Ma chi può tollerare di sapere quali stelle sono già morte? pensò, guardando il cielo notturno; c'è qualcuno al mondo che possa sopportare di sapere che lo sono tutte?
J. K. Rowling, pseudonimo (il K. è aggiunto volutamente per sviare ma non rappresenta un secondo nome) di Joanne Rowling è un'autrice divenuta famosa (e anche parecchio ricca) grazie alla celeberrima saga fantasy per ragazzi Harry Potter.
Dopo aver utilizzato parole come autrice, celeberrima, saga, fantasy e per ragazzi.. è necessario che io spieghi perché c'è parecchia diffidenza nei suoi riguardi? Ne dubito.
Io ho letto la saga di Harry Potter proprio mentre è uscita, ero nella fascia d'età giusta ed ero anche completamente inconsapevole di ciò che stava succedendo nel mondo (la differenza tra l'avere internet o no). Ho letto i primi tre libri da sola nella mia cameretta, senza avere nessuno con cui parlarne perché, come ho ribadito più volte, non ho mai avuto dei "lettori" intorno a me. Poi alla fine di quell'estate sono tornata a scuola (ero alle medie) e mi sono accorta con orrore che il mio piano di assaltare la biblioteca della scuola all'uscita del quarto volume (che mi pare sia uscito pochi mesi dopo l'inizio delle scuole) era inficiato dall'avvenimento meno prevedibile al mondo: i miei compagni di classe erano diventati tutti, come del resto tutta la scuola, dei lettori estemporanei. E tutti volevano lui: Harry Potter e Il calice di fuoco.
Inutile dire che di questi adolescenti nemmeno uno ha poi continuato a leggere, inutile dire che il libro alla fine me lo sono fatta comprare (con una bugia, tra l'altro) il giorno dell'uscita, inutile ammettere che la biblioteca della scuola è sempre stata vuota per tutto il resto dell'anno. Ciò che importa è che in un'età in cui già detestavo talmente le mode da fare di tutto per non seguirle, io, lettrice da sempre presa in giro proprio perché leggevo invece di fare danza e parlare di ragazzi con le compagnucce, mi sono ritrovata per un breve lasso di tempo a fare esattamente ciò che facevano tutti gli altri.
Questo spiega il perché io, nel momento più ribelle della mia vita, abbia letto Harry Potter e mi sia permessa di amarlo senza pregiudizi. Ammetto anche di avere poi riletto l'intera saga anche pochi anni fa e di averla nuovamente apprezzata.
La verità è che, checché ne dicano i detrattori, la qualità dello stile di Rowling è indubbia e, se si è in grado di andare oltre ai pregiudizi derivati da fama, fascia d'età a cui si è rivolta e genere, non si potrà non apprezzarla.
Detto questo devo anche ammettere che quando nel 2012 è uscito Il seggio vacante, io sono stata una delle prime persone a storcere il naso.
L'autrice che mi aveva convinta con Harry Potter ora aveva scritto un romanzo "serio" incentrato sulla politica: troppo facile pensare a un tentativo disperato di dimostrare di saper far altro e di voler uscire a forza dallo stereotipo autocreatasi.
Mi sono accinta solamente ora a leggere Il seggio vacante e l'ho iniziato con tutti i pregiudizi del caso ed ora lo recensirò consapevole che moltissimi di coloro che approderanno qui ne avranno altrettanti e che, dunque, è bene spiegare bene e motivare il perché del mio enorme apprezzamento.
Iniziamo ad elencare quelli che potrebbero essere considerati difetti od elementi negativi per i lettori; trama politica, personaggi, ritmo.
La trama politica. Se all'inizio il libro appare immediatamente scorrevole, appena si giunge alla spiegazione politica di ciò che sta succedendo nella cittadina il lettore cambierà nettamente idea. Rowling decide di spiegare tutto insieme, in un'analisi difficile da comprendere e anche piuttosto noiosa. Il mio consiglio è quello di andare avanti il più velocemente possibile: è fondamentale capire di cosa si sta trattando, ma i dettagli e i loro effetti saranno ben spiegati anche successivamente e in modo molto più efficace.
Se siete tra coloro che hanno letto le prime 50 pagine del libro e che poi l'hanno abbandonato proprio per questo, vi esorto a riprenderlo e ad andare avanti: vi assicuro che ne varrà la pena.
