Io e John Grisham ci conosciamo ormai da un decennio, anche se lui non lo sa. Non troverete altre sue recensioni antecedenti sul blog perché Leggo Quando Voglio esiste solamente da un anno e mezzo e, in questo periodo, non ho letto libri di questo autore, anche perché ormai a parte le ultime uscite, sono davvero pochi quelli che mi mancano.
La prima volta che ho letto un suo libro ero molto esaltata; ero ancora una lettrice piuttosto acerba, non avevo mai letto altri Legal Thriller e non sapevo neppure che esistessero, perciò, questo autore, mi è piaciuto tantissimo fino ad indurmi ad acquistare altri numeri libri scritti da lui. Io agli esordi infatti ero così: se leggevo un libro che mi piaceva facevo man bassa di tutti i suoi libri. Con il tempo ho scoperto quanto sia di gran lunga meglio variare le letture e conoscere sempre cose nuove ma mi rimangono ancora libri su libri accumulati ai mercatini in questi momenti di pazzia.
La realtà è che John Grisham e, sicuramente, un ottimo narratore che parla di qualcosa che mi intriga moltissimo; i processi. È altrettanto vero, però, che riesce a piacermi solamente preso a piccole dosi a causa delle parecchie similitudini che si possono riscontrare nei suoi romanzi, essendo quasi tutti dello stesso genere.
Prima che i fan sfegatati dell'autore mi dilapidino urlandomi "ha scritto anche altre cose, come ti permetti!" aggiungo che sì, ho letto altro di suo e trovo che riesca bene anche negli altri generi (comico in Fuga dal Natale e di narrativa pura in La casa dipinta) e che non lo ritengo affatto un cattivo scrittore, anzi, ma non riesco più a provare per le sue opere la scintilla che c'è stata durante la mia prima lettura.
Va, inoltre, detto ad onor del vero che nonostante il genere uguale induca lo scrittore a parlare di storie molto simili tra loro, si riscontra ad ogni lettura qualche novità, qualcosa di mai letto che rende il libro unico anche se simile agli altri.
Detto questo devo anche ammettere che La Giuria è un libro al di sotto delle aspettative, e ora vi spiegherò il perché.
Inizialmente la trama intriga parecchio; c'è un sacco di mistero, tanti personaggi, se non si è letta la sintassi non si riesce nemmeno a stabilire chi sia il vero e proprio protagonista della storia. L'impatto iniziale è perfetto; viene voglia di leggere il libro tutto d'un fiato e ci si immagina già quali fantastici sviluppi ci saranno nel proseguo. Come vi dicevo prima Grisham riesce a rendere unico ogni libro ed è questo intrigo iniziare a rendere speciale questo.
Il problema con Easter, potenziale giurato numero cinquantasei, era che sapevano così poco di lui. La sua comparsa sulla costa del Golfo risaliva a meno di un anno prima e non si sapeva da dove fosse arrivato. Il suo passato era un mistero.
Purtroppo, però, lo svolgimento non è affatto all'altezza. A parte le lentissime scene in cui viene narrato il processo in sé, che sono spesso lente ma bisogna sempre metterle in conto quando si legge questo genere e che sono comunque meno rimarcate rispetto ad altri libri dell'autore, ciò che ci distoglie dalla prima impressione è la sensazione di aver già capito tutto ciò che accadrà. Ovviamente ci è impossibile immaginare ogni singolo e minimo sviluppo (mica l'abbiamo scritto noi il libro!) ma è piuttosto chiaro come finirà il romanzo e tutti i colpi di scena, se così li possiamo chiamare, vengono indovinati ben prima del loro arrivo.
E così, possiamo dire che la parte Thriller non è particolarmente ben rappresentata, per quanto le premesse ci fossero tutte, ma cosa dire della parte Legal?
Ecco, anche qui sono rimasta un po' delusa. Prima di tutto la causa letta ad oggi è piuttosto obsoleta e, anche tenendo conto dell'anno in cui il romanzo è stato pubblicato (1996) non mi pare particolarmente avvincente. Da sempre John Grisham inserisce nei suoi romanzi cause che fanno smuovere la coscienza del lettore e, fino ad ora, non mi era mai capitato di trovarne una che ritenevo non applicabile al giorno d'oggi. Il tema toccato, infatti, è quello del fumo di sigaretta e non credo esista nessuno, ormai, che non sappia che fa oggettivamente ed inevitabilmente male sotto molteplici aspetti. Non so se nell'idea dell'autore c'era, come solitamente fa, quella di inserire una morale in questa storia, ma se davvero c'era io non l'ho voluta cogliere, essendo assolutamente contraria, e perciò fingerò che non esista e prenderò il libro per quello che è: una storia che non ha molto mordente.
