TRAMA IN BREVE

Libero è un ragazzo per metà francese e per metà italiano che vive a Parigi. Il libro segue la sua crescita mostrandoci la sua evoluzione come uomo, focalizzandosi sull'aspetto sessuale e sulla formazione culturale.

DEDICA

A Maddalena,
c'est toi.

EPIGRAFE

Alla fine uno si sente incompleto
ed è soltanto giovane.

Italo Calvino

INCIPIT

Avevo dodici anni e un mese, mamma riempiva i piatti di cappelletti e raccontava di come l'utero sia il principio della modernità. Versò il brodo di gallina e disse – Impariamo dalla Francia con le sue ondate di suffragette che hanno liberato le coscienze.
– E i pompini.
La crepa fu questa. Mio padre che soffiava sul cucchiaio mentre sentenziava: e i pompini.
Mamma lo fissò, Non ti azzardare più davanti al bambino, le sfuggì il sorriso triste. Lui continuò a raffreddare i cappelletti e aggiunse – Sono una delle meraviglie del cosmo.

RECENSIONE

Il sentimento per lei custodiva i miei atti osceni.

Atti osceni in luogo privato è, al momento, il penultimo romanzo di Marco Missiroli. Uscito nel 2015, ha vinto il Premio Mondello 2015 ed è edito Feltrinelli.

Si tratta del primo libro che ho letto dell'autore e, perciò, in questa mia recensione troverete un'impressione priva di confronto con altre sue opere.

Il libro è diviso in cinque parti: Infanzia, Adolescenza, Giovinezza, Maturità e Adultità. Ognuna delle parti, come si può desumere dai loro titoli, rappresenta un momento diverso della vita del protagonista/narratore Libero.

La trama ci parla della sua vita in totalità ma ha una particolare focalizzazione tematica: l'eros. Gran parte delle considerazioni, dunque, saranno legate all'evoluzione avuta dal protagonista in ambito sessuale e, anche quando si parlerà di altri argomenti, questi diventeranno spesso un veicolo per spiegare qualcosa di legato all'erotismo.
Per questo motivo, nonostante non possa affatto considerarsi un romanzo erotico canonico, ho deciso di inserirlo in questa tag: ritengo che gli amanti del genere possano apprezzarlo (potenzialmente) più di quelli che non lo leggono.

Mi ero accanito con la mano un'ultima volta, la decisiva, e solo allora avevo saputo come andava il mondo e come sarebbe andata la mia vita.

Lo svolgimento, ovviamente, presenterà anche diversi altri concetti e tematiche, legati fortemente alla vita di tutti i giorni: amici, lavoro, rapporto con i genitori ecc. 

Grande importanza hanno anche i libri, che vengono citati (e spesso ne vengono menzionate anche le trame o dei momenti/concetti salienti) e che hanno un ruolo rilevante nella sua esistenza, talvolta fungono anche da contraltare alle pulsioni sessuali.

i libri spostavano la mia gravità, e attuavano una legge: avevano iniziato a mettermi al mondo.

Lo stile di Missiroli è curato, tecnicamente impeccabile e talvolta leggermente frizzante nella struttura (più che altro nei dialoghi). Le frasi ad effetto, al contempo profonde ma semplici e facili da ricordare sono molto presenti ma posizionate tatticamente, in modo tale da sorprenderci senza farci abituare. Spesso all'italiano viene intervallata qualche parola di francese (scelta stilistica coerente con l'ambientazione), in particolare per rendere un dialogo. Il lessico è ricercato ma facilmente fruibile da chiunque, diventa più complesso in alcuni momenti che, spesso, coincidono o precedono/seguono concetti che, altrimenti, potrebbero essere considerati poco alti (in genere, dato il tema del libro, si tratta di affermazioni sul sesso e/o sulle donne).

La grammatica della libido si appropriò del mio assetto neuronale, più della letteratura e dello studio del diritto. Dovevo apprendere, avevo perso troppo tempo. E questo era il punto che avrebbe portato alle mie future impudicizie: i tempi della repressione erano finiti troppo tardi creando pulsioni di riscatto.