I personaggi. Questo elemento può essere considerato sia l'aspetto maggiormente apprezzabile sia quello più complesso da digerire, tutto dipenderà dal lettore, dai suoi gusti, dalla sua concentrazione e dalla sua tenacia.
I personaggi chiamati in causa dalla narrazione sono tantissimi e vengono presentati uno dietro l'altro ad ogni capitolo. È difficile riuscire a ricordare chi sia ognuno di loro e, soprattutto, quali rapporti abbia con gli altri.
Anche qui, vi esorto a immagazzinare più informazioni possibili ma non a impazzire per comprendere tutto immediatamente. I loro rapporti saranno costantemente ribaditi e, una volta imparati i nomi, questa difficoltà svanirà.
Le loro personalità sono talmente diverse e ben definite da permettere di distinguerli anche solo dal lessico che utilizzano nei loro pensieri, per questo motivo lo stile può variare inducendovi ad apprezzare molto di più alcuni capitoli piuttosto che altri.
Anche i loro problemi sono profondamente diversi; Rowling spazia di età, sesso, preferenze sessuali, religione e ci parla di talmente tante realtà differenti da darci la sensazione di stare leggendo nuovamente una serie piuttosto che un romanzo. Riusciamo sia a capirli che a vederli cambiare sotto i nostri occhi. Raramente parlando, nelle mie recensioni, di personaggi ben riusciti e verosimili mi sono riferita ad un tale raggiungimento di realismo.
Aveva notato che negli ultimi tempi suo padre aveva preso l'abitudine di opporre ai termini medici utilizzati da sua madre delle parole rozze, ignoranti. Emorragia cerebrale. Tappargliela.
Ultimo aspetto che credo possa non essere apprezzato è il ritmo di lettura. Inizialmente frenati dai tanti personaggi e dalla situazione politica non così semplice da comprendere, si faticherà ad andare avanti. Gli stimoli non sono molti perché, anche se la grande capacità nel rendere i personaggi e i loro rapporti è evidente sin da subito, essa non basta per indurci a leggere con più foga ed interesse.
Io ho impiegato più di un mese a terminare la lettura. 30 giorni li ho impiegati a convincermi ad andare oltre le prime 150 pagine, due giorni li ho impiegati per la parte intermedia e le ultime 150 pagine le ho lette in una serata senza nemmeno accorgermene.
La verità è che è Rowling a decidere quando farci sfogliare velocemente le sue pagine, all'inizio decide consapevolmente di introdurre tutto il necessario, all'interno della storia ci lega senza farcelo notare, per poi farci rendere conto solo sul finale del lavoro fatto, quasi di nascosto, sino a quel momento.
Il ritmo, dunque, è costantemente in salita. Anche in questo caso vi esorto a continuare e a vedere come tutto, ad un certo punto, cambierà.
Se sui tre elementi appena elencati comprendo e ho provato a mia volta alcune difficoltà, nei prossimi che citerò non sono riuscita a riscontrare aspetti oggettivamente negativi.
La cittadina inglese in cui è improntata la vicenda, Pagford, è del tutto inventata ma viene presentata nella sua geografia in modo talmente chiaro e dettagliato da rendere impossibile dimostrarlo. Man mano che i personaggi si muovevano, a piedi o in bici, vedevo con loro scorrere le case e i quartieri. Le descrizioni, sia estetiche che strutturali, non mancano mai e aiutano perfettamente a comprendere sia come si muovano i personaggi sia lo spazio in cui lo fanno. L'ambientazione, dunque, è ottimamente resa.
Nessuno dei due ragazzi degnò di un'occhiata la familiare veduta che si aprì ai loro piedi: la piccolissima cittadina di Pagford raccolta a coppa in una valletta fra tre colline, una delle quali sormontata dalle rovine dell'abbazia del Millecento. Un fiumiciattolo che serpeggiava attorno alla collina attraversava in paese, scavalcato da un ponte di pietra che pareva un giocattolo.
L'atmosfera, che è da sempre l'aspetto che ritengo maggiormente soggettivo, mi ha stupita proprio per la sua ineluttabilità.
È proprio la lentezza dell'approccio dell'autrice ad indurci ad entrare nel libro senza nemmeno accorgercene: si passa dal "leggo qualche pagina perché devo" al "ho finito il libro e sono commossa" senza riuscire a stabilire esattamente il momento in cui quei personaggi, tanto ben resi ma a noi estranei, sono diventati vivi.
Se capita di rado che io senta qualcosa di importante (che non sia rabbia per i refusi) leggendo un libro, è quasi impossibile che pianga.
