Espiazione è forse il libro più famoso di Ian McEwan, autore britannico di cui ho già letto e recensito Il mio romanzo viola profumato.
Le mie aspettative su questo autore erano molto alte e speravo di trovare in Espiazione l'opera definitiva che mi convincesse a leggere tutto ciò che ha scritto. Questo è successo solamente in parte e, con questa mia recensione, spero di riuscire a spiegare il perché.
Che Ian McEwan sia bravo a scrivere è indubbio: in questo libro i punti di vista trattati sono differenti e la narrazione cambia ogni volta che passiamo da un personaggio all'altro. La scelta lessicale è convincente e, a seconda dell'utilizzo dei segni di interpunzione, il lettore capta personalità differenti senza avere la necessità di leggere, nei fatti, come esse siano fatte. Il primo capitolo, ad esempio, vede come protagonista una giovane lettrice e scrittrice frenetica e ossessionata dalla perfezione e questi dettagli si possono comprendere anche dalla velocità narrativa e dalle parole utilizzate per esprimere i suoi pensieri, oltre che da ciò che è esplicitato dal narratore. Questo è percepibile anche solo dall'incipit, che mostra una frase ricca sia di contenuti che di dettagli e la scelta del termine "burrascoso" che esprime anche il carattere della ragazzina.
In un unico caso quest'ultimo si fa sentire, senza però svelare troppo di sé.
All'interno del testo è presente anche dell'ironia, che si concentra maggiormente nella prima parte del libro e che si coglie ancora di più una volta terminata la lettura.
Detestava l'idea di apparire austera. L'impressione che ci teneva a dare era quella di una persona rilassata; rilassata e composta allo stesso tempo. Ma soprattutto voleva avere l'aria di chi non ha sprecato nemmeno un istante pensando a come vestirsi e, per quello, ci voleva tempo.
La struttura del romanzo è molto particolare perché si divide in quattro parti molto diverse tra loro. La prima presenta più capitoli e, da sola, copre metà delle pagine del volume. Al suo interno troverete molteplici punti di vista che vi faranno immediatamente capire una delle qualità principali della narrazione: la volontà di dimostrare come un medesimo episodio possa essere percepito in modo estremamente vario a seconda di chi lo sta osservando o vivendo.
Le altre tre parti, invece, rappresentano tre punti di vista posteriori agli accadimenti della prima. Non specifico i personaggi che ne prendono parte onde evitarvi anticipazioni. A tal proposito mi sento anche di sconsigliarvi vivamente di leggere la sinossi che, a meno che non sappiate già di cosa parla questo romanzo, vi potrebbe dire più di quello che vorreste sapere.
Quello che penso si possa dire della trama senza introdurre troppe informazioni è che parla dei Tallis, famiglia agiata che vive nell'Inghilterra del 1935. In Espiazione scopriamo le personalità dei membri della famiglia e di coloro che hanno a che fare con loro.
Lo svolgimento della storia coincide con quello che, si può percepire chiaramente, è il messaggio che l'autore desiderava inviare grazie a questo testo. L'espiazione, infatti, sarà quella di un personaggio che farà qualcosa di terribile ai suoi cari e, questo, inciderà profondamente sulle loro relazioni.
Soltanto una storia permetteva di entrare in più di una testa e dimostrare come ciascuna avesse uguale valore. Ecco l'unica morale di cui un racconto aveva bisogno.
L'opera segue una trama difficile da indovinare ma molto credibile, totalmente in linea con il messaggio. Nella sezione finale presenterà un colpo di scena conclusivo più facile da immaginare ma risolutivo e convincente che risponderà ad alcuni quesiti aggiuntivi del lettore.
L'ambientazione si può dedurre sia da riferimenti impliciti che espliciti, non l'ho percepita come importante nella prima metà dell'opera, mentre nella seconda metà è evidente che ciò che sta succedendo sarebbe potuto essere completamente differente se collocato in un momento storico diverso. Mentre la Seconda Guerra Mondiale in una sua piccola parte prende molto spazio nel testo, l'Inghilterra e la sua situazione socio politica vengono solamente menzionate.
I personaggi sono ben resi, soprattutto per quanto riguarda i loro differenti punti di vista. L'autore riesce bene nel suo lavoro e non induce il lettore a parteggiare per gli uni o per gli altri, creando un'atmosfera di sofferenza e malinconia generale che su di me ha creato poca reazione emotiva.
In conclusione, trovo che Espiazione sia un romanzo ben scritto nato dalla necessità dell'autore di inviare un proprio messaggio. Le idee utilizzate da McEwan mi sono piaciute ma trovo che non siano state portate avanti quanto le potenzialità lasciavano immaginare.
Lo consiglio perché si tratta di un buon libro che, se letto nel momento giusto, può anche insegnare qualcosa. Non l'ho trovato un capolavoro letterario e, quindi, vi induco ad approciarvi a questa lettura con aspettative medie. Leggerò sicuramente altro di McEwan per farmene un'opinione maggiormente centrata.
Il mio errore principale è stato, probabilmente, quello di paragonare (non volontariamente) questo autore a Jonathan Coe, scrittore britannico che amo particolarmente per il brio della sua scrittura, indifferentemente da ciò di cui parla. Ho scoperto solamente oggi che McEwan viene, invece, definito Ian Macabre, in riferimento alla cupezza della sua narrazione.