Guardi la copertina di un libro e non ti dice niente, lo apri, leggi a malapena due righe ed eccolo, l'amore scatta immediatamente! La corte dei miracoli è stato questo per me.
Lo stile di scrittura dell'autore mi ha colpita da subito, è incisivo ed efficace. Le parole ed il tono usati sono volutamente forti e si abbinano perfettamente a ciò che viene raccontato all'interno del libro, si tratta di un noir e presenta tutte le maggiori caratteristiche del genere. Alcune parole e frasi vengono ripetute per dare enfasi a ciò che si vuole trasmettere e, Carlini, è uno di quegli autori che sa utilizzare al meglio questo strumento.
Dal casino che stanno facendo è ovvio che non hanno visto la macchina delle polizia dietro l'angolo.
Dal casino che stanno facendo è ovvio che non si tratta di professionisti.
Per quanto riguarda la struttura, la mia idea è piuttosto soggettiva ed influenza in particolar modo la mia valutazione del libro. Come potete vedere, sulla copertina, si più leggere la scritta romanzo, perciò io l'ho approcciato in questo senso. in realtà, però, la mia recensione non lo valuta come tale perché per il mio personalissimo punto di vista se questo libro fosse valutato come romanzo perderebbe molti punti di gradimento dato che la caratteristica principale che deve avere un romanzo, una trama ben chiara ed univoca, per me in La corte dei miracoli non è affatto presente. Ritengo che ciò non derivi da una manchevolezza da parte dell'autore, bensì da una sua scelta, largamente condivisibile dato che l'effetto ottenuto è ottimo.
Io l'ho visto, invece, come una raccolta di racconti particolare come, ad esempio, I pascoli del cielo di Steinbeck.
Per chi non avesse presente il libro dell'autore statunitense cercherò di spiegarne le caratteristiche principali che, secondo me, combaciano con quelle di La corte dei miracoli.
- Le storie raccontate sono diverse, possono essere collegate tra loro come no.
- I protagonisti non sono tali, le storie non sono persone-centriche, non sono loro ad attirare la nostra attenzione e ogni personaggio potrebbe essere presente in una storia come in tutte e non farebbe alcuna differenza.
- Il punto di vista dei racconti è spesso diverso, un personaggio può anche non essere ben identificato perché ciò che importa è ciò che ci racconta.
- Ciò che collega tutto quello che leggiamo non è la trama bensì l'ambientazione.
Ovviamente, ciò che vi ho descritto non è una normale raccolta di racconti ma qualcosa che può essere collocato tra essa ed un romanzo. Infatti, come non vi sono gli elementi soliti che ricerchiamo in una storia univoca, non possiamo leggere questo volume come si trattasse di una qualunque raccolta di racconti perché le storie sono comunque collocate in ordine di tempo e può essere impossibile comprenderle ed apprezzarle leggendole in un ordine diverso da quello stabilito dalla struttura del libro. Inoltre, vi sono racconti che, presi senza alcun altro riferimento, possono dire ben poco e non hanno senso se estrapolati dal contesto.
Questo tipo di struttura, se è voluto come credo, è notevole perché permette di estendere il concetto di racconto senza, però, incatenarlo a quello di romanzo. Si tratta, inoltre, di qualcosa di diverso, poco sperimentato e quindi nuovo, fresco.
Quanto ho appena detto è importante perché io ho apprezzato molto questo libro ma, se avessi dovuto giudicarlo come un romanzo, la mia valutazione sarebbe stata completamente diversa, perché la dispersione della storia sarebbe stata totalmente impossibile da accettare e, quindi, da valutare positivamente.
Altro aspetto importante per la struttura che ho apprezzato moltissimo è il fatto che, all'inizio di ogni capitolo, vi siano più citazioni di personaggi famosi totalmente in tema con ciò che viene esposto successivamente nel capitolo e, soprattutto, si tratta di frasi davvero belle, che lasciano il segno e che danno un valore in più a quello che già sarebbe stato interessante da leggere da solo. Questi sono spesso orpelli quando vengo inseriti in altri libri ma, in questo caso aiutano ad evidenziare ancora di più la forte personalità del volume.
Aggiungo inoltre, perché siete in molti a chiedermi di dirlo perché lo ritenete particolarmente importante, che ho trovato qualche refuso all'interno della storia.
Passiamo ora al pezzo forte del libro: l'ambientazione. Dal punto di vista oggettivo ciò che si può dire può essere sconfortante: né il tempo né il luogo sono ben definiti. Possiamo arguire che si tratta di tempi assimilabili ai nostri e non è difficile inquadrare zone realmente esistenti che potrebbe essere il Quartiere di cui si parla in questo libro ma, nella pratica, queste informazioni non ci vengono date. Perché si tratta allora del tratto forte della lettura? Perché tempo e luogo non sono importanti. Il Quartiere, così come è descritto, è vivido e reale e non ci serve affatto collocarlo in un'epoca o una posizione geografica per poterlo vedere, per sentirlo e viverlo.
Un po' lugubre, un po' triste, certo, ma violenta, e tremendamente viva. Tutto trasuda sangue caldo e tutto è spinto al massimo della propria esistenza. Quando dico alla gente dove vivo mi chiedono sempre come faccio a viverci, sorrido loro e chiedo come fanno a non viverci.
Sin dall'incipit il Quartiere si mostra il vero protagonista della trama. Io, solitamente, mi sottolineo solamente ciò che voglio trascrivere per voi nella sezione citazioni ma, devo dire la verità, se non mi fossi accorta di esagerare, avrei evidenziato l'intero primo capitolo e ve l'avrei riportato più che volentieri. Da questo inizio si capisce tutto; la forte valenza dell'ambientazione, l'anonimato voluto dei personaggi e lo stile adatto al genere. Se leggendo questa prima parte di estratto su Amazon non sentite istintivamente di poter apprezzare il libro, allora non compratelo; non vi piacerà.
