Il nostro mondo si chiama Imaginaria. Lì non esiste il sole, ma al suo posto c'è una sfera di specchi che noi chiamiamo Riflettore. Questo Riflettore ha la capacità di riflettere l'immaginazione delle persone e ricreare ciò che esse desiderano. Ma una volta sola nella vita.
Imaginaria: Il Riflesso del Mondo di Bruno Pirola è il primo volume di una nuova serie fantasy.
Anche in questo caso, mi trovo davanti ad un romanzo self-published decisamente più curato rispetto ai libri pubblicati da alcuni editori furbetti, a ulteriore dimostrazione che la categoria degli autopubblicati è spesso la più curata.
La copertina del romanzo attira subito lo sguardo, il font utilizzato all'interno è piacevole e di facile lettura perché grande a sufficienza da non far faticare gli occhi. Solo alcune parti sono un po' più difficili da leggere perché scritte in maniera diversa, dando un tocco di realismo ad alcuni frammenti che nel libro segnalano biglietti e lettere "scritte a mano".
Ultimo ma non per importanza, il ghirigoro nella prima lettera di ogni capitolo: si addice molto al genere e dona eleganza al testo.
Passiamo ora, alla recensione vera e propria.
Se mi si chiedesse di descrivere questa lettura con un'unica parola sceglierei divertente. Non perché si tratti di un romanzo comico, ma la piacevolezza della lettura è stata così intensa da portarmi necessariamente a descriverlo in questo modo.
Io penso che ogni lettore, anche il più impegnato, abbia bisogno ogni tanto di una lettura che gli faccia tirare il fiato e lo intrattenga semplicemente, divertendolo.
Io sono una lettrice che, difficilmente, si lascia andare. In qualsiasi libro sono puntigliosa, attenta e, devo ammetterlo, anche critica. Che si tratti di un'opera epocale di un grande scrittore o un libro di barzellette, il mio autocontrollo rimane lo stesso.
Sentivo da tempo la necessità di trovare un libro che mi piacesse e basta, senza se e senza ma, che mi facesse dimenticare la critica letteraria che vorrei essere e mi facesse tornare alle prime letture dell'adolescenza, quando un libro me lo riuscivo a godere senza sentire il bisogno di analizzarlo parola per parola.
Imaginaria: Il Riflesso del Mondo ce l'ha fatta. Io l'ho letto, mi sono divertita e, di conseguenza l'ho apprezzato. L'atmosfera che ho percepito durante la lettura è, perciò, positivissima.
Passo, ora, all'analisi meno personale e più seria, degli elementi principali che ho riscontrato nell'opera.
Lo stile di Bruno Pirola è sicuramente uno degli aspetti che ha influito sull'andamento dell'intera opera.
La sua scrittura è fresca e leggera ma non disdegna anche descrizioni interessanti e suggestive con un linguaggio maggiormente ricercato.
L'ho apprezzato in quasi tutto ciò che ha scritto, l'unico dettaglio che, per un gusto personale, non mi ha del tutto convinta è stato l'utilizzo di un linguaggio gergale in alcuni punti della narrazione. Mi spiego meglio: tutto il romanzo, dialoghi compresi, è orientato verso un pubblico giovanile e, per questo motivo, il timbro stilistico utilizzato è coerente con questo destinatario. Di conseguenza, a volte anche il narratore utilizza parole con questa finalità, aspetto che rispetta la coerenza del tutto ma che, su di me che vedo il narratore come un baluardo del romanzo, ha avuto un effetto straniante.
Non posso sostenere che quello di Pirola sia stato un errore, perché l'effetto generale creato dal libro è positivo e divertente e non so se un narratore più composto potrebbe, in parte, inficiare sull'effetto generato dalla lettura del romanzo.
Anche nei dialoghi il linguaggio utilizzato è quello comune e, in questo caso invece, trovo che renda tutto più credibile, oltre che divertente e scorrevole.
«Mauritius un corno! Fa' il tuo dovere! Compi il tuo destino! Maledetto ingrato!»
Il ritmo di lettura è piuttosto veloce. L'ho trovato perfetto, tenendo conto del genere del romanzo e dello sviluppo della storia. L'autore è riuscito a creare un giusto connubio tra racconto e informazioni/descrizioni non cadendo mai nella eccessiva loquacità né nella superficialità di chi passa oltre senza aver sufficientemente spiegato un aspetto fondamentale del romanzo.
