La Morgia indiscreta

Di Elvira Delmonaco Roll

Kimerik

253 pagine

8/10

Consigliato: Sì

Contemporaneo

Storico

Emergente

Italiano

TRAMA IN BREVE

Pietracupa (Molise), 1852. Tutti in paese si conoscono, ognuno pensa che non ci siano segreti tra loro. Eppure un giorno un avvenimento sconvolge la serenità della comunità: un presunto omicidio. Da quel momento gli equilibri vengono meno e le vite di molti cambiano radicalmente.

DEDICA

A mio marito Michael

Ai miei figli Michael e Paula

INCIPIT

Pietracupa 1852

 

Faceva sera. Aveva fatto caldo come all'inferno, un caldo che aveva snervato le donne e fatto bestemmiare i contadini al lavoro nei campi.

RECENSIONE

Ho sempre paragonato Pietracupa a un frutto maturo che si spacchi per fare cadere i suoi semi lontano, un po' dappertutto, dando origine a nuove piante rigogliose.

La Morgia indiscreta è la prima opera di Elvira Delmonaco Roll che leggo. Si tratta di un romanzo storico ambientato in Molise dal 1852 in poi.

Ciò che ha ispirato l'autrice a scrivere questa storia è stata un'antica leggenda popolare che si tramanda in quei luoghi, da secoli. I personaggi non sono reali ma i luoghi descritti e le usanze raccontate corrispondono alla realtà.

Nonostante sia a tutti gli effetti un romanzo storico, la trama non è particolarmente incentrata sugli accadimenti storici, che vengono vissuti come lontani e con una certa indifferenza dai personaggi, ma tratta soprattutto della mentalità e delle usanze dell'epoca. Conosciamo, perciò, quest'epoca storica (ma non antica) imparandone aspetti più folcloristici che legati a date ed avvenimenti. L'aspetto storico del libro non è, però, il perno vero e proprio della vicenda poiché il romanzo al suo interno contiene ulteriori generi. Prima di tutto, a tenerci sulle spine per quasi tutta la lettura, è il giallo rappresentato da un presunto omicidio che accade subito all'aprirsi del romanzo, inoltre, i lettori più romantici potranno trovare anche una bella, e sufficientemente intricata, storia d'amore.

Ho apprezzato tutta la storia e non ho avuto problemi di concentrazione, ma se il romanzo fosse stato più centrato su di unico aspetto, pur non tralasciando gli altri, penso che mi sarei potuta sentire più coinvolta. Bisogna, però, considerare che, così, lo svolgimento è certamente più realistico, proprio perché accade ciò che potrebbe essere davvero successo, senza meccanismi o trucchi inutili per far catalizzare l'attenzione del lettore su un aspetto particolare. Un esempio può essere Ken Follett di cui ho recensito da poco La colonna di fuoco che, per poter raccontare la Storia da vicino, fa sempre in mododi rendere i suoi personaggi particolarmente influenzati e legati all'aspetto politico della vicenda.

Ho apprezzato particolarmente la credibilità del romanzo perché, pur avendo aperto molto porte, l'autrice è riuscita a chiuderle tutte con stile e senza darci quella sensazione di forzatura in cui, spesso, ci si imbatte davanti a trame multigenere.

Ciò che rende il romanzo unico e che, secondo me, dividerà i lettori, è lo stile della scrittrice. Ho apprezzato particolarmente la sua scrittura, forbita ed intelligente ma sapientemente guarnita di modi di dire e frasi figurate. Nonostante il romanzo sia scritto totalmente in italiano, possiamo trovare al suo interno termini e frasi tipici del luogo, accuratamente spiegate, che ci fanno immergere ancora di più all'interno dell'ambientazione. Trovo che il libro sia più adatto a lettori adulti o, comunque, esperti, perché lo stile di scrittura non è certamente quello di un autore commerciale. Personalmente l'ho apprezzato moltissimo.

Non aveva nessuno con cui condividere il peso delle sue responsabilità e, p' la Majella, non era stato educato a questo cambiamento radicale della sua esistenza.

L'ambientazione è resa perfettamente; non solo, come ho già anticipato, entriamo all'interno dei modi di dire e delle consuetudini del periodo, ma anche i luoghi, sia intesi come strutture quali case e botteghe, sia intesi come contesto naturale della vicenda, vengono descritti con cura e attenzione al dettaglio. Nulla viene lasciato al caso e tutto, soprattutto la Morgia, costruisce nella nostra mente immagini davvero suggestive. Io, inoltre, ho una particolare predilezione per i paesi e la le loro vicissitudini e trovo che la scrittrice sia riuscita perfettamente a farci entrare all'interno di Pietracupa, non come ospiti sgraditi, ma come se fossimo parte della cittadina.

