Mea culpa. Fino ad oggi, non avevo ancora letto un libro scritto da John Connolly ed ora me ne pento molto. Ero decisamente ignorante al riguardo; pensavo si trattasse "semplicemente" di Thriller e, invece, dietro c'è molto di più!
Che Stephen King sia uno dei miei scrittori viventi preferiti, l'ho ormai detto decine di volte, perciò per voi non è una novità che mi ricolleghi a lui anche per recensire altri autori e, soprattutto in questo caso, l'ho trovato particolarmente collegato. (E se anche voi amate Stephen King, vi consiglio di dare un'occhiata al miglior Forum italiano su Stephen King dove trovate anche me!)
Il primo aspetto che ho amato del libro è stata l'ambientazione. Perché questo romanzo (e da quanto ho letto la maggior parte dei libri dell'autore) è ambientato nel Maine, vicino a Bangor. E non a caso, se digitate su Google "Bangor Maine" la seconda proposta che vi farà l'intelligentissimo motore di ricerca sarà "Bangor Maine Stephen King"). Ma non è solo il luogo, a cui ormai sono affezionata grazie a letture su letture ambientate lì, a stupirmi più di tutto è stata la capacità di Connolly di descrivere la cittadina di Boreas, non solo nei suoi aspetti estetici ma proprio nella sua mentalità, nei suoi usi, delle sue particolarità. Ho trovato in Connolly un nuovo autore che riesce a far affezionare il lettore ai luoghi da lui descritti, anche se non li ha visti e mai li vedrà, e a farglieli conoscere quasi come se si trattasse del proprio luogo di nascita. Questa capacità è difficile da trovare in uno scrittore contemporaneo, specie se autore di Thriller, e l'ho apprezzata moltissimo in questo scrittore di cui prima ignoravo la qualità. Tra l'altro ho scoperto solo successivamente che Connolly è irlandese e non statunitense!
Il secondo elemento inaspettato è stata la componente soprannaturale del romanzo che, da quanto ho letto è un aspetto fondamentale e mai mancante nelle opere di Connolly. Anche in questo caso mi è venuto spontaneo paragonarlo al Re del brivido; in realtà King spesso fa spazientire i suoi lettori per questo, perché a volte scrive romanzi bellissimi e del tutto "normali" per poi inserire l'evento soprannaturale tutto alla fine, come se non riuscisse a trattenersi dall'inserirlo anche se la trama non necessita affatto di quell'exploit. Il caso di Connolly è, invece, tutto l'opposto; gli eventi soprannaturali danno un tocco in più alla trama, donando una dimensione di lettura ulteriore a quello che succede. Inserire elementi di questo tipo in un romanzo è sempre un'arma a doppio taglio perché sono tanti i lettori che etichettano immediatamente un romanzo come "qualitativamente scadente" solamente perché tratta di argomenti soprannaturali, invece Connolly, come King in molti casi, è la dimostrazione di come sia possibile utilizzarli in maniera equilibrata ed intelligente dando loro il compito di rendere ancora più "importante" ciò che succede ai personaggi.
La trama è prettamente quella di un thriller; ben costruita, intricata ed interessante. È lo svolgimento, però, ad essere sorprendente. Connolly riesce a districare la trama del thriller facendoti chiedere fino alla fine come si combinino tutti gli elementi, inserire elementi soprannaturali senza farti storcere il naso e facendoti venire voglia di leggere tutta la serie per sapere come si sono sviluppati e, persino, a raccontarti cose che non conoscevi sul nazismo rendendo anche utile la lettura, senza farti mai annoiare né darti la sensazione di stare leggendo qualcosa di troppo complesso. Io non amo molto i romanzi con troppe cose all'interno, specie se si tratta di argomenti e generi diversi, in questo caso, invece, ritengo che il romanzo sia un connubio perfetto tra tutte le sue parti e, sinceramente, ha superato qualunque aspettativa potessi avere prima della lettura.
Il ritmo inizialmente è più lento; si descrive la cittadina, si introducono molti personaggi e non si capisce bene dove la trama voglia andare a parare, poi c'è un crescendo che fa divorare le pagine sempre più velocemente. Io l'ho apprezzato moltissimo e l'ho decisamente preferito ad un ritmo più veloce ma meno introduttivo; in questo modo non viene data importanza solamente all'aspetto thriller ma anche a tutto il resto.