L'incipit è di piacevole lettura ma è molto introduttivo: trovo che l'energia del romanzo non si possa desumere del tutto da queste prime righe iniziali, sebbene ci diano un'importante informazione sull'ambientazione.
Su quest'ultima ho un parere ambivalente. Mentre nelle descrizioni di luoghi e scene trovo che l'autore non sia stato solamente bravo ma addirittura bravissimo, nell'ambientazione vera e propria (Boston, periodo di Natale) non ha indugiato quanto avrei voluto. Il motivo si può comprendere: questo è il primo volume di una serie che, suppongo, non si svolgerà prevalentemente nell'ambientazione di questo volume, perciò questo aspetto non è poi fondamentale per la storia nella sua totalità.
In un eventuale seguito la mia prima curiosità sarebbe proprio quella di leggere le descrizioni dell'ambientazione perché, sono sicura, stupiranno maggiormente!
Sembrava tutto così perfetto, in un silenzio che sembrava rotto dal fragore di quei meravigliosi giochi di luce. Quell'estasi visiva era più assordante del rumore stesso. Confondeva, rasserenava, cullava chiunque guardasse, o almeno chiunque dotato di un'anima. Per non parlare del profumo: un intenso aroma di pagine abbracciate dall'inchiostro di miliardi di parole che bloccava il respiro tanto era forte.
La trama del libro intriga da subito perché la storia verte su una libreria misteriosa. Questa location è, senza dubbio, una delle predilette dai lettori, me compresa.
Ciò che succede nello svolgimento, in realtà, prende una direzione diversa da quello che potremmo desumere dalla prime pagine del libro. Non è, infatti, la libreria ad essere il punto focale della narrazione.
È uno svolgimento piacevole ma inaspettato. Per quanto le vicende e le peripezie dei nostri giovai eroi non siano poche, ho visto gran parte del romanzo come un'introduzione a quello che succederà poi, nei prossimi volumi. Com'è inevitabile in un primo volume, troviamo al suo interno molte nozioni del mondo fantastico creato dall'autore. Ho apprezzato particolarmente il modo in cui Pirola è riuscito a farci scoprire tutte le informazioni fondamentali, dosandocele però correttamente: uno degli scogli più grandi che trovo nelle nuove serie fantasy è quello di leggere una serie infinita di novità dietro l'altra, dandomi la sensazione di scorrere un elenco, necessario ma noioso. Inoltre, solitamente chi riesce a rifuggire da questo "errore" rischia di non trovare il modo di motivare il perché della procrastinazione di dettagli, rendendo il tutto meno credibile. Pirola, invece, è riuscito a trovare il modo di introdurre i concetti un po' alla volta, senza inficiare la coerenza della storia.
Passiamo ora al finale. Come sapete, il mio problema principale con le serie è il fatto che la storia venga mozzata in un momento non conclusivo. In questo libro l'autore l'ha dovuto fare, ma non ha imposto al lettore un finale forzato e collocato in un punto poco consono. Possiamo infatti comprendere che la storia da quel momento in poi avrà un'evoluzione e, perciò, sebbene non ami le storie non terminate, questa decisione non mi ha trovata contrariata come è accaduto in passato con altre saghe. Ciò che succede, ovviamente non lo racconto, mi limito a dire che, in buona parte, avevo immaginato i colpi di scena ma che, nonostante questo, ho continuato la lettura con piacere, apprezzandone ogni passaggio e ho ritenuto le ultimissime righe un ottimo colpo da maestro.
Sono curiosissima di sapere come la storia andrà avanti!
I personaggi del romanzo sono ventenni alle prese con i problemi di quell'età: in primis la ricerca di un lavoro. Ne ho apprezzato le personalità diverse ma carismatiche ma, ancora, non posso dire di conoscerli a fondo. Trattandosi di un primo volume immagino che, con l'avanzare della storia, si approfondirà anche l'introspezione di ogni personaggio.
In conclusione, Imaginaria: Il Riflesso del Mondo è una lettura fresca, divertente e piacevole. Un ottimo svago per i lettori di qualsiasi età in cerca di intrattenimento. La fantasia dell'autore sta creando un mondo davvero interessante e una trama sempre più intricata ma di semplice comprensione.
Lo consiglio perché l'ho letto molto volentieri e la voglia di continuare con i seguiti c'è eccome!