L'anno della lepre è uno dei romanzi di maggior successo dell'autore finlandese Arto Paasilinna ed è pubblicato in Italia, così come ogni altro libro dell'autore, da Iperborea.
Volevo provare a leggere questo autore da molti anni ma non mi convincevo mai ad acquistarlo: conoscevo la sua fama di narratore strano e semi-umoristico e temevo di poterlo non apprezzare.
È per questo che ho scelto di provarlo in audiolibro: tutte le volte che non mi convinco a comprare un autore ma voglio sapere se potrebbe valerne la pena, se è disponibile su Audible, ne approfitto. Ovviamente la lettura in audiolibro non è identica alla lettura in cartaceo e perciò questa mia recensione è più legata all'ascolto che all'esperienza canonica.
Mediamente in audiolibro tendo ad apprezzare maggiormente i libri: lo stile semplice mi disturba meno, non mi annoio facilmente perché nel frattempo faccio sempre anche altro e la voce narrante aiuta a rendere i libri, specialmente quelli "simpatici" più piacevoli e coinvolgenti. In questo caso non so ben dire se sia successo o meno, perché per quanto la voce del narratore, Giulio Scarpati, mi è piaciuta e mi è sembrata compatibile con il testo, ci sono stati però alcuni dettagli che non mi hanno convinta del tutto: in alcuni casi (rari, ammetto) il narratore inciampa sulle parole, non pronunciandole alla perfezione, aspetto normalissimo per chi legge un testo ma che negli audiolibri più curati solitamente è motivo di una nuova registrazione. Niente di grave, che si riconosce solamente con il paragone con altri ascolti, ma che però rende leggermente meno impalpabile l'atmosfera creatasi.
Quest'ultima è piacevole e leggera. Anche nei momenti in cui si parla di avvenimenti seri (e talvolta persino macabri) Paasilinna approccia il racconto con umorismo, sogghignando e facendo sogghignare anche il suo protagonista. Questo aspetto è la maggiore discriminante, sia in positivo che in negativo, per la piacevolezza della lettura: se vi ci troverete il testo scivolerà via velocemente, se invece non riuscirete a condividerla pienamente potrà darvi un effetto straniante che potrà incidere, in parte, sul vostro apprezzamento.
Io l'ho apprezzata, anche se la leggerezza non è tra i particolari elementi che ricerco in un testo, ma ho avuto serie difficoltà a comprenderla e ad accettarla in una specifica scena, crudele ma naturale, che mi ha creato difficoltà essendo stata inserita in un contesto che, fino a quel momento, ho considerato "sicuro".
Il libro, infatti, è particolarmente legato alla natura e agli animali. Parte dall'amicizia tra il protagonista, Vatanen, e una lepre che salva dopo un incidente e, perciò, il lettore si fa un'idea di un libro "buono", quasi favolistico, in cui il protagonista ricopre il ruolo dell'eroe, giusto e attento agli animali, che, invece, non è affatto corrispondente al messaggio e all'idea che l'autore desidera mandare. Questa discrepanza tra aspettativa (fiaba, dolcezza) e realtà (concretezza, cinismo) sarà sempre più evidente nel percorso: il protagonista smette presto di sembrare un eroe e, anzi, in alcuni atteggiamenti diventa quasi un antieroe, molto più egoista e spietato di quanto avremmo potuto pensare.
Paasilinna, che tra i diversi mestieri ha fatto anche il guardaboschi, ha sicuramente un rapporto concreto e meno fantasioso della natura di quello che ho io e questo viene ben espresso e raccontato nel testo: il suo intento è sicuramente immergere il lettore in una vita semplice alla Into the Wild ma il suo fine ultimo non è quello di idealizzarla, bensì di renderla nel concreto, nel bene e nel male, comprese le leggi naturali del più forte e della mera sopravvivenza.
In conclusione, L'anno della lepre è un libro che racconta di un uomo dal comportamento inusuale ma non astratto o sentimentale. Il suo viaggio è un percorso di vita che tocca non solamente l'aspetto positivo dello stare fuori dalla società civile ma anche dagli aspetti negativi tipicamente caratteriali dell'essere umano, quali la sete di vendetta.
Probabilmente io non ero pronta a questa concretezza, dopo aver letto l'inizio del testo e compreso la trama avrei preferito uno svolgimento più romantico anche se irreale che, però, non era assolutamente negli intenti dell'autore.
Per questi motivi mi rendo conto che la mia soggettività e i miei gusti personali mi hanno portata ad apprezzarlo meno di quanto, invece, potrebbe piacere a chi potrebbe trovare interessante il cinismo anche collegato al mondo animale, che per me è più difficile da apprezzare se non sono psicologicamente pronta ad affrontarlo (e qui, non aspettandomelo, non lo ero).
Dunque lo consiglio: è un libro piacevole che difficilmente potrà non avere una valutazione positiva perché veloce, leggero e anche divertente.
Personalmente non credo che comprerò altri libri di Paasilinna ma sicuramente riproverò, in futuro, ad ascoltarne un altro, per riuscire a capire se in quelli successivi (L'anno della lepre è tra i primi scritti dall'autore) la compatibilità con i suoi testi potrà essere maggiore.