TRAMA IN BREVE

Pereira, curatore della pagina culturale del Lisboa, è un giornalista disinformato. Vive a Lisbona nel 1938, ma la sua mente è ancorata al passato e pensa costantemente alla mancanza della moglie defunta. La morte e ciò che ne consegue sono gli unici temi sui cui desidera dibattere finché, un giorno, una mentalità completamente diversa dalla sua non gli mostrerà un'altra strada da percorrere.

INCIPIT

Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d'estate. Una magnifica giornata d'estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell'imbarazzo di mettere su la pagina culturale, perché il "Lisboa" aveva ormai una pagina culturale, e l'avevano affidata a lui.

RECENSIONE

Sostiene Pereira è il romanzo più famoso dello scrittore italiano Antonio Tabucchi. Si tratta del primo libro dell'autore che leggo o, nello specifico, che ascolto, e ho deciso di partire da questo perché mi è stato calorosamente consigliato da un'amica.

Scoprendo l'esistenza dell'audiolibro letto da Sergio Rubini, voce eccezionale che ho apprezzato nella lettura di Le nostre anime di notte, e consapevole che non avrei avuto il tempo di leggere il cartaceo ancora per moltissimo tempo, ho deciso di ascoltarlo.

Si tratta di un romanzo non troppo lungo e, dunque, il tempo di lettura totale è relativamente breve: 4 ore e 30 minuti. L'ho ascoltato interamente in sole due giornate raggiungendo un vero e proprio record personale e, questo, è dovuto a molti fattori differenti.

Prima di tutto trovo che la struttura del romanzo sia particolarmente congeniale al formato audiolibro, perché la storia è lineare e semplice, ogni capitolo si apre e si chiude con le medesime parole ("Sostiene Pereira" o anche solo "sostiene") e, soprattutto, perché la narrazione è lasciata ad un terzo individuo che ci racconta ciò che Pereira gli ha riferito e quindi, per l'appunto, sostiene. Questo escamotage narrativo è reso perfettamente, dunque, dalla voce di Sergio Rubini che ci riferisce indirettamente i fatti, proprio come se avesse dialogato lui stesso con il protagonista.

Anche lo stile di Tabucchi è adatto all'ascolto: ricco di coordinate e di incisi per rendere il racconto più colloquiale e, dunque, credibile come testimonianza (il sottotitolo del testo, infatti, è "una testimonianza"), ci dà l'impressione di stare veramente dialogando con un interlocutore, tanto che, se si viene distratti per qualche motivo, si rischia di dimenticare di spegnerlo, come se si trattasse di una persona reale.

Sergio Rubini è bravo a dare diversa intonazione ai discorsi e a non rendere piatto il testo. Non è invadente e compare con la propria personalità solamente quando sente che sia il caso, in questo libro avrebbe potuto anche farsi "sentire" anche di più, perché l'effetto finale sarebbe risultato, forse, ancora più credibile. La voce è profonda e rilassante, facile da ascoltare a lungo.

La trama del libro ci parla di Pereira, giornalista del Lisboa, piccolo giornale di scarsa rilevanza, che si occupa esclusivamente della pagina culturale. Ci viene descritto come il classico antieroe: grasso e con una cattiva salute, ancorato al passato (la moglie è morta lasciandolo solo) e totalmente disinteressato a ciò che sta succedendo nel mondo intorno a lui.

Ed è proprio questo a fare la differenza, perché l'ambientazione scelta da Tabucchi per questa storia è il Portogallo (Lisbona nello specifico) del 1938, periodo di regimi e di libertà limitata che, anche se non quanto in Spagna, Italia e Germania, è assolutamente impossibile da ignorare, specialmente da un giornalista che, proprio per il suo ruolo, dovrebbe essere tra i più informati.

Nello svolgimento, una figura che Pereira incontra all'inizio del romanzo, indurrà il nostro protagonista ad un lento ma incessante cambiamento. Questo è ben visibile sin da subito e non lascia spazio a colpi di scena.

Lo stesso si può dire per il messaggio finale: importante, carico di significato e sempre attuale, ma prevedibile.

Trattandosi di una testimonianza indiretta di Pereira, l'unico personaggio che sentiamo di conoscere bene è proprio lui; il protagonista. Gli altri personaggi assumono ruoli talvolta anche fondamentali ai fini della trama, ma non vengono mai caratterizzati al di là del loro rapporto con Pereira.

Molto bella la nota a fine volume, in cui l'autore spiega in che modo sia nata la storia contenuta nel libro e, in particolare, la figura di Pereira.

In conclusione, Sostiene Pereira è un romanzo che vede nel messaggio a fine sociale la più grande ragione d'essere e, se pensate che il ruolo della Letteratura debba essere questo lo amerete nel profondo. Per chi, invece, cerca altro in un testo letterario rimarrà comunque un ottimo romanzo, scritto molto bene, che potrà indurre a pensare e a riflettere su temi importanti.

È anche ricco di citazioni riguardanti autori portoghesi e francesi che, ora, desidero assolutamente approfondire.

Questi sono i motivi per cui lo consiglio a tutti: piacevole e significativo, non è da scegliere per l'intreccio narrativo o per la suspense. L'audiolibro è un'ottima alternativa che, su di me, ha influito positivamente sulla valutazione finale.

Se desiderate provare Audible, eccovi un periodo di prova!

QUARTA DI COPERTINA

Agosto 1938. Un momento tragico della storia d'Europa, sullo sfondo del salazarismo portoghese, del fascismo italiano e della guerra civile spagnola, nel racconto di Pereira, un testimone preciso che rievoca il mese cruciale della sua vita. Chi raccoglie la testimonianza di Pereira, redatta con la logica stringente dei capitoli del romanzo, impeccabilmente aperti e chiusi dalla formula da verbale che ne costituisce il titolo: Sostiene Pereira? Questo non è detto, ma Pereira, un vecchio giornalista responsabile della pagina culturale del "Lisboa" (mediocre giornale del pomeriggio) affascina il lettore per le sue contraddizioni e per il suo modo di "non" essere un eroe.

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