L'incipit rappresenta perfettamente la dualità sesso/cultura che troverete in tutto il testo e può essere un buon esperimento per decidere se siete attirati dal libro.

L'ambientazione si divide tra Parigi e Milano, entrambe ottimamente rappresentate, specialmente nello spirito e nell'atmosfera respirata. Alcuni dei posti citati esistono veramente e può essere interessante cercare su internet la loro "realtà". 

Il protagonista è un ragazzo (e poi un uomo) fortemente condizionato dall'eros e che collega e motiva gran parte delle sue decisioni, scelte e sbagli alle sue pulsioni sessuali. Non si tratta dell'eroe né del classico antieroe, perché a seconda dell'interiorità del lettore potrebbe essere "sentito" in modo completamente diverso. Presumibilmente (ma non necessariamente) più il lettore si sentirà vicino al messaggio mandato dall'autore, più riuscirà ad entrare in empatia con il protagonista.

Non sentivo pena, nemmeno empatia, sentivo la nuda eccitazione. E l'istinto di convertire le disgrazie altrui in miei vantaggi.

Il messaggio in questione, contenuto nel finale ma che si comprende per tutto il testo, concerne il legame tra oscenità e libertà che, per il protagonista del libro e altri personaggi del libro, consiste in un rapporto direttamente proporzionale: più si lascia spazio all'oscenità (intrinseca, radicata ed importante per gli esseri umani, secondo il volume) e più si è liberi. Da cui ho desunto (credo non erroneamente, ma si tratta di un'asserzione mia) il successivo messaggio: chi non si comporta/ammette in questo modo si sta limitando/non è libero. Questo può scatenare, in chi non è d'accordo, dell'avversione verso il testo.

... ti vedevo a mille chilometri di distanza con la paura di scegliere tra la vita e l'oscenità, senza sapere che sono la stessa cosa. L'osceno è il tumulto privato che ognuno ha, e che i liberi vivono. Si chiama esistere, e a volte diventa sentimento.

L'atmosfera percepita dipenderà totalmente da quanto si crederà in questo. Il libro è un crescendo che riporta, con modalità diverse, a questa consapevolezza: difficilmente cambierete drasticamente opinione in corso d'opera, più facilmente il sentimento provato verso il testo (positivo o negativo che sia) crescerà con l'avanzare della lettura.

Gli altri personaggi sono molto differenti tra loro e dal protagonista, ma rappresentato archetipi ben definiti e facili da individuare. Il loro punto di vista è costantemente filtrato dal punto di vista, limitato ed egocentrico, del protagonista

In conclusione, il libro di Missiroli è un testo ben scritto ma dal tema volutamente forte, che può lasciare difficilmente indifferenti.

Per questo motivo il mio consiglio è ni: qualitativamente non è un libro da scartare (merito sia dell'autore che, sicuramente, dall'Editore), ma la sensazione che vi lascerà la potete prevedere solamente voi.

Dal punto di vista personale ho avuto una grande difficoltà a leggerlo e non lo rileggerei né proverei altro dell'autore. Ho trovato la sua scrittura poco sincera e costruita a tavolino, una sensazione che si è acuita sempre di più, probabilmente anche a causa del fatto che il messaggio non rispecchia minimamente ciò che penso su me stessa (ma del resto, io non ho apprezzato nemmeno Freud, studiandolo). Il motivo del voto insufficiente (che è sempre soggettivo, perché rappresenta anche i miei gusti) è legato a questo.

Quando Marie mi domandò se avevo amici a Parigi dissi he no, ero un'isola senza mare. Un'isola senza mare. Era una frase che papà mi aveva consigliato di usare per tramortire le donne. Scavava in un fondo di verità, e colpiva alla voce tenerezza.

CITAZIONI

Era il 1975 e abitavamo a Parigi da poco, X arrondissement, rue des Petits Hôtels. Avevamo lasciato l'Italia perché mio padre era stato trasferito dalla sua azienda farmaceutica.