I personaggi sono numerosi e dall'importanza variabile. Alcuni di loro potrebbero essere definiti i protagonisti ma penso che, a seconda dell'inclinazione del lettore, alcuni potrebbero essere o non essere inclusi in un'eventuale lista. Tutti loro sono interiorizzati e raccontati ma, a parte in due casi particolari, non ho avuto l'impressione di conoscerne veramente l'anima in profondità. Per questo motivo i due personaggi che hanno fatto eccezione sono anche quelli che ho apprezzato di più; su tutti la mia preferita è stata sicuramente Clorinda, di cui non vi parlo in dettaglio perché non amo farvi anticipazioni ma che, sono sicura, rimarrà impressa anche a voi.

La gente l'aveva guardato storto, sospettando che la sua repentina conversione alle sane abitudini del paese fosse solo apparenza, ma poi si era abituata a considerarlo, mentre cresceva e diventava uomo, un sempliciotto un po' tardo di comprendonio, a voler essere generosi, curioso, pettegolo e chiacchierone come una gazza.

Ho finito il romanzo in pochi giorni e trovo che il ritmo di lettura possa essere considerato medio. Lo stile mi è piaciuto da subito, perciò ho sempre gradito la lettura però, inizialmente, non ero particolarmente coinvolta dalla trama da indurmi a leggere più pagine del solito, superata la prima metà, invece, il ritmo di lettura è decisamente aumentato insieme alla mia curiosità e, infatti, la seconda metà del libro l'ho letta in mezza giornata.

Ed ora passiamo al mio tallone d'Achille: l'atmosfera. Come sapete io difficilmente mi emoziono e mi faccio prendere da un testo e, anche in questo caso, ciò non è successo in maniera particolare per quanto riguarda le vicissitudini dei personaggi. Ho apprezzato, d'altro canto, l'atmosfera generale di paese che si poteva desumere dall'ambientazione. Pietracupa mi rimarrà sempre nel cuore.

Si viveva sotto l'occhio di mondo come sotto l'occhio di Dio e per evitare la maldicenza e tutelare la propria intimità si nascondevano i fatti privati dietro una facciata di perbenismo. L'apparenza diveniva, quindi, un modo di vivere.

Infine, voglio sottolineare che la qualità del libro non si nota solamente nella sua narrazione ma, anche, dalle numerosissime note a piè di pagina  che spiegano moltissimi aspetti rendendo la lettura ancora più utile

In conclusione, trovo che questo sia un buon romanzo, l'ho letto volentieri e molti suoi aspetti, quali lo stile e l'ambientazione, rimarranno impressi nella mia memoria a lungo. Per questi motivi lo consiglio anche a voi e vi esorto a farmi sapere a vostra volta che cosa ne pensate!

CITAZIONI

I peccati mortali, quelli brutti che dannano per l'eternità, erano tutta un'altra cosa. Quelli non venivano spesso alla luce nel confessionale, ma restavano in fondo all'anima, nascosti, maligni e corrosivi e lui non poteva farci niente, non era possibile aiutare che non voleva essere aiutato e non c'era abbastanza acqua santa per fare il bucato di Dio.

Era convinto che, se si fosse fatto prete, il peccato sarebbe stato sempre alla sua porta e che lo avrebbe visto anche dietro i volti di coloro che amava. Come poteva vivere con gli altri dopo essere andato a scrutare nella loro anima? Non riusciva proprio a tollerare l'idea.

Era rimasto come intontito, con la sensazione che il tempo si fosse fermato, creando un'atmosfera irreale il cui unico suono era il continuo pianto sommesso della madre.

A volte i silenzi hanno un'eco che rivela i pensieri nascosto e l'eco delle cose non dette l'aveva riempita di sgomento e dolore, tanto che aveva fatto fatica a restare impassibile per non tradirsi, mentre ascoltava le poche parole lasciate cadere, qui e lì, come sassolini nello stagno.

Una donna sola, senza la protezione d'un padre o di un fratello, era come un panno agitato davanti al toro.

QUARTA DI COPERTINA

Molise, Pietracupa: mentre tutto il Paese si sta preparando all'unificazione d'Italia, in questo piccolo borgo qualcosa sconvolge la quiete e la serenità paesana. Un alone di mistero avvolge tutta la storia, che appassiona e fa provare empatia per quel ragazzo che non ha mai voluto fare il prete, per quella mamma che nessuno conosceva davvero, per quella ragazzina, chiusa al mondo e circondata dal silenzio. Tornato in paese, Annibale scopre la tragica quanto oscura morte dello zio, don Nicola. La ricerca della verità lo accompagnerà sempre negli anni, anche quando riesce a lasciare il paese e ad andare in città per cercare di avverare il suo sogno: intagliare figure nel legno. Tra verità nascoste, matrimoni combinati e corruzione, l'autrice ci descrive la vicenda di tanti personaggi, ma anche l'amore di due giovani che la vita ha messo sovente a dura prova.

PRO / INDIFFERENTE / CONTRO
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