Fiori sopra l'inferno di Ilaria Tuti, uscito in cartaceo a gennaio 2018, è un thriller italiano edito da Longanesi che ha fatto parlare di sé perché, in poco tempo, ha conquistato molti lettori. Scoprendo l'esistenza dell'audiolibro, edito da Salani, ho voluto provarlo.
Come sapete, infatti, io spesso "uso" gli audiolibri per provare letture che, per un motivo o per un altro, non mi convincono abbastanza per l'acquisto e, la motivazione della mia precauzione riguardo a Fiori sopra l'inferno era proprio data dall'enorme successo riscontrato: capita veramente di rado che un libro osannato dai più riesca a non deludermi.
Le mie considerazioni finali e personali le troverete, come sempre, alla fine della recensione (in conclusione..), ora, invece, voglio parlarvi degli elementi di questo audiolibro (che, come sostengo sempre, sono diversi da quelli che rileverei nella lettura cartacea) nel modo più oggettivo possibile.
Il libro presenta una struttura molto articolata. Non solo i protagonisti dei diversi capitoli sono differenti e numerosi, ma anche l'ambientazione temporale passa dal presente al passato in più occasioni, nonostante il periodo presente rimanga quello più utilizzato.
Abitualmente, nei romanzi che presentano questa struttura, il tempo passato serve in un primo momento ad ingarbugliare la vicenda, rendendola più misteriosa e solo successivamente a dipanare ogni dubbio. Nel caso di questo libro, invece, credo che sia la parte più chiara ed esplicativa: grazie ad essa si comprende sin dalle battute iniziali piuttosto bene il perché di ciò che sta succedendo nel tempo presente, dando priorità alla comprensione (decisamente meno limpida nella parte principale) che alla suspense.
Questo aspetto, però, non inficia la gradevolezza del libro anche perché chiama in causa idee e concetti che, da sempre, attirano il lettore, quali il nazismo e gli esperimenti scientifici illegali.
Per gli ascoltatori principianti questa struttura potrebbe caratterizzare un problema; ci vuole una buona concentrazione iniziale per comprendere bene i salti temporali (sebbene all'inizio del capitoli dedicati al passato l'anno sia specificato) e le differenze di personalità dei personaggi che, essendo molti, potrebbero essere inizialmente sovrapposti.
La trama principale del libro vede la polizia indagare su un caso di omicidio avvenuto a Travenì, luogo innevato che vive principalmente grazie al turismo invernale e che, a causa dell'omicidio avvenuto, rischia di perdere la sua maggiore fonte di reddito.
Sin da subito la protagonista, Teresa, identifica l'assassino come un potenziale serial killer e, lo svolgimento, sembra darle ragione.
Se la prima parte del volume serve più ad introdurre i personaggi e i loro differenti rapporti, successivamente saranno le indagini a prendere il sopravvento e le relazioni interpersonali verranno utilizzate solo come strumento per arrivare alla verità.
L'aspetto particolare che è stato maggiormente rimarcato in recensioni ed opinioni sul libro è quello relativo alla protagonista.
Teresa, la donna incaricata di risolvere l'omicidio, è una donna ben diversa da quelle che potremmo incontrare solitamente in libri, film e serie tv, sia per le sue descrizioni fisiche che per quelle caratteriali. È diabetica, non magra, non particolarmente giovane e, comprendiamo presto, che c'è anche qualcos'altro che ci sta nascondendo al riguardo della propria salute. Sembra una donna forte, aspra e dominatrice perché è così che si atteggia per poter contrastare tutti i propri dubbi e incertezze sull'essere inadeguata al proprio lavoro.
Com'è stato detto da moltissimi è certamente una donna che esce dallo stereotipo della poliziotta bella, intelligente, con il fisico da modella e tenace, ma il contrasto è talmente evidente ed evidenziato da rischiare di cadere nel suo stereotipo contrario, diventando per me quasi altrettanto irritante e forse anche meno credibile (perché una donna in queste condizioni lavora "sul campo" e non ad una scrivania?).
Gli altri personaggi sono approfonditi a seconda della loro utilità nella vicenda. I punti di vista dei bambini sono quelli che ho ritenuto maggiormente interessanti. Dato che i collaboratori della protagonista si fidano di lei e la capiscono bene (vedendo al di là del suo carattere apparente) sarebbe stato utile leggere capitoli anche dal loro punto di vista, in modo da conoscere meglio il loro rapporto e un accenno del loro background lavorativo che, invece, manca totalmente.
La scrittura di Ilaria Tuti dà grande importanza al paesaggio: le descrizioni sono vivide e fanno immaginare al lettore le distese innevate di Travenì. L'ambientazione è particolarmente importante per la vicenda, medesimi accadimenti non avrebbero potuto verificarsi in un altro luogo.
Non si può sostenere che l'autrice non sappia scrivere: lo dimostra sin dall'incipit. Tuti sceglie le parole attentamente, ottenendo uno stile evocativo e piuttosto altisonante, questo si abbina molto bene con il luogo, affascinante ed eterno, ma non particolarmente con la trama, canonica e non mirante all'intellettuale e con la personalità degli abitanti di Travenì che, vivendo in un luogo quasi completamente chiuso al mondo esterno (se non per fini economici), me li sono immaginata (magari sbagliando) come persone che utilizzerebbero un gergo più comune e locale.
Infine, la voce narrante. È la prima volta che ascolto un audiolibro letto da Federico Zanandrea, che non conoscevo prima, e ne sono rimasta piacevolmente colpita. Sebbene abbia riscontrato alcune stonature, che possono derivare sia da una punteggiatura diversa da quella che mi immaginavo o da un'interpretazione diversa dalla mia, ho trovato questo elemento un grande valore aggiunto della storia e motivo per cui ho probabilmente gradito il romanzo ancora di più rispetto a quanto avrei fatto davanti ad un cartaceo/ebook.
Zanandrea non solo ha una bellissima voce, ma non rifugge ad utilizzarla in modo diverso quando la narrazione lo impone, specialmente quando introduce un nuovo personaggio particolare e deve mostrarne i tratti salienti. Un esempio è il nostro primo incontro con il bidello della scuola, personaggio malevolo che ci sorprende alla spalle con una voce che ci trasmette la sua cattiveria e volontà di spaventarci.
In conclusione, Fiori sopra l'inferno è un libro piacevole che dimostra moltissime doti dell'autrice, ma che non ho trovato privo di difetti. Non lo segnalerei mai come caso letterario, ma penso che sia un buon libro, che non mi sarebbe dispiaciuto leggere.
L'audiolibro penso possa avere una marcia in più anche se la struttura sfalsata e ricca di personaggi potrebbe creare difficoltà agli "ascoltatori alle prime armi". Il bello di Audible è che non ti fa pagare ad audiolibro e che, perciò, ci dà la possibilità di iniziare ciò che preferiamo e di farci scoprire se quella lettura ci può piacere.
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È un libro piacevole che, per molti aspetti, presenta davvero qualcosa di diverso al lettore, anche se non mi ha colpita quanto avrei voluto.
Per questo motivo mi sento di consigliarvelo, anche se non con veemenza. Meglio ancora quando uscirà la versione Tea da 5€.