel cuore, l'atmosfera che respiriamo è quella dell'accadimento storico. Noi siamo consapevoli che tutto ciò che è stato scritto è già successo e ne sentiamo l'ineluttabilità intrinseca. Per quanto un personaggio ci possa piacere sappiamo che ciò che sta vivendo è inevitabile e invece di soffrire con lui lo prendiamo come un dato di fatto, qualcosa da cui imparare, un accadimento che porterà a ciò che leggeremo dopo. Per questo motivo noi non soffriamo con loro, li osserviamo consci di non poterci fare niente, questa è la Storia. Non troverete, perciò, un coinvolgimento alla Ken Follet, bensì avrete un atteggiamento più stoico nei loro confronti.
«La storia è storia, e non assomiglia per nulla alla solita favola, falsa edulcorata e comunque a lieto fine, che ci viene propinata da bambini...»
Lo stile dell'autore mi piace molto e trovo che il genere da lui scelto per i suoi romanzi sia assolutamente azzeccato. Apprezzo tantissimo che, per quanto il libro sia interamente in italiano e comprensibile in ogni sua parte, vi siano parole "dei tempi" che ci facciano assaporare di più la storia.
Era convinto che quel pertugio segreto fosse ignorato dalle sue putàne, ma si sa che spesso gli uomini sono minchioni e le donne, invece, molto birbe.
Mi è piaciuta anche l'idea che apre e chiude il romanzo, di cui non vi parlo per non anticiparvi nulla.
Infine, il ritmo. I romanzi storici nella mia testa si dividono in libri più storici e, per questo, lenti e romanzi più d'intrattenimento e, quindi, veloci. Hadriaticum, non è classificabile in questo modo. Lo ritengo un romanzo che riequilibra perfettamente questi due elementi rendendoli equivalentemente importanti e, per questo, si legge velocemente. Non solo non è pesante ma, visto il tema, è fantastico da leggere al mare Sotto l'ombrellone, come ho fatto io.
Si sarà certamente capito che il libro mi è piaciuto e che lo consiglio a tutti; se siete in cerca di un buon romanzo storico eccolo qua e se, invece, volete leggere di persone e delle loro vite, anche in questo caso non verrete affatto delusi.