Eppure qui non solo l'ho fatto, ma ho continuato a sentire una morsa al cuore anche dopo averlo terminato, come se ciò che avevo appena letto avesse cambiato inevitabilmente anche la mia vita. Non è tanto ciò che succede (che non è certo più tosto da digerire di tante altre cose che ho letto) o il modo in cui viene raccontato (perché Rowling non indugia mai sul sentimentalismo e lo blocca allo stretto necessario) ma sono le implicazioni di ciò che viene detto e il messaggio finale a colpire con forza.
Al di là di quest'ultimo penso che di cose da imparare su noi stessi, sulla vita e sulla morte (primo fra tutti di quanto cambi la vita di tante persone la morte di qualcuno che, apparentemente, non c'entra nulla con loro) ce ne siano in abbondanza e trovo che sia un peccato che non vengano colte per mancanza di apertura, sebbene io sappia che sia inevitabile.
Apprezzo sempre di più i libri che non esplicitano alcun insegnamento e che, pure, ne sono pieni, al contrario trovo sempre poco interessanti i romanzi palesemente finalizzati a trasmettere qualcosa.
In questo libro Rowling non si fa mancare niente; ognuna di queste famiglie (e di queste persone) ha casistiche proprie del tutto estranee agli accadimenti esterni. La violenza domestica, gli amori adolescenziali, il disturbo ossessivo compulsivo, il suicidio, il lavoro, la droga, la cura dei propri figli, sono solamente alcuni degli elementi riportati in questa storia. Non c'è, dunque, una sola possibilità di fallire nella credibilità ma tantissime.
Dall'esterno penso che questo elenco (non esaustivo) possa rappresentare un motivo di diffidenza verso il testo: effettivamente quante sono le opere ben riuscite in cui è presente una miscellanea di questo genere? La risposta è che, forse, solo J. K. Rowling poteva riuscirci perché, se non l'avessi letto io stessa, mai mi sarei potuta fidare di questa possibilità.
Ogni tematica viene trattata nei tempi giusti e con una scelta delle parole che rasenta la perfezione e utilizzo questa parola che non amo abbinare ad un romanzo, appositamente. In questi casi scadere nello stereotipo è quanto di più semplice possibile e io, lo ammetto, in queste situazioni sono sempre pronta ad individuare ogni minima parola fuori posto, eppure non sono riuscita nemmeno un momento a considerare qualche affermazione o pensiero poco reale. Anche nei miei argomenti tabù (li avete anche voi, anche se forse ancora non lo sapete) Rowling mi ha convinta.
La repulsione che provava per se stessa era come un vestito di ortiche: la pungeva e la irritava dappertutto. E lei, momento dopo momento, era costretta a compiere uno sforzo di volontà per sopportare, per restare dov'era; per non correre a fare la sola cosa capace di darle sollievo. Bisognava prima aspettare che tutta la famiglia fosse a letto. Ma era una tortura starsene così, ad ascoltare il proprio respiro, a sentire sul letto l'inutile peso del proprio corpo brutto e disgustoso. Le piaceva immaginare di affogare, sprofondare nella fresca acqua verde, sentirsi spingere lentamente verso il nulla...
In conclusione, Il seggio vacante mi ha fregata. Ero pronta a non amarlo e a stroncarlo, enumerandolo nel mio personale elenco di opere create senza un motivo valido. Mi ritrovo qui ad ammettere, invece, che quest'opera mi ha dato non solo di più di ciò che mi aspettavo, ma anche molto di più di ciò che generalmente riesco ad ottenere in un romanzo.
Al di là degli elementi di potenziale difficoltà che vi ho riportato, l'ho trovato uno dei romanzi più completi che abbia mai letto. Qui dentro c'è tutto. Per questo motivo non posso che consigliarvelo, ma con due raccomandazioni.
Il primo è quello di leggerlo se siete persone che, pur partendo con pregiudizi, sono in grado di superarli se ne vale la pena. Io non mi vergogno mai di ammettere i miei limiti perché, proprio conoscendoli bene, penso di poter vedere meglio al di là di loro. A quest'opera mi sono affezionata, e mi dispiacerebbe vederla denigrata a prescindere e non con cognizione di causa.
La seconda è quella di essere pazienti; non è un romanzo facile e non desiderava esserlo, va letto per quello che è e non per trovare una lettura leggera e spensierata. Non leggetelo ricercando Harry Potter.