Mi ritirai, meditando sulla mia colpa. Non m'ero mai messa di volontà a imparare a leggere, ma tutte le sere, fin da quando avevo memoria, m'ero ingozzata illecitamente di giornali, nonché di qualsiasi altra cosa stesse leggendo Atticus, quando mi raggomitolavo, ogni sera, sulle sue ginocchia.
– Chiunque mette piede in questa casa è tuo ospite. Può darsi che la tua famiglia è più meglio dei Cunningham ma tu la svergogni. Se non sei capace di comportarti a tavola come si deve, puoi sederti qui e mangiare in cucina! –
L'estate era la nostra stagione preferita: significava dormire nelle brandine sotto il portico di dietro, chiuso da spalliere; significava che tutto era buono da mangiare; voleva dire migliaia di colori in un panorama riarso; ma, soprattutto, l'estate voleva dire Dill.
Sento... odore... di morte – annunciò. Quando gli dissi di piantarla, protestò. – Non scherzo mica. Io fiuto la gente e so dirti se stanno per morire. Me l'ha insegnato una vecchia signora. –
Parola d'onore, Scout, certe volte ti comporti talmente da donna, che mi fai cascare le braccia.
Al principio dell'estate mi aveva chiesto di sposarlo; poi, subito dopo, non ci aveva pensato più. Mi aveva monopolizzata, mi aveva marcata come proprietà sua, e adesso, invece, mi trascurava.
– Ma perché, santa pace, avete aspettato fino a stasera?
Perché di notte nessuno poteva vederli, perché Atticus era immerso nella lettura di un libro, perché se Boo Radley li avesse ammazzati, avrebbero perso la scuola invece di perdere le vacanze, e perché era più facile guardar dentro a una casa di notte che di giorno, volevo capirlo o no?
Allora, vidi l'ombra. Era l'ombra di un uomo col cappello in testa. Il portico posteriore adesso era inondato dalla luce della luna, e l'ombra, nera come la pece, vi mosse attraverso, in direzione di Jem.
Nel sud Alabama non ci sono stagioni ben definite; l'estate sfuma nell'autunno, e talvolta all'autunno non segue mai l'inverno.
Tutta la sera era stato sul punto di confidarmi qualcosa; il viso gli si illuminava, lui si protendeva verso di me, ma poi cambiava idea.
Come gli uccelli sanno dove rifugiarsi quando piove, capii che c'erano dei guai nella nostra strada.
Questa volta non combattiamo contro i Nordisti. Combattiamo contro i nostri amici. Però ricordati questo: anche se gli animi si scaldano, sono sempre amici nostri, e questa è sempre la nostra patria.
Per comportarmi a modo, seconda la zia Alessandra, io avrei dovuto fare cose come giocare coi servizietti da tè e portare una collana che mi aveva regalato quando ero nata e alla quale aggiungeva una perla ogni anno; inoltre, avrei dovuto essere il raggio di sole della vita solitaria di mio padre.
Quando comparivo in cucina, pareva contenta di vedermi, e a forza di stare a guardarla cominciai a pensare che il fatto d'essere femmina comportasse una certa abilità.
Il fatto di avere un fidanzato fisso era una misera consolazione della sua lontananza. Per me, l'estate era Dill. Con lui, la vita era normale; senza di lui, insopportabile.
Il resto del pomeriggio trascorse nella blanda tetraggine che cala alla comparsa dei parenti, ma fu un'atmosfera che si dissolse subito quando udimmo una macchina girare nel viale d'accesso.
A quanto pareva, non c'era persona, in tutta Maycomb, che non avesse qualche tendenza: la tendenza al bere, la tendenza al giuoco, una tendenza perversa, una tendenza buffa.
– Lo credi davvero?
Quando Atticus faceva quella domanda due volte nel giro di due giorni, significava che qualcuno stava per perdere le sue pedine. Sarebbe stato un peccato non godersi la scena.
– Comunque, voi sapete che è stato incaricato d'ufficio a difendere Tom Robinson.
– Già, ma Atticus intende difenderlo sul serio, è questo che non mi va giù.
Famiglie come gli Ewell esistono in ogni paese.
Nessun mutamento dell'economia nazionale muta la loro condizione: vivono in qualità di ospiti della contea così nei tempi di prosperità come negli abissi di una crisi.
Mai, mai in un controinterrogatorio fare a un testimone una domanda di cui ignori la risposta: era un dogma che avevo assimilato con le prime pappe.
Capii che potevo credergli. Pareva un negro rispettabile, e un negro rispettabile non avrebbe mai varcato di sua spontanea volontà la soglia di una casa altrui.
C'è però un'istituzione in questo paese di fronte alla quale tutti gli uomini sono stati creati uguali. Tale istituzione, signori, è il tribunale. I nostri tribunali hanno i loro difetti, ma, in questo paese, per i nostri tribunali, tutti gli uomini sono stati creati uguali.
– Come hanno potuto farlo, come hanno potuto?
– Non so, ma l'hanno fatto altre volte e lo faranno ancora e quando lo fanno, a quanto pare, sono solo i bambini che piangono.
Con l'andar degli anni, vedrai spesso dei bianchi mettere nel sacco i negri, però lascia che ti dica una cosa e non dimenticarlo mai: tutte le volte che un bianco fa una cosa simile a un negro, per quanto ricco sia, per quanto illustre sia la famiglia da cui proviene, quell'uomo è un pezzente.
La notte era immota. Ogni tanto c'era una brezza improvvisa che mi colpiva le gambe nude, ma questo era tutto.
Avviandomi verso casa, pensai che Jem ed io saremmo diventati grandi ma che non c'era rimasto gran che da imparare, salvo l'algebra, forse.