🖋 Ci sono gli amanti dei classici e i detrattori, io, da sempre, li amo alla follia. Quando la me bambina è passata dai volumi del Battello a Vapore ai suoi primi classici per ragazzi, ha capito subito che non aveva capito niente, ha capito subito che, con i libri, sembra di arrivare ad un certo livello di conoscenza ma, poi, arriva qualcos’altro che ti sconvolge e ti fa capire che mai, mai, mai finirai 💖
🥺 C’è solo un aspetto negativo degli autori classici: sono morti. Sì, permettetemi di essere prosaica. Io questo fatto che mi siano morti, che non mi scrivano più e che, soprattutto, non mi possano più spiegare ciò che hanno scritto, fatico a perdonarglielo.
💖 E qui entra in gioco questo libro: tratto da un articolo che ha scritto Robert Louis Stevenson stesso sul suo primo romanzo: L’isola del tesoro (che ormai sanno anche i muri, è IL romanzo che da bambina mi ha fatto fare il mio primo salto come lettrice).
😍 È stato bello sentirlo vivo, è stato bello leggere dalle sue parole come sia nato il libro che, per me, ha fatto così tanto.
🤗 Sicuramente è più per i fan, anche se scoprire la nascita del primo romanzo di un grandissimo autore può interessare e servire anche a chi un libro lo vuole scrivere o è affascinato da questo processo.
📖 ‘Ma è mia opinione - o superstizione, se volete - che chi è fedele alla sua mappa, e la consulta, e ne trae ispirazione, ogni giorno e ogni ora, ottiene un supporto positivo e non solo la metà immunità dalle imprecisioni. La storia ha una radice lì; cresce in quel suolo; ha una propria spina dorsale dietro le parole.’