A ogni preoccupazione mi rifugiavo nella toilette e mi liberavo. Venire significava correggere le questioni interiori senza interpellare chi avrebbe dovuto educarmi.

Diede la colpa a Orgoglio e pregiudizio che stava rileggendo, mi disse ero ero il suo ometto di mondo e mi tenne stretto. Fu allora che decisi i miei comandamenti: avrei scelto con cura il mio migliore amico e non mi sarei mai sposato.

Un seno in galera vale cento seni liberi. Lo intuii più avanti, se lo avessi saputo quel giorno avrei capito perché molti uomini rischiarono il torcicollo per guardarla.

Avrei voluto fare il lavoro di papà o la guardia forestale, i libri mi davano noia tranne le storie di indiani. Mi chiese come mai gli indiani, dissi che erano rimasti in pochi e a me piacevano i pochi.

Trovai così un amico. Eravamo due metà che avrebbero fatto un intero.

Qualcosa di doloroso: compresi definitivamente che l'estetica contava quanto il fattore ormonale.

La mia prima pulsione sentimentale si consumò subito e mi mozzò il fiato, non per il piacere: una goccia vischiosa era uscita dalla mia intimità.

Per qualche tempo mi concentrai sul mio sperma e su Dio.

In tutto questo la mia voce si era fatta scura, e anche il mio cuore; presagiva violente rivoluzioni.

Stavamo sempre appiccicati, lui mi raccontò che Marion aveva l'arte della bocca e non c'erano parole per descrivere l'effetto. Disse solo: È meglio del calcio.

Spesso il divorzio è un capriccio contro la vecchiaia.

Bisognava seguire la sottrazione delle parole. In quello possedevo un talento naturale, rincarato dagli scrittori della misura: Camus, Hemingway, Malamud, Buzzati. Preparai la mia seduzione imparandola dai maestri. Ma fu Lunette a scrivere l'incipit.

Non ero più vulnerabile per me stesso, ero fragile per noi. Passavo dalla prima persona singolare alla prima persona plurale. Intuì lì, in quell'abbraccio furtivo, che avrei potuto prendere le ferite di un altro essere umano e tentare di ripararle, e che io stesso avrei potuto affidare le mie.

Tra i due il possessivo ero io, tendevo a controllarla con domande a trabocchetto: riusciva sempre a dissipare il dubbio gratuito. C'era qualcosa di più, e mi spaventò: quando gli uomini la fissavano, io sentivo piacere. Non era orgoglio, ma una vera e propria epifania che mi portava a sfoghi magnifici.

QUARTA DI COPERTINA

Questa è una storia che comincia una sera a cena, quando Libero Marsell, dodicenne, intuisce come si può imparare ad amare. La famiglia si è da poco trasferita a Parigi. La madre ha iniziato a tradire il padre. Questa è la storia, raccontata in prima persona, di quel dodicenne che da allora si affaccia nel mondo guidato dalla luce cristallina del suo nome. Si muove come una sonda dentro la separazione dei genitori, dentro il grande teatro dell'immaginazione onanistica, dentro il misterioso mondo degli adulti. Misura il fascino della madre, gli orizzonti sognatori del padre, il labirinto magico della città. Avverte prima con le antenne dell'infanzia, poi con le urgenze della maturità, il generoso e confidente mondo delle donne. Le Grand Liberò, così lo chiama Marie, bibliotecaria del IV arrondissement, dispensatrice di saggezza, innamorata dei libri e della sua solitudine, è pronto a conoscere la perdita di sé nel sesso e nell'amore. Lunette lo porta sin dove arrivano, insieme alla dedizione, la gelosia e lo strazio. Quando quella passione si strappa, per Libero è tempo di cambiare. Da Parigi a Milano, dallo Straniero di Camus al Deserto dei Tartari di Buzzati, dai Deux Magots, caffè esistenzialista, all'osteria di Giorgio sui Navigli, da Lunette alle "trentun tacche" delle nuove avventure che lo conducono, come un destino di libertà, al sentimento per Anna.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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