La trama, come ho già anticipato, è difficile da identificare. Specialmente in un primo momento faticherete a capire in quale modo un racconto possa collegarsi con un altro, proprio per questo il mio consiglio è di leggerli uno ad uno, senza ricercare in essi una conseguenza logica che non riuscirete a trovare. Più avanti vi sarà tutto più chiaro, ma per godersi il viaggio penso che sia fondamentale apprezzare ogni piccola tappa come se fosse qualcosa di unico e sé stante.
Bello il finale, in linea con ciò che ci si sarebbe potuto aspettare entrando nella vera anima della lettura. Posso dire ben poco senza anticiparvi nulla, perciò mi limito a ribadire che mi è piaciuto e, anche se penso che alcuni lettori potranno non apprezzarlo pienamente, io lo trovo calzante, probabilmente il migliore possibile.
I personaggi non sono particolarmente rilevanti al fine della storia, questo non significa che siano inutili od insulsi ma che, semplicemente, hanno più rilevanza per ciò che rappresentano che per ciò che realmente sono. Per quanto vi sia una bella differenza tra un autore che non riesce a rendere importante un personaggio e uno che, invece, lo mette in secondo piano per un motivo ben stabilito, devo segnalarveli come poco approfonditi perché è inevitabile che coloro che ricercano principalmente questo aspetto, possano rimanerne delusi. Io trovo che la scelta fatta da Carlini sia stata giusta; era impossibile riuscire ad esaltare così tanto l'ambientazione ed il messaggio dando più spazio alle persone che popolano questi racconti, anzi, sono rimasta quasi delusa dal fatto che, alla fine, questo si perda un po' e sia anche fin troppo semplice affezionarsi alle loro personalità, oltre che al loro ruolo.
A proposito dei personaggi devo anche aggiungere che ho trovato il titolo particolarmente azzeccato e coerente con quanto appena detto. Non so se voi conoscete il concetto de La corte dei miracoli, io mi ci sono imbattuta due anni fa leggendo Notre-Dame de Paris di Hugo (QUI la recensione) e ne sono rimasta particolarmente affascinata.
Brevemente spiego a chi non lo sapesse che la corte dei miracoli è chiamata così perché al suo interno vive quello che potremmo definire lo scarto della società, coloro che non possono o non vogliono vivere stando alle regole che la popolazione "per bene" deve seguire. Questi uomini e donne vivono di espedienti e, tra le altre cose, fingono di essere storpi, ciechi e malati per poter ottenere l'elemosina. Solo una volta giunti nel luogo in cui sono stati emarginati tornano ad essere normali e in salute, quasi come se miracolosamente guarissero una volta giunti in quel luogo, da lì il nome la corte dei miracoli. Ovviamente ora questa denominazione viene semplicemente associata ad un luogo in cui persone emarginate (dalla società o per loro stessa decisione) vivono una vita parallela, diversa da quella comune perché fatta di espedienti.
Il Quartiere, ambientazione del libro, è proprio una corte dei miracoli, i suoi abitanti non sono stati ghettizzati al suo interno perché lo Stato li considera manchevoli di alcuni requisiti ritenuti fondamentali per poter vivere nel "mondo civile" e vengono lasciati al loro destino. Mi piacerebbe definire il Quartiere come una metafora, o ancora meglio come un luogo distopico creato dalla fantasia dell'autore ma, la sua valenza realistica è purtroppo troppo evidente per poterci ricamare sopra.
Un lazzaretto se vogliamo, una corte dei miracoli. [...] Questo è il fine ultimo del Quartiere, la soluzione finale: la fine degli inutili, lo smaltimento dei rifiuti.
Grazie all'ottima ambientazione e allo stile forte ed incisivo è impossibile non avvertire l'atmosfera che avvolge l'intero libro. Noi capiamo il modo di pensare dei personaggi, la loro vita. Avvertiamo il cinismo, il realismo e la mancanza di speranza e possibilità ci fa avvertire la pesantezza di ciò che loro stanno vivendo. L'incapacità di uscire da quella che sembra essere un'enorme arena in cui solo il più forte può riuscire a sopravvivere. Devo aggiunger, inoltre, che è una delle prima volte in cui riesco davvero ad entrare nell'atmosfera di un noir perché io, per carattere, tendo sempre a sfuggire a quella che, in effetti, è un realtà. In questo caso, invece, sono riuscita a farne parte immedesimandomi in loro e dimenticando, per un volta, di fuggire.
Il libro è molto breve e si legge velocemente. Lo stile è rapido e snello, i capitoli si macinano uno dietro l'altro. L'ho gradito dall'inizio alla fine e mi è stato chiaro fin da subito che avrei smesso di leggerlo solamente una volta terminata interamente la lettura. Solitamente io sono quella che non apprezza che vi sia troppa azione ma, in questo caso, ho gradito ogni singola riga e penso che l'ottimo ritmo appassionerà anche voi perché non annoierà nemmeno coloro che, come me, preferiscono le scene statiche a quelle dinamiche.
In conclusione, trovo che La corte dei miracoli sia un ottimo libro ma non lo sarebbe altrettanto valutandolo come romanzo, può attrarre maggiormente un pubblico di sesso maschile ma non dispiacerà affatto alle donne che, come me, apprezzano anche racconti più forti ed incisivi.
Lo consiglio perché mi è piaciuto molto e l'autore mi ha convinta dalla prima riga. Il libro è disponibile in Ebook QUI su Amazon, leggete l'estratto e saprete se l'acquisto fa per voi o no. Io sono sicura che la maggior parte di voi non si pentirà affatto di averlo letto e potrà decidere di acquistarlo.