Fu sera e fu mattina è, ad oggi (14 ottobre 2020), l'ultimo libro pubblicato di Ken Follett, nonché prequel della Trilogia di Kingsbridge.
Si tratta di un romanzo storico che tratta del periodo che va dal 997 al 1007 e racconta al suo interno in che modo si è formata e sviluppata la città di Kingsbridge.
Si tratta, senza ombra di dubbio, di un romanzo particolarmente atteso dai "fan" dell'autore, e io mi annovero tra di essi: ho letto tutto ciò che Ken Follett ha scritto e compro le sue ultime uscite non appena vengono pubblicate. Questo lo premetto perché ritengo che l'impressione generata dal libro possa cambiare enormemente a seconda delle aspettative che si hanno.
La serie di Kingsbridge è, insieme alla Trilogia del Novecento, la produzione più famosa ed acclamata dello scrittore. I pilastri della terra, primo volume di questa, ormai, tetralogia, è il suo romanzo più celebre ed uno tra i migliori (in molti direbbero, il migliore in assoluto) e sapere cosa è successo prima di questa storia, necessariamente interesserà a molti.
La struttura del testo è molto curata; all'inizio di ogni capitolo troverete la data degli accadimenti in esso contenuti, le parti in cui è diviso il romanzo segnalano di quali anni si parlerà al loro interno.
I punti di vista (raccontati sempre in terza persona) sono quattro:
- Ragna, normanna aristocratica, bella e giovane con un carattere deciso
- Edgar, giovane costruttore con poco denaro ma molta inventiva
- Aldred, monaco retto e profondamente credente
- Wynstan, arcivescovo cattivo, potente e corrotto
I primi due possono essere considerati i veri e proprio protagonisti della vicenda, dunque i capitoli sono incentrati principalmente su di loro, per quanto non mancheranno anche gli interventi degli altri due personaggi. Il cambio di focus rende il ritmo incalzante facendoci lasciare un personaggio sempre nel momento in cui mai avremmo voluto abbandonarlo, ma catturandoci immediatamente nel nuovo grazie alle prima frasi ad effetto.
Ken Follett è un autore navigato che conosce molto bene la scrittura e i suoi artifici, il suo stile è semplice e scorrevole, adatto ad ogni tipo di lettore, ma attento e ricco di dettagli che intendono mostrare a chi legge anche la finalità culturale dello scritto. Lo scrittore, infatti, non solo conosce bene e rende perfettamente l'ambientazione in cui si svolgono le vicende, ma si sofferma, anche se mai in maniera pedante, a mostrarne le differenze e peculiarità. Troverete degli esempi tra le citazioni, dato che mi sono resa conta rileggendole che gli unici passaggi effettivamente sottolineati da me sono stati quelli concernenti questi aspetti, e sono davvero molti!
Al di là della cornice storica, elemento fondamentale e da sempre vincente della maggioranza delle opere di questo scrittore, all'interno del testo sono trattate tantissime tematiche diverse, quelle che saltano più all'occhio perché forse più attuali sono le dinamiche uomo/donna e l'omofobia.
Follett non dimentica nemmeno gli amanti degli animali, aggiungendo al testo la cagnolina Brindle, personaggio secondario ma che, da solo, conquisterà molti lettori.
Il libro punta molto sul coinvolgimento emotivo del lettore: i buoni sono buoni e i cattivi sono cattivi, non ci sono dubbi al riguardo e i nostri sentimenti nei loro confronti saranno presumibilmente i medesimi. Questo è un aspetto presente in ogni libro dello scrittore che io non amo particolarmente ma che, ad ogni nuovo volume, riesce sempre e comunque a non lasciarmi indifferente. Le dinamiche, conoscendo gli altri scritti dell'autore, sono piuttosto semplici da indovinare, eppure, chi poco chi tanto, ci ritroveremo tutti a fare il tifo per "i buoni" e a sperare che "i cattivi" perdano e soffrano.
Fino ad ora, ciò che vi ho raccontato potrebbe essere accomunato a molti dei titoli di Follett, procederò perciò con un'analisi più personale che cercherà di farvi capire quali differenze ho riscontrato io nel testo rispetto ad altri volumi e, di conseguenza, il perché del mio apprezzamento "tiepido".
In negativo:
1. I riferimenti storici, per quanto curati, presenti e in buona quantità, sono minori o meno rilevanti ai fini della trama. Presumo che questo sia dovuto al fatto che si parla di un periodo di cui non si conosce poi molto, oltre al fatto che alcuni avrebbero sicuramente creato ridondanza con quanto scritto negli altri libri.
2. Le dinamiche sembrano meno complicate e più ovvie rispetto ad altre storie. Non c'è un vero e proprio "mutaforme", cioè manca un personaggio di cui sia dubbia la fedeltà per gli uni o per gli altri. Anche in casi similari Follett decide di farci sapere tutto prima o di mostrarcelo in modo quasi palese.
In positivo:
Entra in gioco l'aspetto "fan", capire pian piano in quale modo si sono evolute le vicende che porteranno poi alla situazione raccontata ne I pilastri della terra può far nascere piccoli momenti di particolare soddisfazione a chi individuerà luoghi od elementi che poi torneranno nel primo libro "ufficiale".
In conclusione, trovo che Fu sera e fu mattina sia un libro ben scritto e curato che, però, ho trovato mediamente meno avvincente e culturalmente interessante rispetto agli altri volumi della serie di Kingsbridge. Avrà sicuramente senso leggerlo per chi ha amato gli altri libri, ma credo che difficilmente potrà spodestare il primo posto che ognuno di noi ha già occupato (nel mio caso, lo occupa La caduta dei giganti).
Credo che possa essere apprezzato anche da chi non ha letto gli altri, ma non lo consiglierei in particolare come primo perché, secondo me, avrà meno possibilità di convincere un lettore diffidente delle qualità dell'autore, che sono presenti ma meno evidenti.
Per questo motivo lo consiglio, ma non con veemenza.