Ognuno di noi ha una storia del proprio vissuto, un racconto interiore, la cui continuità, il cui senso è la nostra vita. Si potrebbe dire che ognuno di noi costruisce e vive un «racconto», e che questo racconto è noi stessi, la nostra identità.
L'uomo che scambiò sua moglie per una cappello è un saggio di Oliver Sacks che raccoglie al suo interno numerosi casi psichiatrici in cui si è imbattuto l'autore durante la sua carriera.
La sua struttura è ben organizzata e presenta la seguente divisione:
- Prefazione
- Parte I: Perdite
- Parte II: Eccessi
- Parte III: Trasporti
- Parte IV: Il mondo dei semplici
All'inizio di ogni nuova parte il neurologo ci spiega l'argomento che verrà trattato al suo interno, facendoci comprendere il criterio di scelta e selezione per cui un caso è presentato in una parte piuttosto che in un'alrta. Alla fine di ogni caso narrato, è presente una postfazione che aggiunge delle considerazioni di Sacks a quanto detto in precedenza, nella mia edizione sono presenti anche precisazioni postume alla prima uscita, perciò vi consiglio di acquistarne una versione il più possibile aggiornata.
Lo stile dell'autore è comprensibile e fruibile da tutti dal punto di vista di ciò che pragmaticamente succede ai pazienti: chiunque può comprendere il focus di ogni caso narrato.
In aggiunta a questo, però, il neurologo aggiunge anche riferimenti bibliografici e termini specifici, più adatti ad una divulgazione scientifica che ad un saggio per non addetti ai lavori.
Si comprende, perciò, quanto viene scritto ma ci si rischia di perdere all'interno dei riferimenti a titoli che, quasi sicuramente, non conosciamo e rimaniamo perplessi quando l'autore si addentra in paragoni tra un caso e nozioni come il concetto Humeano di uomo o davanti a termini specifici che non vengono sempre spiegati esaurientemente ma solo negli aspetti più basici.
Per i pazienti affetti da certe sindromi dell'emisfero destro è non solo difficile ma impossibile conoscere i propri disturbi: una peculiare specifica «anosagnosia» come la definì Babinski.
L'argomento è affascinante: non si conoscono mai a sufficienza le malattie, specie quelle che coinvolgono la mente dell'uomo e che, ancora oggi, vengono viste come qualcosa di privato, nascosto e vergognoso.
La terapia decisiva, come ha detto Freud, è il lavoro e l'amore.
Nella prefazione, che coincide con l'incipit del libro, l'autore ci spiega il perché della sua scelta di pubblicare questi casi. Il suo intento sembra rivolgersi più a possibili colleghi perché, sostiene, che è importante che le storie singole delle persone affette da questi disturbi vengano descritte e paragonate ad altre, in modo tale da poterne sapere sempre di più e poter, in futuro, comprendere tutti i possibili risvolti.
È solo raccogliendo le storie di persone con sindromi simili, confrontandole e contrapponendole, che è possibile comprendere in modo più completo i meccanismi che vi sono implicati e le loro ripercussioni sulla vita del singolo individuo.
L'utilità del libro, perciò, è più rivolta a questo fine. Non si tratta (come invece speravo io) di un saggio che aiuta il lettore inesperto, a comprendere le malattie e il loro decorso e non si incentra sulla terapia.
Trovo, perciò, che sia interessante e, a tratti, anche istruttivo, ma che un lettore che lo leggerà per apprendere qualcosa di consistente al riguardo dell'argomento, rischierà di chiudere il volume insoddisfatto.
Per lo stesso motivo, l'approfondimento non sembra il più esteso possibile. In alcuni casi l'autore si dilunga anche su aspetti di contorno, che aiutano a focalizzare la malattia in generale, ma il più delle volte è solo il caso specifico e personale ad avere spazio nella narrazione.
Si tratta, ovviamente, di una scelta e non di una mancanza da parte dell'autore che ci racconta solo ciò che ritiene importante per il suo scopo.
Ci sono storie in cui Sacks procede molto velocemente, altre dove indugia forse più del necessario. Il ritmo di lettura è sicuramente più veloce di quello di un saggio specifico e professionale ma può rallentare i lettori in alcuni punti, specie nelle postfazioni.
L'oggettività non ha ruolo rilevante nella storia, anzi, è proprio la personalizzazione a renderla interessante. Oltre a ciò che oggettivamente può essere raccontato, infatti, l'autore dà molta importanza alle sensazioni, sia quelle dei pazienti (le cui parole riportate sono senza ombra di dubbio la parte più interessante del saggio), sia le sue e quelle delle persone che hanno lavorato con lui a quel determinato caso.
«Non "vedo" più niente» disse. «Prima sembrava tutto così reale, così vivo. Perché quando mi danno le medicine tutto pare morto?»
Sul finale mi sarei aspettata una postfazione in cui l'autore tirasse le somme di quanto raccontato, in parte essa c'è, ma viene incorporata all'ultimo caso trattato.
Questo ci porta al nostro interrogativo finale: c'è «posto» nel mondo per un uomo che è come un'isola, che non può essere acculturato, reso parte della terraferma?
In conclusione, L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello è un saggio fruibile da tutti da cui, però, mi aspettavo qualcosa di diverso. Dopo la lettura di questo libro, infatti, posso dire di aver scoperto tante casistiche e curiosità interessanti ma non posso affermare di aver imparato quanto avrei voluto sulla psichiatria e la mente umana. Non mi aspettavo un libro di studio, ovviamente, ma qualcosa di più completo che accompagnasse i pazienti dall'inizio alla fine, invece che di farceli semplicemente conoscere come casistiche. (Nonostante l'autore si distingua per la sua enorme capacità di considerare il lato umano di ognuno di loro e si comprenda dalle sue parole che la loro felicità fosse fondamentale per lui).
Detto questo, devo aggiungere che io probabilmente non sono fatta per questi testi e non penso che siano adatti a tutti, sebbene la conoscenza sia un bene che amo accrescere e condividere. Se siete persone che non possono leggere i sintomi di una malattia senza sentirseli addosso, se siete sensibili all'argomento o se lo vorreste leggere e comprare più per un fine autodidattico, questo saggio non fa per voi.
Penso che questo testo possa essere adatto più a coloro che conoscono già l'argomento o ci sono addentro in qualche modo o ai curiosi, coloro che amano gli aneddoti e la conoscenza, seppur parziale, di storie interessanti e particolari. A voi lo consiglio e vi esorto anche a raccontarlo a modo vostro e in compendio a chi, invece, non si cimenterà nella lettura.