Cosa aveva da offrirgli il passato per decidere come vivere il futuro?
La lettera di Gertrud di Björn Larsson è un romanzo edito Iperborea che fa riflettere sul nostro concetto di identità.
La trama, infatti, vede il protagonista scoprire di avere un passato prima insospettabile (è proprio "la lettera di Gertrud" a svelarglielo) e da quel momento la sua vita cambia radicalmente. Scoprire qualcosa di noi che prima non conoscevamo cambia chi siamo? O cambia, piuttosto, chi decidiamo di essere?
In fondo si trattava di capire la natura umana, nella misura in cui una cosa del genere esiste, e con ciò dare qualche tipo di risposta alle domande sul bene e sul male, o, come la metteva Martin, su cosa spingesse gli uomini a opporsi ai propri geni per scegliere il bene piuttosto che il male, o anche solo – e non era già poco – a non scegliere il male.
Lo svolgimento del testo si focalizza non solo sulla continuazione della storia, che vede una vera evoluzione del protagonista, ma approfondisce soprattutto la tematica principale attraverso la consultazione di moltissimi libri diversi. Sebbene il focus del testo sia principalmente su uno specifico argomento, che è quello dell'ebraismo, esso in realtà diventa un simbolo per l'invio del messaggio. Cosa rende "ebrei" e chi lo decide? E, altresì, cosa ci rende noi e chi ha il potere di etichettarci in un qualunque modo?
Era per dimostrare che poteva scegliere chi essere, senza curarsi delle origini e dei geni, che aveva deciso di studiare genetica e biomedicina? Per dimostrare a se stesso e al mondo che non aveva ereditato i valori e la personalità di suo padre?
Il protagonista, Martin Brenner, è un celebre genetista, perciò una delle persone più ferrate sull'individuo e sul suo retaggio genetico. Paradossalmente, però, proprio lui che lo fa di lavoro e che concentra gran parte del suo tempo ad approfondire l'argomento nell'ambito scientifico, non ha mai pensato alle conseguenze umane, emotive e sociali di ciò che può scoprire con le sue analisi.
Gli altri personaggi, la figlia e la moglie, i colleghi (amici e nemici) fanno da sfondo al percorso solitario di Martin che, sia a causa della sua natura schiva e chiusa, sia per ciò che gli accade o che potenzialmente potrebbe succedere, tende a tenerli fuori dagli eventi, facendoceli conoscere in modo limitato ed estremamente parziale. Conosciamo e comprendiamo i sentimenti dell'uomo verso di loro ma al contempo non li sentiamo con forza, perciò può essere difficile riuscire ad essere coinvolti emotivamente nonostante la tematica sensibile.
Ma aveva dimenticato che si può scordare il grande amore e darlo per scontato, come se potesse continuare ad ardere anche senza combustibile finché morte non separi.
La struttura è, sicuramente, l'elemento che stupisce maggiormente: prima di tutto è impossibile inquadrare il testo in un genere specifico perché per certi versi può essere considerato un saggio ma è altresì vero che si tratta anche di narrativa, e, secondariamente, perché il punto di vista, ad un certo punto del libro cambia inaspettatamente, stupendo il lettore e facendogli presagire un finale differente da ciò che si sarebbe aspettato fino a quel momento e facendo comprendere anche alcune scelte narrative legate proprio all'empatia mancata che, così, diventano più chiare e coerenti.
A causa della doppia natura del testo, il ritmo non è particolarmente veloce: Björn Larsson ci ha abituati ad avventure di mare che, anche se molto introspettive, donano maggiore dinamicità alla lettura, mentre qui è l'approfondimento di un tema, studiato molto bene, ad avere la priorità e a rendere la parte centrale maggiormente densa e di lettura necessariamente più lenta per essere immagazzinata con consapevolezza.
In conclusione, La lettera di Gertrud è un'opera fuori dagli schemi che trova un punto d'incontro tra saggio e narrativa. Io, che della schematicità sento troppo spesso il bisogno ho sentito la mancanza della divisione tra le due parti e se fossero appartenute a due libri diversi sarei riuscita ad approcciarmi a loro in modo migliore. Nonostante questo trovo che sia un libro molto interessante e consigliabile, specialmente per l'approfondimento sul tema che, vi avverto, fa venire voglia di recuperare tantissimi altri testi al riguardo per poterli leggere in prima persona e scoprire, così, se la propria opinione coincide con l'impressione del protagonista.
Al Salone del Libro di Torino ho partecipato anche ad una conferenza su questo libro che ho cercato di riportarvi al meglio QUI.