Sarebbe bastato che una solo volta una giuria decidesse di risarcire una vedova con qualche milione di dollari e si sarebbe spalancato un baratro senza fondo. Gli avvocati dei consumatori si sarebbero scatenati sollecitando i fumatori e parenti di fumatori a buttarsi nella mischia finché il vento era a loro favore.
I personaggi mi sono piaciuti; tutti vengono descritti molto bene e hanno una diversa personalità. Purtroppo, però, poi ho visionato il film e, anche in questo caso, mi sono in parte ricreduta perché nella trasposizione cinematografica i personaggi spiccano decisamente di più, specialmente quello di Fitch, e temo che ben presto l'immagine del film si sovrapporrà completamente alle idee avute leggendo il romanzo.
Fitch era in collera, come al solito, niente di nuovo, se era vero che non perdeva la sua aggressività neanche nel sonno.
Il ritmo del romanzo non è mai lento e spesso è veloce, come ho letto in un simpaticissimo commento sull'Amazon inglese Il libro è bello, tranne nelle parti noiose. L'ho letto al mare e per quanto ad un certo punto non fossi più particolarmente avvinta (anche se ho sperato fino all'ultimo che ci fosse il colpo di scena finale che mi avrebbe spiazzata facendomi cambiare idea) mi sono trovata piuttosto bene perciò ve lo consiglio anche come libro da leggere Sotto l'ombrellone.
John Grisham sa fare il suo lavoro e l'ambientazione, intesa in questo caso come l'aula del tribunale e tutto ciò che la circonda, è sempre efficace. Nonostante non ne abbia mai vista una dal vivo è come se la conoscessi perfettamente e le immagini che ci fa nascere nella mente sono ben chiare. Non c'è momento del romanzo che non "vediamo" nella nostra mente, e non capita mai di non capire o di perdere la concentrazione sotto questo aspetto. I libri di Grisham sono dei perfetti film e lo dimostra anche il fatto che così tante sue opere sono state scelte per la trasposizione cinematografica.
Altresì si può dire per l'atmosfera; nonostante avessi già anticipato i colpi di scena e la causa non fosse particolarmente azzeccata ero presa dall'argomento, ho ripensato al libro quando non lo leggevo e mi sono fatta trasportare dalle parole dello scrittore senza nemmeno accorgermene. Io già non fumavo e non ho mai apprezzato che mi si fumasse vicino e questo libro certamente non aiuta ad apprezzare di più questo aspetto.
Illustrata da lui, una semplice sigaretta non aveva niente da invidiare a una dose di veleno letale.
La realtà è che John Grisham può centrare l'obiettivo più o meno bene ma, difficilmente, potrà mai scrivere un brutto libro, perché il suo stile è perfetto per il genere e, anche se non ricercato, è scorrevole e piacevole. Per me vale sempre la pena di leggerlo e quando sono in cerca di un po' di svago ma voglio rimanere comunque in letture non troppo superficiali è sempre da questo autore che vado a cercarlo.
Ultimo elemento che non manca mai in Grisham è l'ironia: grazie a poche parole riesce a farci sorridere in ogni situazione, mostrandoci il ridicolo anche dove non lo avremmo potuto arguire.
Ho visionato anche il Film e devo proprio ammettere che siamo di fronte ad uno dei pochissimi casi in cui il film è meglio del libro. Molte cose, anche piuttosto importanti sono state cambiate ma, come ho già anticipato, ciò che in assoluto mi ha colpito è la caratterizzazione dei personaggi. Complice il Cast (fior fiore di premi Oscar) ogni personaggio è stato descritto alla perfezione, anche coloro che non vengono interiorizzati minimamente nel libro hanno un ruolo più interessante nella trasposizione cinematografica. Come sempre, nella recensione con spoiler vi dirò le differenze sostanziali tra film e romanzo.
Non il migliore Grisham, forse addirittura il peggiore, eppure comunque meritevole di essere letto. Lo consiglio come primo libro a chi vuole conoscere l'autore e non vuole bruciarsi subito le storie migliori; o a chi è appassionato e vuole leggere tutto ciò che può sull'argomento.