Non puoi impedire di seguirti a chi è capace di farlo
Quello che mi chiedi in cambio è una delle ultime pubblicazioni dell'Editore WLM.
Si tratta del secondo libro che leggo dell'autore Moran Beaumer (e non Beaumber come potete leggere sull'immagine di copertina) e, come potrete notare, dalla Recensione di "La domanda che hai nel piatto", si tratta di un autore che ho letto molto volentieri e che trovo convincente, soprattutto nello stile.
Possiamo considerare Quello che mi chiedi in cambio un libro noir, anche se le sue atmosfere sono decisamente meno cupe e gravi rispetto a quelle che potremmo associare a questo genere. Il motivo principale per cui succede ciò è lo stile dell'autore. Anche se lo scrittore utilizza un lessico adatto a ciò che sta scrivendo, dandogli un'ottima connotazione da duri necessaria in questo genere, aggiunge a questo aspetto due elementi che arricchiscono la narrazione, cambiando l'effetto finale sul lettore.
Ormai ero una pallottola già entrata nella camera di scoppio e avevo chiaro il mio prossimo futuro.
Il primo elemento aggiuntivo è l'ironia. Questa, in realtà, è spesso presente nei romanzi noir, polizieschi o gialli, ma è la sua realizzazione e, soprattutto, la direzione da lei intrapresa a denotare il tono del romanzo. In questo caso Beaumer mantiene una più che ragionevole via di mezzo: è simpatico e divertente ma non inficia l'intensità di quanto narrato.
L'eventualità di un allarme, o di telecamere poteva essere più che un'eventualità, evidentemente me ne sbattevo e ho fatto il primo passo..
Il secondo aspetto è l'introspezione e, conseguentemente, la riflessione. Il protagonista, infatti, risponde ai classici canoni del protagonista duro e deciso ma, al contempo, presenta al suo interno aspetti ben più sensibili e malleabili che lo rendono più umano.
Ogni volta mi appariva chiaro quanto l'amore fosse una specie di lotta tra due spiriti che si incontrano e sentono che per aversi si devono affrontare, e che il senso della lotta è arrivare a qualcosa di cui però nessuno dei due conosce l'identità. Non ancora, almeno.
Gli altri personaggi, anche se non tutti allo stesso livello, rispettano i canoni più stretti del genere, entrando perfettamente nei ruoli a loro assegnati.
Nei dialoghi, fortemente presenti in tutta la narrazione, è maggiormente quest'ultimo aspetto introspettivo a fuoriuscire. In questo modo l'autore lascia molto spazio a riflessioni che esulano dalla trama vera e propria, portando il lettore ad interrogarsi sui diversi temi toccati.
«Secondo te dove siamo nati ce lo siamo scelti noi?»
“Tu che dici?»
«Per me tutta la vita ce la siamo scelta noi.»
«Tutta?»
«Compresi i guai, se è questo che intendi.»
«E perché lo avremmo fatto?»
«Perché siamo nati per capire se riusciremo a resistere. Se sappiamo durare.»
La struttura del libro è semplice ma non di immediata comprensione. Inizialmente apre con un flashback, poi passa alla narrazione vera e propria che vede il protagonista, Chil, raccontarci la vicenda al passato. Ogni tanto, però, troverete delle parti in corsivo e al presente che vi permetteranno di scoprire cose che nemmeno il protagonista sa. Questo aspetto rende la lettura più interessante, coinvolgendo il lettore e invitandolo a chiedersi che cosa stia succedendo dietro le quinte.
L'incipit iniziale è, dunque, parte del flashback di cui vi parlavo. Apre con un dialogo interessante che, da subito, fa comprendere al lettore che la trama verterà su qualcosa di losco e pericoloso.
I temi toccati dal narratore saranno molti. La trama vera e propria verte su una partita (di calcio) truccata, ma finita diversamente dal previsto. Il giocatore che ha deciso di tradire i propri principi ora teme ripercussioni dai suoi mandanti e il protagonista è chiamato ad indagare sulla questione.
Nello svolgimento il lettore cercherà di scoprire la verità sull'intera vicenda. Se, infatti, gran parte delle carte sono scoperte dall'autore sin da subito, alcuni particolari fondamentali per la risoluzione del caso vengono nascosti per garantire il colpo di scena finale che, puntualmente, arriva e sorprende.
Il finale prosegue sulla strada già tracciata dallo svolgimento, non delude ma non stupisce quanto alcune rivelazioni antecedenti.
Il libro è ambientato prevalentemente a Nizza, in Costa Azzurra. Le descrizioni ambientali sono più rivolte a far immaginare gli interni che gli esterni. Il sapore francese della vicenda, per quanto venga fatto presente in più paragrafi, non è prevalente o rilevante per la storia.
Grazie all'ironia e allo stile fresco e leggero di Beaumer, l'atmosfera percepita non è cupa o di difficile digestione come, spesso, può accadere in un noir. Il lettore è portato principalmente a divertirsi e ad intrattenersi.
La notte rendeva il silenzio trasparente, mi sentivo totalmente allo scoperto.
Per lo stesso motivo il ritmo di lettura è molto veloce. Il libro si termina in breve tempo ed è adatto alle situazioni di distensione e relax come quelle Sotto l'ombrellone.
In conclusione, trovo che Quello che mi chiedi in cambio sia un romanzo che può piacere a moltissimi tipi di lettori diversi perché contiene al suo interno variabili molto differenti tra loro. Lo stile sarà gradito sia da coloro che amano i romanzi del genere, (grazie alla appropriatezza del lessico utilizzato), sia da quelli che, solitamente, leggono altro (perché non indugia solamente su questo aspetto, rendendolo gradevole e divertente per chiunque).
Questo è il motivo per cui consiglio il libro a tutti, è particolarmente adatto alla stagione che sta per iniziare, perciò approfittatene!