«Siamo così tanti» dice. «A sbagliare chiave. A stonare. Ad allontanarci. Dal canto».
Esce oggi Canta, spirito, canta è il secondo volume della Trilogia di Bois Sauvage di Jesmyn Ward. NN Editore sta portando qui in Italia per noi, con la traduzione di Monica Pareschi, l'intera serie.
Salvare le ossa è uscito l'anno scorso e, grazie a loro, avremo presto anche il terzo volume, oltre che un'autobiografia dell'autrice.
Pur trattandosi di una trilogia, questa serie può essere letta in qualsiasi modo ed ordine. A fare da filo conduttore tra i volumi, infatti, è solamente l'ambientazione, Bois Sauvage, mentre trama, personaggi e persino genere e struttura del romanzo, cambiano completamente.
Bois Sauvage in Canta, spirito, canta è rappresentata, più che dal punto di vista estetico e strutturale, da quello dell'atmosfera provata dai suoi abitanti. La consapevolezza di cosa significa vivere in quel luogo, sia nelle sue accezioni positive che in quelle negative, svolge un ruolo importante, anche se non evidente come in Salvare le ossa, nelle scelte di vita di ogni personaggio.
Nessuno a Bois Sauvage tiene gli animali fuori, nei campi o davanti casa.
Un altro aspetto che non cambia affatto è lo stile di Jesmyn Ward. L'autrice riesce a rappresentare con le proprie parole ogni stato d'animo dei tre diversi punti di vista (che non vi anticipo perché riservano delle sorprese!). Non solo comprendiamo il loro carattere, ciò che pensano, e le loro priorità: riusciamo a sentire ogni sfumatura emozionale da loro provata e sentiamo tutto sulla nostra pelle. L'atmosfera, proprio per questo, è fortissima e impossibile da non percepire. Questa, che è una grande capacità della scrittrice, può rivoltarvisi anche contro perché spesso nelle sue storie ciò che veniamo chiamati a provare è straziante, doloroso, difficile da accettare.
Così come il finale che percepiamo l'unico possibile e coerente con la narrazione, ma la sua inevitabilità non riesce a lenire la nostra sofferenza.
Mentre il primo volume racconta di qualcosa di più tangibile e concreto, aspetto che si può evincere anche dal titolo decisamente più prosaico, in questo secondo volume troviamo una storia più legata al soprannaturale (mai pauroso) e all'esoterico. Questa trama, dunque, racconta sia della vita reale ed evidente della famiglia protagonista del racconto, sia delle loro capacità interiori, nascoste persino agli altri.
I personaggi raccontati, sia direttamente che indirettamente, da Jesmyn Ward ricoprono fasce d'età e personalità fortemente diverse tra di loro. Sebbene l'autrice ci mostri le loro fragilità e i loro grandi e, talvolta pericolosi, difetti, ci ritroviamo a comprendere e a capire ognuno di loro, non parteggiando per nessuno ed augurandoci che tutto possa finire al meglio per chiunque.
All'inizio di ogni capitolo troverete il nome del personaggio che fungerà da punto di vista ma, ben presto, vi accorgerete di come sia semplice comprenderlo anche senza questo aiuto perché, anche dalla scrittura e dalla scelta lessicale, vi sarà chiaro come ogni frase rappresenti esattamente l'anima di quel personaggio e il suo stato d'animo e come sia totalmente impossibile attribuirla ad un altro. Non abbiamo bisogno che loro ci spieghino cosa provano: lo si evince da ogni parola, pausa, dialogo e questo si evince sin dall'incipit, in cui troviamo un Jojo confuso e speranzoso, che desidera fare bene ed essere un uomo agli occhi di Pop.
In conclusione, Canta, spirito canta, presenta le medesime grandi qualità che Jesmyn Ward ha già dimostrato con il primo volume della trilogia: uno stile emozionale che avvolge e trascina il lettore, senza fargli mai dubitare della veridicità di ciò che viene raccontato. Se cercate un romanzo che, oltre a convincervi come cura e stile, riesca anche a catturare i vostri pensieri e a renderli, durante la lettura, completamente estranei e lontani da voi, allora questa Trilogia fa per voi.
È un libro che parla di povertà, famiglia, razzismo, di amore e del legame incredibile, e spesso conflittuale, che si può instaurare tra due persone che, volenti o nolenti, dipendono l'una dall'altra.
Lo consiglio sia se letto singolarmente che all'interno della serie. È un romanzo di pancia, che vi colpirà e non vi permetterà di dimenticarvi di lui e dei suoi personaggi, così come fa il primo volume della serie, Salvare le ossa.