Ho comprato Visioni della fine di Michele Cometa per un mio progetto personale: ogni mese approfondisco alcuni saggi consigliati, o obbligatori, in corsi universitari di Lettere.
Questo saggio fa parte di una materia, ora non più disponibile, che verteva sulla Teoria dell'Apocalisse e del Postmoderno in Cinema e Letteratura.
Dei tre volumi che ho letto al riguardo, Visioni della fine, è stato quello che ho apprezzato meno, ed ora, con questa mia recensione, vi chiarirò il perché.
Il primo scoglio è stato il linguaggio.
Le frasi sono il più complesse possibili, con un linguaggio tecnico, specifico e ricercato per spiegare ogni concetto. Si capisce la tesi riportata, talvolta, solamente dopo aver letto anche diverse frasi successive e, anche così, il discorso potrebbe essere riformulato solo stravolgendolo completamente.
Si tratta sicuramente di un testo scritto da una persona preparata e competente che a me ha dato l'impressione, forse erronea, di voler più dimostrare ed innalzare le sue tesi con un linguaggio aulico, che divulgare informazione. Mi è sembrato, insomma, più rivolto ad "addetti al lavoro" che a degli studenti che, per prima cosa, devono imparare, anche se in modo critico.
Oltre che di incompetenza mia, perché sicuramente per me non è un linguaggio quotidiano mentre, invece, lo è per altri, si tratta proprio di gusto personale: amo i testi che lasciano spazio a chi li legge, esprimendo sia la teoria, sia la sua esplicazione, permettendo di trarne qualcosa anche di personale. Questo testo, invece, è più da "imparare a memoria", per poter riportare ogni teoria, citazione per citazione.
Il secondo scoglio è stato il taglio degli argomenti.
Ho scelto questa materia principalmente per comprendere il parallelismo postmoderno/apocalisse e per la parte letteraria, mentre in questo testo si parla esclusivamente di Apocalisse e la parte cinematografica è nettamente più rilevante.
Inoltre, non parla in generale di teorie al riguardo del genere, ma parla nello specifico di argomenti che vengono esplicati fonte per fonte, citazione per citazione. Da una parte è sicuramente affascinante e se ne può trarre comunque anche qualcosa di generale, ma il più è legato a specificità che, o interessano già, oppure rischiano di perdersi in dettagli che si dimenticheranno (se non imparati a memoria per un esame) subito dopo. Questo mi ha pesato specialmente nel capitolo dedicato ad Apocaliypse now.
Oltre a questi aspetti, che su di me hanno influito molto sulla valutazione finale, tutto il resto mi ha colpito positivamente, tra tutte cito in particolare:
- la struttura del testo, indicata nell'indice e seguita pedissequamente, una bibliografia ricca e indicata chiaramente.
- la grafica e la cura del testo, che presenta inizi capitolo con illustrazioni a tema.
In conclusione,
se avessi dovuto leggere questo testo per dare un esame (come effettivamente è successo agli studenti del corso da cui ho preso ispirazione), avrei avuto serie difficoltà a trovarlo interessante (come invece trovo interessantissimo l'argomento generale che, infatti, ho scelto per primo proprio perché mi si confaceva particolarmente) e rielaborarlo, avrei perciò imparato a memoria molte delle fonti e le sarei andate a leggere per riuscire a capire meglio, avendo perciò parecchio più lavoro di quello "teorico" presentato nel testo.
D'altro canto, da studente autodidatta, ne potrò invece trarre solamente gli insegnamenti, generali, che volevo recepire, oltre che ad una nuova consapevolezza su ciò che cerco in un testo.
Trovo che sia un libro "per pochi", che non mira al grande pubblico ma solo a persone particolarmente esperte o interessate agli argomenti specifici rappresentati. Per questo lo consiglio solo a chi rientra in almeno una delle due categorie o a chi è portato, al contrario di me, verso testi con questo approccio.