Matheson era un genio, ne sono convinta. Le trame dei suoi romanzi e dei suoi racconti sono molto spesso fantasiose, originali e mi intrigano molto. Il problema è che, durante la lettura, quasi mai trovo il riscontro di quello che mi aspettavo conoscendo la trama. Ottime idee, perciò, ma insufficiente impegno nello svolgimento delle stesse.
In questa recensione mi limiterò a parlare di questo libro ma moltissime cose le potrei dire, in maniera esattamente identica, anche per tutte le altre opere che ho letto di questo autore.
L'incipit è in medias res, il contagio non è solo iniziato; ha anche già contagiato tutti tranne che il nostro protagonista. Quest'ultimo sta affrontando la situazione già da parecchio tempo ed è già organizzato in tutto e per tutto e psicologicamente abituato ad una situazione sicuramente molto atipica, difficile da accettare per chiunque. Questa scelta stilistica è molto particolare, solitamente i libri e i film che trattano questo argomento indugiano molto sulla causa scatenante di tutta la storia, creando molta suspance ed aspettativa per il futuro dei protagonisti. In questo libro tutto ciò non c'è, si sa già che l'unico personaggio vivo è lui (anche se ovviamente non si sa se da qualche parte possa esserci qualcun'altro come lui) e che tutto non si risolverà in breve tempo.
Il libro è diviso in quattro parti, ognuna ha come titolo una data che ci dà un'idea del tempo intercorso dalla parte precedente. Le parti non sono lunghe uguali e, aggiungo, che anche l'interesse del lettore è assolutamente diverso a seconda della parte letta.
Nella prima parte la situazione è solamente introdotta, la curiosità perciò è molta, bisogna capire bene la situazione in cui si trova il protagonista e capire anche chi sono veramente questi nemici che si trova ad affrontare. Imperante è anche la solitudine di Robert che viene descritta attentamente e ripetutamente e rende il lettore curioso di sapere cosa potrà succedergli. Per questi motivi è, senza dubbio la parte migliore del romanzo.
Le due parti intermedie sono più specifiche, cercano di spiegare il più possibile il perché sia successo quello che è successo, sono ricche di flashback e hanno pochi aneddoti aggiuntivi sulla vita di Robert. Queste sono le parti più lunghe e meno interessanti del libro, l'attenzione scema ma essendo un libro molto breve non induce il lettore ad abbandonare la lettura.
La quarta ed ultima parte è un epilogo, su cui mi esprimerò nella trama completa, per non anticipare niente a chi ancora non l'ha letto ed è interessato a farlo.
Gli aspetti positivi sono meno e più veloci da spiegare perciò li dirò brevemente; trama, curiosità e morale.
La trama è molto intrigante per me e per chi apprezza le storie che trattano di apocalissi, fini del mondo, storie distopiche e così via sarà sicuramente interessante. Nonostante non sia ben sviluppata bisogna dar atto a Matheson di aver considerato un'idea che all'epoca non era ancora stata utilizzata così come al giorno d'oggi e non era, quindi, "di moda".
La curiosità si collega direttamente alla trama, le possibilità di sviluppo sono tantissime e possono tutte stupire, è normale leggendo questo tipo di libri chiedersi il perché si sia creata quella situazione e come si evolverà. L'unico motivo per cui il voto generale non è basso è proprio questo: avevo voglia di andare avanti nella lettura perciò non mi è possibile dare un voto troppo negativo.
La morale la lascio a voi, personalmente è l'unico elemento che mi ha veramente colpita.
Gli elementi negativi, invece, sono più complessi.
I flashback sono numerosi e non sono introdotti, a volte è impossibile capire che si è tornati indietro nella memoria del protagonista e non si capisce nemmeno di quanto si è tornati indietro. Si passa dal presente ai momenti iniziali dell'epidemia ai momenti in cui già la situazione era avanzata e così via. Solo dopo un po' è possibile arguire che cosa si sta leggendo, questo crea incomprensioni nel lettore che potrebbe rischiare di non capire qualcosa o addirittura mischiare avvenimenti passati con quello che accade nel presente. Io, solitamente, apprezzo molto i flashback ma in questo libro sono strutturati male e rovinano tutto il piacere della scoperta.
Le spiegazioni scientifiche sono l'elemento che ho meno apprezzato. Quando le spiegazioni sono frutto di ricerche e studio sono un elemento ottimo da inserire in un romanzo ma, in questo libro, l'effetto delle innumerevoli frasi "scientifiche" aggiunte è più quello di voler dare a tutti i costi una spiegazione plausibile all'epidemia. La spiegazione è riuscita malissimo, nonostante sia argomento portante del romanzo non è stata approfondita ma solo implacabilmente ripetuta, non è, evidentemente, frutto di studio e ricerche da parte dell'autore e, soprattutto, non era necessaria. Si tratta di un romanzo horror-fantascientifico, non c'era bisogno di cercare chissà quale escamotage, un esperimento del governo o la preesistenza di mostri buttate lì senza spiegazioni sarebbe potuto essere sufficienti, convincenti e più "credibili" per chi ama il mondo dell'horror. Se si vuole entrare nello specifico bisogna sapere cosa scrivere, spiegarlo attentamente e renderlo comprensibile a chiunque e non è questo il caso.
Le incongruenze sono parecchie e, davvero, non si capisce se si tratta di errori non notati o magari dentro la mente dell'autore c'era una spiegazione per tutte loro ma che, sfortunatamente, non è stata palesata in nessun punto del libro e non è perciò desumibile dal lettore.
Lo stile va inserito, a causa del mio gusto personale, tra i lati negativi del romanzo. Molto asciutto, diretto, senza fronzoli e orpelli. Personalmente amo di più un linguaggio ricercato e le frasi complesse e articolate, ma è assolutamente una questione di gusti, perciò chi ama il genere più "semplice" apprezzerà sicuramente questo aspetto della scrittura di Matheson.
L'interiorità del personaggio non mi ha convinta per niente, troppo pessimista per essere sopravvissuto ad una situazione del genere, i suoi bisogni sono o troppo esaltati o troppo sminuiti senza una chiara motivazione e, in più, non mi è stato possibile empatizzare con lui perché, anche immedesimandomi nella sua situazione, non riesco proprio a capire come possa comportarsi nel modo descritto da Matheson.
Per quanto riguarda le etichette, quella di fantascienza è più relativa a ciò che l'autore si prospettava di scrivere che per la riuscita vera e propria del libro. Di fantascienza alla fine ce n'è ben poca, anche se è teoricamente la base del libro. L'horror invece c'è, soprattutto all'inizio la paura riesce a raggiungere il lettore ma mai in maniera significativa perché questo aspetto viene approfondito poco anche dal punto di vista del protagonista stesso.
Il film "Io sono leggenda" ha veramente ben poco da spartire con il libro. Lo scenario è sempre post apocalittico ma il resto è totalmente diverso; la trama, la figura del personaggio e persino il finale. In certi aspetti il regista è riuscito a giustificare certi elementi che nel libro sono inspiegabili ma ha aggiunto altri elementi che non vengono spiegati perciò non si può dire che sia particolarmente credibile. Come finale ho trovato quello del film un po' troppo banale e scontato, privo del significato che troviamo nel libro. Tutto sommato, però, il film l'ho trovato migliore.
L'ho inserito come non consigliato perché penso lasci ben poco al lettore e altri libri con trame simili sono assolutamente più validi per impegnare il tempo di un possibile lettore.