La struttura della narrazione è quella che prediligo; la storia è raccontata sotto punti di vista differenti (davvero tantissimi, in realtà) permettendo così di conoscere meglio diversi personaggi. Nel romanzo si possono trovare sia nuovi personaggi mai introdotti in libri precedenti dell'autore, sia personaggi ricorrenti ed importanti per la trama principale. Per quanto la struttura permetta di conoscerli meglio, è chiaro e ben evidente in tutto il romanzo che il protagonista indiscusso è e sarà sempre Charlie Parker.
La sua empatia, la sua compassione, gli sfuggivano di mano come sabbia fine, il sibilo del crollo come un serpente alle sue spalle. Lui era il sicario, il vendicatore. Era l'angelo nero, l'angelo vero, collegato dal sangue e dalla collera divina a chi aveva massacrato il primogenito d'Egitto, e si era chiuso in sé stesso per non ascoltare la voce della bambina che gridava (no no) contro tutto ciò che avveniva in quel momento
Le parole che gli altri personaggi hanno per lui (le trovate nella scheda personaggi qui sotto) fanno capire al lettore il carisma e la personalità del protagonista e indirettamente lo rende affascinante ancor prima di conoscerlo davvero tramite un capitolo dedicato a lui. Anche se durante la lettura a spiccare è indubbiamente il detective, devo dire che ora che ho terminato il romanzo rimpiango molto alcuni personaggi che potrebbero non essere presenti nei romanzi precedenti. Questo significa che anche se "Parkercentrico" l'autore è riuscito a sviluppare e a farmi affezionare anche ai personaggi secondari, cosa che accade davvero di rado ultimamente.
L'atmosfera del libro varia molto a seconda della situazione; molto gotica negli eventi soprannaturali, divertente grazie ad alcuni personaggi ricorrenti, malinconica specialmente all'inizio del romanzo e anche angosciante in alcuni punti. Io fatico sempre molto ad entrare nel mondo del libro, in questo caso poi si tratta di una serie cominciata per me proprio da qui, perciò era difficilissimo che provassi le emozioni appena descritte, quindi, anche se non sono state travolgenti, ritengo che nei prossimi libri dell'autore che leggerò (e lo farò senza dubbio) questo aspetto sarà più amplificato. Nei momenti di tensione è resa particolarmente bene, anche se non si arriva mai alla paura vera e propria.
Si era alzato il vento nell'ultima ora e adesso aggrediva la casa, mascherando l'avanzare dell'uomo, il suo passo deliberato così diverso dal picchiettare sulle porte, dallo sbatacchiare delle finestre. Qualcuno era morto per non aver riconosciuto quella diversità.
E normalmente vi parlo un pochino anche dello stile, parlandovi degli aspetti salienti e di quello che mi ha colpita di più però.. devo dirvi la verità non saprei proprio farlo. Essendo il primo romanzo avrei dovuto stare particolarmente attenta per potervelo descrivere, ma mi sono fatta trasportare da tutto il resto, la storia, le nozioni nuove su Lubsko e l'unica cosa che ho notato ed appuntato è stata che "da buon cattolico" è stato scritto due volte! Perciò non posso che metterlo tra i pro, perché se non ho sentito l'esigenza di analizzarlo è solamente perché mi ha trascinata nella storia!
Si tratta di un romanzo all'interno di una serie. Gli accadimenti di questo libro sono auto conclusivi e non è necessario aver letto i precedenti per poter comprendere la trama, lo posso dire con certezza dato che io stessa non avevo letto altro dell'autore. D'altro canto ci sono aspetti che si possono capire prima e meglio se si conosce il background della storia di Parker ed è anche possibile avere anticipazioni "delle puntate precedenti" leggendo questo romanzo. Perciò io lo consiglio a tutti perché si può sicuramente apprezzare anche da solo ma, se ne avete la possibilità, recuperate la serie completa perché, da quanto ho percepito con questa lettura, ne vale assolutamente la pena.