Erano anni che nascondeva ciò che provava. Il segreto, però, la divorava. Non poteva lasciarselo sfuggire, ma non era nemmeno in grado di scordarsene e basta. Nutrire la speranza era troppo bello, e ucciderla sarebbe stato troppo doloroso. E così si teneva tutto dentro, avendo cura di non far trasparire nulla. Ma ogni giorno, solo con sé stessa, immaginava di parlare con loro: raccontava, spiegava, argomentava e li supplicava fino a convincerli.
– Mitrofanovna, perché ci chiamano "ebrei delle montagne"? – le chiese Mina. –Esistono anche gli ebrei dei boschi e del deserto?
– Tanto tempo fa – disse lei lanciandosi nel racconto – gli ebrei furono costretti a fuggire da Israele. Alcuni andarono a ovest, e oggi parlano yiddish, mentre altri andarono ad est, in Iran. Quelli che andarono ad est cominciarono a parlare una varietà di persiano, la lingua dei tuoi nonni.
– Ne servono altre dieci, ci sono anche i ragazzi – disse gettando le patate in una scodella. Era chiaro che si riferiva solo ai figli maschi, perché nessuno preparava la colazione per le femmine. Sarebbero venute anche loro, ma non si sarebbero accomodate a tavola con gli uomini: dovevano sgobbare in cucina insieme alle altre donne.
"Non te la ridò, me ne occupo io, porterà il nome di mia madre. Tu, di figli, puoi averne altri dieci."
Si contendevano il nome della madre per una bambina non ancora nata come se ne andasse della loro vita. Dietro al nome, infatti, c'era ben altro. Spuntarla significava poter vantare uno status particolare.
– Papà, in questa famiglia sei la persona che conta di più, ma c'è qualcuno che conta ancora più di te. – Boris fece una pausa e tutti restarono in muta attesa per la curiosità. – Sto parlando della mamma! Tu sei il capo, sì, ma non c'è capo che possa stare senza collo! E il collo della nostra famiglia è lei! Già a scuola ci hanno insegnato che la cosa più importante del mondo è la madre Viene subito dopo Dio. – Boris guardò Channa con un'espressione carica di significati. – Se il paradiso esiste, dedejme, giace ai tuoi piedi. Per noi sei tutto, per noi e per papà. Giusto?